Выбрать главу

— Non si tratta soltanto di lui, tesoro. Ascolta: Goldreich Tremaine non può restare al vertice per sempre. La Pace degli Investitori si sta sbriciolando; sarà una lotta aperta fra i Plasmatori e i Mechanist. L’ala militare finirà forzatamente per affermarsi… Perderemo la capitale…

— Questo è allarmismo puro, Abelard. Non abbiamo ancora perso niente. I detentisti a Goldreich-Tremaine non sono mai stati tanto forti. I miei diplomatici…

— So che sei forte. Vincerai, credo, ma se non accadesse, se dovessimo far di nuovo i cani solari…

— Cani solari? Non siamo profughi, tesoro, siamo Mavrides genetici, con uffici, proprietà, degli incarichi! Questa è la nostra fortezza! Non possiamo abbandonarla dopo che ci ha dato tanto… Ti sentirai diverso dopo il trattamento. Quando riavrai la giovinezza, vedrai le cose in maniera diversa.

— Lo so — disse Lindsay — e la cosa mi fa paura.

— Ti amo, Abelard. Dimmi che domani chiamerai Ross.

— Oh, no — disse Lindsay. — Sarebbe un grave errore apparire troppo ansiosi.

— Quando, allora?

— Oh, qualche anno ancora. Non è niente, secondo i criteri di Ross…

— Ma Abelard… mi fa male vedere la vecchiaia che ti erode. È andata anche troppo avanti. Semplicemente, non è ragionevole che… — I suoi occhi si riempirono di lacrime.

Lindsay la fissò sorpreso e allarmato. — Non piangere, Nora. Farai del male a te stessa. — Le mise le braccia al collo.

Lei rispose al suo abbraccio. — Non possiamo tenere quello che abbiamo. Mi hai fatto dubitare di me stessa.

— Sono uno sciocco — replicò Lindsay. — Ma sono in piena forma, non c’è bisogno di affrettarsi. Mi spiace di aver detto tutto questo.

I suoi occhi erano di nuovo asciutti. — Io vincerò. Noi vinceremo. Saremo giovani e forti insieme, vedrai.

Consiglio di Stato
di Goldreich-Tremaine
16-4-’53

Lindsay aveva rimandato quell’incontro il più a lungo possibile. Adesso gli antiossidanti e la sua dieta speciale non erano più sufficienti. Aveva sessantotto anni.

La clinica della demortalizzazione si trovava alla periferia di Goldreich-Tremaine, parte del crescente grappolo di subolle gonfiabili. Le bolle, collegate da tubi, potevano proliferare o svanire in una notte, un perfetto habitat per i Medici Neri e altre nicchie di dubbia natura.

Qui si annidavano i Mechanist, alla caccia del prolungamento della vita dei Plasmatori, evadendo al tempo stesso le loro leggi. L’offerta e la domanda avevano stimolato la corruzione, mentre Goldreich-Tremaine, travolta dal successo, diventava sempre più negligente. La capitale si era ingrandita troppo, e le crepe dell’economia venivano tappate con denaro nero.

La paura aveva spinto Lindsay fino a quel punto. La paura che le cose potessero crollare e lo cogliessero di sorpresa, debole.

Ross gli aveva promesso l’anonimato. Sarebbe entrato e uscito in fretta, due giorni al massimo.

— Non voglio niente d’importante — disse Lindsay alla vecchia. — Solo un decatabolismo.

— Ha portato la documentazione della sua linea genetica?

— No.

— Questo complica le cose. — La demortalista del mercato nero lo fissò tenendo la testa inclinata in una maniera molto simile a quella d’una ragazzina. — I genetici determinano la natura degli effetti collaterali. Si tratta d’invecchiamento naturale o di un danno cumulativo?

— È naturale.

— Allora possiamo tentare qualcosa di meno raffinato. Ormonici, non un lavaggio deossidante per tre gruppi funzionali. Veloce e sporco. Ma le ridarà la scintilla.

Lindsay pensò a Pongpianskul e alla sua pelle coriacea. — Lei che trattamento usa?

— È confidenziale.

— Quanti anni hai?

La donna sorrise a quel “tu” — Non dovresti essere curioso, amico, meno sapremo l’uno dell’altro, meglio sarà. Lindsay si sentiva fremere d’inquietudine.

— Non posso farlo — dichiarò. — Trovo troppo difficile fidarmi di te.

Fluttuò verso l’uscita della bolla, lontana dal suo nucleo in caduta libera fatto di analizzatori e campionatori da ospedale.

— Trovi il nostro prezzo troppo alto, dottor Abelard Mavrides? — gli gridò la donna.

La sua mente partì in un galoppo sfrenato, mentre i suoi peggiori timori si concretizzavano. Si girò deciso ad affrontarla. — Qualcuno ti ha informato male.

— Abbiamo il nostro servizio segreto.

Guardingo, Lindsay studiò i suoi movimenti muscolari. Le rughe del suo viso erano impercettibilmente sbagliate, non si accoppiavano con i muscoli sotto la pelle. — Tu sei giovane — le disse. — Tu sembri vecchia, niente più.

— Allora condividiamo una frode. Per te è soltanto una delle tante.

— Ross mi ha detto che ci si poteva fidare di voi — ribatté Lindsay. — Perché rischiare la vostra posizione infastidendomi?

— Vogliamo la verità.

La fissò. — Molto ambizioso. Prova con il metodo scientifico, e nel frattempo cerchiamo di discutere in maniera sensata.

La giovane donna si lisciò il camice medico con le mani rugose. — Fingi che io sia il pubblico di un teatro, signor Mavrides. Parlami della tua ideologia.

— Non ne ho nessuna.

— Che mi dici, allora, della Pace degli Investitori? Tutti quei lavori teatrali detentisti. Pensavi di poter guarire lo scisma con quest’imbroglio degli investitori?

— Sei più giovane di quanto pensassi — rispose Lindsay. — Se ora mi chiedi questo, significa che non hai mai visto una guerra.

Lei lo fissò furibonda. — Noi siamo stati allevati nella Pace! Bambini ai quali è stato detto sin dall’asilo che l’amore e la ragione avevano spazzato via la guerra. Cosa succede a quei gruppi le cui innovazioni falliscono? Nel migliore dei casi vengono spediti via in qualche sciagurato avamposto. Nel peggiore, vengono braccati, catturati, messi gli uni contro gli altri…

La verità lo punse sul vivo. — Ma qualcuno di loro sopravvive!

La ragazza scoppiò a ridere. — Tu non sei pianificato, allora; perché dovresti preoccuparti per noi? La stupidità è la vita e il respiro insieme per te.

— Tu appartieni al gruppo di Margaret Juliano — replicò Lindsay. — I superintelligenti. — La fissò. Non aveva mai incontrato un superintelligente prima di allora. Avrebbero dovuto trovarsi in un rifugio ben custodito, costantemente studiati.

— Margaret Juliano — ripeté la donna. — Della vostra Congrega di Mezzanotte. È stata lei a contribuire a progettarci. Lei è una detentista! Quando la pace crollerà, noi crolleremo con lei! Ci tengono sempre d’occhio, ci spiano, cercando difetti… — I suoi occhi si erano dilatati sul suo volto rugoso. — Ti rendi conto del nostro potenziale. Non ci sono né regole, né anime, né limiti! Ma i dogmi c’imprigionano. False guerre e stupide lealtà. La spazzatura della Matrice disaggregata che si è andata accumulando. Altri ci sguazzano dentro, voltando il viso alla totale libertà! Ma noi vogliamo tutta la verità, senza condizioni. Noi accettiamo la nostra realtà nuda e cruda. Vogliamo che gli occhi di tutti rimangano aperti, sempre; e se ci dovesse volere un cataclisma, allora ne abbiamo pronti a migliaia.

— No, aspetta — intervenne Lindsay. La ragazza era una superintelligente; non poteva avere, comunque, più di trent’anni. Lo sgomentava vederla così fanatica, così disposta a ripetere i suoi errori: i suoi e quelli di Vera. — Sei troppo giovane per gli assoluti. Per l’amor di Dio, niente puri gesti. Non prima dei cinquant’anni. Dei cento! Hai tutto il tempo che vuoi.