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Il dono era scolpito nell’acqua ghiacciata e placcato di ammoniaca congelata. Alcuni particolari congegni piazzati sotto la cupola lo mantenevano a 40° Kelvin di temperatura. La scultura consisteva di due grumi schiacciati ai poli, coperti da aghi finissimi e filigrane fatte di delicati ghiaccioli cristallini. Il tutto era sistemato su una superficie increspata, che forse intendeva rappresentare qualche limaccioso oceano inimmaginabilmente freddo. Su un lato, spuntando dalla superficie, c’era un piccolo grumo snodato che avrebbe potuto essere un gomito.

— Noterai che ce ne sono due — disse la plasmatrice accademica. — Ritengo che ciò che avviene su un piano fisico sia elegantemente nascosto sotto l’acqua. O meglio, il fluido.

— Non sembrano molto uguali — replicò Lindsay. — Sembra molto più probabile che uno dei due stia mangiando l’altro. Sempre che siano vivi.

— È quello che ho detto anch’io — intervenne Sigmund Fetzko con voce raschiante. Il mechanist rinnegato, di gran lunga il più vecchio di loro sei, si era abbandonato esausto sullo schienale della sua sedia. Le parole gli uscivano con difficoltà, propulse da tiranti flessibili applicati alle costole sotto la pesante giubba. — Il secondo ha delle fossette. Il guscio sta collassando. La linfa gli viene succhiata fuori.

Un bambino dei Vetterling entrò nel palco, lanciato all’inseguimento di un giroscopio che era schizzato via per proprio conto. Vetterling guardò Neville Pongpianskul, cambiando argomento. Il bambino se ne andò, dopo aver riacchiappato il giroscopio fuggiasco. — È un buon matrimonio — rispose Pongpianskul. — La grazia dei Mavrides con la tenacia e la decisione dei Vetterling. Un’accoppiata formidabile. Mikhail Vetterling mostra molte promesse, credo; com’era la sua combinazione?

Vetterling era compiaciuto: — Sessanta di Vetterling, trenta di Mavrides, e dieci per cento di Garza con un accordo generale di reciprocità. Ma ho fatto in modo che i geni dei Garza fossero prossimi a quelli della prima linea dei Vetterling. Niente di tutte quelle interferenze della nuova linea dei Garza. Non fino a quando non ci saranno state delle prove concrete.

— La giovane Adelaide Garza è brillante — osservò Margaret Juliano. — È uno dei miei studenti più evoluti. I superintelligenti sono stupefacenti, Reggente. Un balzo quantico. — Si lisciò il bavero del sovrapanciotto costellato di medaglie con le aggraziate mani rugose.

— Davvero — disse Ross. — Un tempo sono stato sposato alla vecchia Adelaide.

— Cos’è successo ad Adelaide? — chiese Pongpianskul.

Ross scrollò le spalle. — Svanita.

Un lieve brivido attraversò il palco, Lindsay si affrettò a cambiare argomento. — Abbiamo progettato una nuova barcaccia. Nora ha bisogno di questa per farne il suo ufficio.

— Ha bisogno di un posto più grande? — chiese Pongpianskul.

Lindsay annuì. — Il suo incarico. E questo è il nostro miglior ambiente. Wakefield Zaibatsu ha provveduto alla disinfestazione. Altrimenti avremmo dovuto far venire di nuovo la squadra e finirebbero per ribaltare tutto.

— Costruite a credito? — chiese Ross.

— Naturalmente. — Lindsay sorrise.

— Qui, oggi, ci si sta bruciando troppo con tutto questo credito incontrollato nella Goldreich-Tremaine — continuò Ross. — Non sono d’accordo.

— Ah, Ross — intervenne Vetterling — sono ottant’anni che non cambi quel buco dove abiti. Un uomo non riesce neppure a girarsi di fianco in quella tana da topi nel nucleo. Adesso, prendi noi Vetterling. La sposa ci ha appena consegnato le specificazioni per un nuovo complesso di gonfiabili.

— Porcherie costruite con lo sputo, soltanto per farci i soldi — dichiarò Ross. — Goldreich-Tremaine comunque è già troppo affollata oggi. Troppi giovani pescecani. Adesso le cose hanno un buon odore, ma nell’aria c’è già lo schianto in arrivo, lo sento. E quando arriverà, toglierete le tende e punterete verso i cometari. È passato troppo tempo da quando ho messo alla prova la mia fortuna, l’ultima volta.

Pongpianskul fissò Lindsay, comunicandogli con la posizione delle sue palpebre corrugate il divertito disprezzo per le incessanti vanterie di Ross sulla propria fortuna. Ross aveva scoperto un grosso giacimento un secolo prima, e da allora non aveva mai permesso a nessuno di scordarlo. Malgrado pungolasse senza sosta gli altri, l’unico rischio che Ross era disposto a correre era limitato quasi interamente alla scelta dei suoi bizzarri panciotti.

— Ho un candidato per la Congrega — annunciò Vetterling. — Molto cortese e forbito nel parlare: Carl Zeuner.

— Il commediografo — disse Margaret Juliano. — I suoi lavori non mi interessano.

— Vuoi dire che non è un detentista — replicò Vetterling. — Non coincide con il tuo pacifismo, Margaret. Mavrides, credo che tu conosca quell’uomo.

— Ci siamo incontrati — annuì Lindsay.

— Zeuner è un fascista — ribatté Pongpianskul. L’argomento galvanizzava l’anziano dottore. Si sporse in avanti, concitato, annodandosi le mani. — È l’uomo di Philip Constantine. Ha passato anni nella Repubblica. Un terreno di addestramento per Plasmatori imperialisti.

Vetterling alzò le sopracciglia. — Calmati, Neville. Conosco la Concatenazione. Ci sono nato. Il lavoro che ha fatto Constantine in quel posto avrebbe dovuto essere fatto già cento anni fa.

— Vuoi dire, riempire il suo mondo-giardino di assassini inservibili?

— Per portare un nuovo mondo nella Comunità Plasmatrice…

— Niente, se non un genocidio culturale. — Pongpianskul era stato appena ringiovanito; il suo corpo magro fremeva d’innaturale energia. Lindsay non aveva mai chiesto che tecnica avesse usato. Questa aveva lasciato la sua pelle liscia ma coriacea, e di un caratteristico colore scuro che non si trovava in natura. Le sue nocche erano talmente rugose da sembrare tante piccole rosette. — La Repubblica Circumlunare dovrebbe venir lasciata come museo culturale. È una buona politica. Ci serve la varietà. Non ogni società che formiamo può rimanere in piedi.

— Neville. — Sigmund Fetzko fece udire la sua voce greve. — Parli come se tu fossi un ragazzo.

Pongpianskul si lasciò andare contro lo schienale. — Confesso di aver letto i miei vecchi discorsi dopo il mio ultimo ringiovanimento.

— Sono quelli che hanno portato alla tua epurazione — gli ricordò Vetterling.

— Il mio gusto per le cose antiche. I miei stessi discorsi a quest’ora sono delle antichità. Ma i problemi sono ancora con noi, amici. La comunità e l’anarchia. La politica attrae le cose; la tecnologia le separa e le scaglia lontano. Piccole nicchie come la Repubblica dovrebbero venir conservate intatte. Così, se i nostri stessi intrighi dovessero distruggerci, ci sarà ancora qualcuno in grado di raccogliere i pezzi.

— C’è la terra — disse Fetzko.

— Quando si arriva ai barbari, io traccio una linea — dichiarò Pongpianskul. Sorseggiò la sua bevanda: un frappè tranquillante.

— Se tu avessi un minimo di fegato, Pongpianskul — replicò Ross — andresti nella Repubblica e affronteresti le cose di petto.

Pongpianskul annusò l’aria. — Scommetto che potrei raccogliere prove a sufficienza per una condanna, laggiù.

— Sciocchezze — disse Vetterling.

— Una scommessa? — Ross guardò dall’uno all’altro. — Allora lascia che sia io l’arbitro, dottore. Se tu dovessi trovare delle prove in grado di offendere la mia sensibilità indurita, noi saremmo tutti d’accordo che la ragione sta dalla tua parte.

Pongpianskul esitò. — È passato talmente tanto tempo da quando…