Выбрать главу

Adesso, trascinandosi pigramente dietro ai suoi galoppanti pensieri, il lento sbocciare d’un prurito di paura… Nora Everett, la moglie di Abelard Mavrides… L’aveva danneggiato diciassette anni prima con il colpo di stato nella Repubblica, malgrado lui fosse riuscito a invischiarla nelle accuse di tradimento… Adesso quella Repubblica di latta non lo riguardava più. I suoi cittadini bambini, ostinatamente ignoranti, facevano volare gli aquiloni e mangiavano mele sotto lo sguardo folle, da ciarlatano, del dottor Pongpianskul… Là non c’era nessun problema, il futuro li avrebbe ignorati, erano fossili viventi, di per sé innocui…

Ma i cataclisti… adesso la paura stava prendendo forma, cominciava a fiorire, le prime forme vaghe d’inquietudine che si erano manifestate adesso assumevano una sostanza emotiva, srotolandosi attraverso la sua consapevolezza come una goccia d’inchiostro che fluisse dentro un bicchier d’acqua… Si sarebbe preoccupato delle sue emozioni più tardi, una volta che la fuga fosse finita; adesso lottava per chiudere gli occhi… aveva perso la messa a fuoco, la macchia confusa d’una lacrima rendeva indistinti gli attori immobilizzati; le sue palpebre si stavano chiudendo con una lentezza da incubo, gli impulsi nervosi venivano confusi dalla galoppante fuga della coscienza… I cataclisti, però… Loro lo consideravano tutto come un immenso scherzo, si divertivano a nascondersi nella Repubblica travestiti da plebei e contadini, l’immenso panorama interno di quel mondo cilindrico era bizzarro per loro come una dose residua della loro droga favorita, PDKL-95… La tipica mente di un assassino del ghiaccio, con il suo biglietto di sola andata per il futuro…

La fuga stava per interrompersi. Avvertì una strana sensazione di sconvolgimento fisico, come di qualcosa che s’incrinava, con la crosta mentale che cedeva davanti all’ondata. Negli ultimi microsecondi della fuga, un lampo eidetico s’impadronì di lui, fotografie della superficie di Titano fatte dai ricognitori, rosse piattaforme vulcaniche d’idrocarburi pesanti fratturate dalla lava di ammoniaca, che eruttavano dalle viscere del suolo… da Titano, molto al di sotto della loro orbita, la principale decorazione delle pareti della Skimmers Union.

Finito. Constantine si sporse in avanti sul sedile del suo palco, schiarendosi la gola. La paura ritardata lo investì; la spinse via, bruscamente, prese una leggera sniffata di acetaminofene per evitare l’emicrania. Lanciò un’occhiata al proprio orologio da polso attraverso le ciglia umide. Quattro secondi di fuga.

Si sfregò gli occhi, divenne conscio di sua moglie seduta accanto a lui, il suo volto da plasmatrice, finemente cesellato, era uno studio di espressione sorpresa. Era consapevole che lui era rimasto seduto, rapito, per quattro secondi, con gli occhi che mostravano soltanto un orlo di bianco. No. Pensava che fosse rimasto colpito dalla recita, ed era sorpresa di vedere quell’eccesso di emozione nel suo ferreo marito. Constatine la gratificò d’un sorriso. Il suo colorito si accentuò; si sporse in avanti sulla sedia, con le mani ingioiellate in grembo, mettendosi a studiare con attenzione la recita. Più tardi avrebbe cercato di discuterne con lui. Natalie Constantine era giovane e intelligente, la rampolla di una linea genetica militare. Si era abituata alle sue esigenze.

Non come la sua prima moglie, quella cagna traditrice… Aveva lasciato la vecchia aristocratica nella Repubblica, avendo nutrito con pazienza la sua viziosa tendenza, fino a quando il suo colpo di stato gli aveva permesso di rivolgerle contro i suoi pari. Adesso correva voce che fosse l’amante di Pongpianskul, conquistata dal fraudolento fascino plasmatore e dalla degradata intimità senile. Non aveva importanza, non aveva importanza. I lunghi anni trascorsi avevano smorzato il dolore; il colpo di stanotte, se ci fosse stato, era più importante di qualunque banchina circumlunare.

Vera, sua figlia di nove anni, si sporse dal suo sedile per bisbigliare qualcosa a Natalie. Constantine fissò la bambina da lui modellata. La metà dei suoi genetici erano di Vera Kelland, estratti da squame della pelle che lui le aveva prelevato prima che si suicidasse. Per anni aveva conservato quei geni rubati, e quando il tempo era stato maturo, li aveva fatti germogliare in quella bambina. Lei era la sua favorita, la prima della sua progenie. Quando pensava a come il proprio fallimento avrebbe potuto condannarla, avvertiva di nuovo la paura più forte di prima, poiché adesso non riguardava lui.

Un gesto stravagante dal palcoscenico attirò la sua attenzione, il breve turbinio d’una azione artificiosa, quando il demente superintelligente che faceva la parte del cattivo si strinse la testa e crollò al suolo. Constantine si grattò furtivamente la caviglia con la suola del suo guanto-piede. Nel corso degli anni i virus della sua pelle erano migliorati, limitandosi a sfoghi secchi di fuoco di Sant’Antonio alle estremità.

Veniva rappresentato uno dei lavori di Zeuner, e lui lo trovava noioso. La Skimmers Union aveva preso l’abitudine di Goldreich-Tremaine, alimentata da drammaturghi fuggiti dall’azzoppata ex capitale. Ma il teatro moderno era senza vita. Fernand Vetterling, per esempio, autore di La Periapsi Bianca e del Consigliere Tecnico, languiva in un arcigno silenzio con la moglie Mavrides caduta in disgrazia. Altri artisti con tendenze detentiste adesso pagavano le loro indiscrezioni con multe o arresti domiciliari. Alcuni avevano disertato, altri erano “passati al lavoro ridotto” per unirsi alle brigate di azioni catacliste durante i turni di lavoro nel cimitero.

Ma i cataclisti stavano perdendo la loro coesione, diventando puri e semplici terroristi. La loro élite superintelligente soffriva di pesanti attacchi. Il pogrom dei superintelligenti diventava sempre più capillare a mano a mano che cresceva l’isterismo. I loro promotori ed educatori erano adesso nonpersone politiche, molti caduti vittime della contorta vendetta degli stessi superintelligenti.

I superintelligenti erano troppo brillanti per la comunità; esigevano l’anarchia dei superuomini capace di squassare un mondo. Ciò non poteva essere tollerato. E Constantine aveva servito quell’intolleranza. Ma la vita si era prospettata migliore per lui: un alto incarico, una propria linea genetica, mano libera per l’avventurismo anti-mech, e le proprie reti spinate pronte a scattare in caso di slealtà.

E stasera aveva rischiato tutto. La sua notizia sarebbe mai arrivata? Come l’avrebbe sentita? Dalle sue guardie del corpo, attraverso l’auricolare. Attraverso l’impianto mech rubato che aveva nel cervello, il quale apriva dei canali interni sintonizzati sul sottile bisbiglio di dati delle teste-di-cavo. Oppure…

Stava accadendo qualcosa. Lo striscione coreografico che ondeggiava sul palcoscenico ricurvo si disintegrò in una improvvisa confusione, lo stemma colorato corporativo e l’insegna della linea genetica rallentarono e si aggrovigliarono. I danzatori si ritrassero in un moto caotico in risposta agli ordini che gli venivano urlati. Qualcuno stava galleggiando fino all’orlo del podio. Era l’infelice Charles Vetterling, il suo volto invecchiato gonfio del trionfo e della boria di un lacché.

Ecco. Era questo che aspettava. Vetterling stava urlando. Il primo attore della commedia gli porse un microfono da gola. La voce di Vetterling ruggì d’un tratto in un sordo rumore di feedback:

— … della Guerra! I mercati mech sono in preda al panico. L’asteroide Nysa si è schierato con il Consiglio dell’Anello! Ripeto: il cartello Nysa ha abbandonato l’Unione Mechanist! Hanno chiesto di essere ammessi come uno Stato del Consiglio dell’Anello, secondo il Trattato! Il Consiglio è in riunione… — Le sue parole vennero soffocate dal fragore del pubblico, lo sferragliare delle fibbie mentre si disimpegnavano dai loro sedili e si alzavano in preda alla confusione. Vetterling lottò con il microfono. Scampoli delle sue parole irruppero sopra il baccano: — … Capitolazione tramite le banche della Skimmers Union… industriale… nuova vittoria!