Выбрать главу

Riflettete: Chiunque può dedicarsi a qualsiasi cosa. Questo sembra semplice, ma gli effetti psicologici sono incalcolabili. Il fatto che chiunque, tra i diciassette e i trentacinque anni, può essere soggetto (per usare l'espressione di Nim) «al ceppo della gestazione e del parto» implica che nessuno, qui, è completamente «legato» come le donne, altrove, possono esserlo… psicologicamente o fisicamente. Oneri e privilegi sono distribuiti con perfetta uguaglianza; tutti hanno gli stessi rischi da correre e le stesse scelte da fare. Di conseguenza, nessuno qui è completamente libero come un maschio libero in qualsiasi altra parte dello spazio.

Riflettete: Un bambino non ha una relazione psico-sessuale con sua madre e suo padre. Non esiste il mito di Edipo, su Inverno.

Riflettete: non esiste sesso senza consenso, non esiste violenza carnale. Come in quasi tutti i mammiferi, a parte l'uomo, il coito può avvenire solo per invito e consenso reciproco; altrimenti non è possibile. La seduzione, certamente è possibile, ma la scelta dei tempi deve essere incredibilmente perfetta.

Riflettete: non c'è divisione dell'umanità in due metà, una forte e una debole, protettivo/protetto, dominante/succube, padrone, strumento, attivo/passivo. In effetti, l'intera tendenza al dualismo che pervade il pensiero umano si può ritrovare diminuita, o cambiata, su Inverno.

Ciò che segue deve entrare tra le mie Direttive finali: Quando incontrate un getheniano non potete e non dovete fare ciò che un appartenente a una razza bisessuale compie naturalmente, e cioè porlo subito nel ruolo di Uomo o di Donna, adottanto nello stesso tempo verso di lui un ruolo corrispondente, che dipende dalle vostre aspettative sulle interrelazioni conosciute o conoscibili, stereotipe o ipotizzate, tra persone dello stesso o dell'opposto sesso. Qui l'intero nostro schema dell'interrelazione socio-sessuale non esiste. Loro non possono giocare al nostro stesso gioco. Non si considerano, né si vedono, l'uno con l'altro, come uomini e donne. Questo è quasi impossibile da far accettare alla nostra immaginazione. Qual è la prima domanda che facciamo, su un bambino appena nato?

Eppure non potete pensare a un getheniano come a un «neutro». Non sono neutri. Sono potenziali, o integrali. In mancanza del «pronome umano» karhidi che viene usato per le persone in somer, dovrò dire «egli» e «lui» per gli stessi motivi in base ai quali usiamo il pronome maschile riferendoci a un dio trascendente: è meno definito, meno specifico, dell'antico neutro o del femminile. Ma lo stesso uso del pronome, nei miei pensieri, mi conduce continuamente a dimenticare che il karhidiano con il quale sono non è un uomo, ma un uomo-donna.

Il Primo Mobile, se ne verrà mandato uno, deve essere messo in guardia: a meno che egli non sia eccessivamente sicuro di sé, o senile, il suo orgoglio ne soffrirà. Un uomo vuole che la sua virilità sia considerata, una donna vuole che la sua femminilità sia apprezzata, per quanto possano essere indirette e sottili le indicazioni di considerazione e di apprezzamento. Su Inverno queste indicazioni non potranno esistere. Si è rispettati e giudicati solo come esseri umani. È una esperienza spaventosa.

Ritornando alla mia teoria. Contemplando i motivi di un simile esperimento, se tale è stato, e cercando forse di discolpare i nostri antenati hainiti dall'accusa di barbarie, di trattare delle vite umane come oggetti, ho cercato di fare qualche ipotesi sugli scopi che essi avevano potuto prefiggersi.

Il ciclo somer-kemmer ci colpisce subito, come degradante, un ritorno al ciclo bestiale dei mammiferi più bassi, un asservimento degli esseri umani alla direttiva meccanica della bestia in calore. È possibile che gli sperimentatori volessero vedere se gli esseri umani, mancando di una continua potenza (o potenzialità) sessuale, rimanevano intelligenti e capaci di creare una civiltà.

D'altra parte, la limitazione della spinta sessuale a un discontinuo segmento temporale, e la «equalizzazione» in uno stato androgino, deve impedire, in larga misura, sia lo sfruttamento che la frustrazione di questa spinta. Deve esistere la frustrazione sessuale (benché la società faccia il possibile per provvedervi; fino a quando l'unità sociale è abbastanza grande da permettere che più di una persona sola sia in kemmer in qualsiasi momento, l'appagamento sessuale è quasi assolutamente certo), ma almeno essa non si accumula; finisce quando il kemmer è finito. Bene; in questo modo, molti sprechi e molta pazzia sono risparmiati; ma che cosa rimane, in somer? Cosa c'è da sublimare? Che cosa può raggiungere una società di eunuchi?… Ma naturalmente, essi non sono eunuchi, in somer, ma piuttosto sono paragonabili a esseri umani in stadio preadolescente; non castrati, ma latenti.

Un'altra ipotesi concernente l'obiettivo dell'ipotetico sperimentatore: l'eliminazione della guerra. Gli Antichi hainiti hanno postulato che la continua capacità sessuale e l'aggressione sociale organizzata, attribuiti entrambi soltanto dell'uomo, tra tutti i mammiferi, non siano altro che causa ed effetto? Oppure, come Tumass Song Angot, essi consideravano la guerra un'attività-sostitutiva puramente mascolina, uno Stupro, una Violenza su grande scala, e di conseguenza nel loro esperimento hanno eliminato la virilità che stupra e la femminilità che viene stuprata? Dio solo lo sa. Il fatto è che i getheniani, pur essendo altamente competitivi (come è dimostrato dai complicati canali sociali offerti per la competizione per il prestigio, e così via) non sembrano in realtà molto aggressivi; per lo meno, apparentemente non hanno ancora avuto quel che noi chiameremmo una guerra. Si uccidono l'uno con l'altro con liberalità, ma singolarmente, o al massimo a coppie; raramente si uccidono a decine; non si uccidono a centinaia o a migliaia, mai. Perché?

Potremmo scoprire che questo non ha niente a che fare con la loro psicologia androgina. Non sono in molti, in fondo. E c'è anche il clima. Il clima di Inverno è così ostile e mutevole, così vicino al limite della tollerabilità, anche per loro, con quel grande adattamento al clima che hanno conseguito, che forse essi consumano tutto il loro spirito combattivo per combattere il freddo. I popoli marginali, le razze che si limitano a passare, sono raramente fatte di guerrieri; sopravvivono. E in fondo, il fattore dominante della vita getheniana non è il sesso, né alcun altro elemento umano: è il loro ambiente, il loro mondo gelido. Qui l'uomo ha un nemico più crudele, perfino di se stesso.

Io sono una donna del pacifico Chiffewar, e non sono esperta delle attrazioni della violenza, o della natura della guerra. Qualcun altro dovrà elaborare queste teorie. Ma davvero non vedo come chiunque possa più riporre qualche soddisfazione nella vittoria o nella gloria, dopo aver trascorso un inverno su Inverno, e avere visto la faccia del Ghiaccio.

CAPITOLO OTTAVO

Un'altra strada per Orgoreyn

Passai l'estate più come un Investigatore che come un Mobile, vagabondando per il territorio di Karhide di città in città, di villaggio in villaggio, di Dominio in Dominio, osservando e ascoltando… cose che un Mobile non può fare da principio, quando ancora egli è un fenomeno e un mostro, uno spettacolo da circo, sempre sul palcoscenico e pronto a recitare la sua parte. Io dicevo ai miei ospiti, in quei Focolari e villaggi rurali, chi ero; quasi tutti avevano sentito parlare di me, per radio, e avevano una vaga idea di chi io fossi. Erano curiosi, alcuni di più, altri di meno. Pochissimi erano spaventati da me, personalmente, o mostravano segni della ripulsione xenofoba. Un nemico, in Karhide, non è uno straniero, un invasore. Lo straniero che viene sconosciuto è un ospite. Il vostro nemico è sempre il vostro vicino.