Trovò l’appartamento controllando le cassette della posta. Il bassista di Catz usava il suo nome d’arte per farsi indirizzare la corrispondenza: I.M. Dedd. Appartamento quattordici. Cole si aprì la strada a calci fra le bottiglie di vino e la carta igienica bagnata di cui era cosparsa l’anticamera lercia. Raggiunse l’ascensore con la gabbia in ferro battuto, che doveva avere almeno cinquant’anni, ed entrò. Chiuse la porta, ignorando il cartello che diceva FUORI SERVIZIO. E l’ascensore che era fermo da tanto tempo si mise in moto, con meccanismi e cavi che gemevano per la ruggine. Scese al secondo piano, sorrise vagamente alla signora uscita per le compere che se ne stava lì sul pianerottolo a fissarlo stupefatta, con una borsa piena di cose che uscivano da tutte le parti. — Quel maledetto aggeggio non funziona da cinque fottuti anni — disse la donna. I suoi occhi umidi lo guardavano come se lui fosse uno scarafaggio di dimensioni umane.
— Non funziona nemmeno adesso — ribatté Cole, superandola. — Non azzardatevi a usarlo. — E subito pensò: “Porco Giuda! Ho attirato troppa attenzione su di me”.
Il corridoio puzzava di urina, muffa e topi. Forse, un tempo la moquette era color terra di Siena; adesso aveva il colore e l’aspetto di un sentiero di campagna invaso dal fango.
Trovò l’appartamento quattordici. La porta era aperta.
Rimise in tasca la chiave ed entrò.
Un monolocale: camera da letto, bagno, cucinotto. Alla parete verde, squamosa, era appeso un poster dei Prima Lingua. Sembrava un enorme cerotto. Non c’era molto di più: una scatola di cartone piena di vestiti sporchi e spiegazzati, una corda di chitarra rotta, lattine di birra vuote, un lettino azzurro-nero con mattoni al posto delle gambe.
In camera da letto, dove il pavimento s’incurvava paurosamente, c’erano un materasso (nudo, pieno di bruciature di sigaretta), una siringa di quelle fornite dal governo, e un televisore… Un vecchio televisore dell’epoca in cui non esistevano ancora notiziatori o ciberterminali. Sul fianco non aveva la fessura per l’introduzione della carta di credito. Qualcuno (Catz?) lo aveva lasciato acceso.
L’audio era a zero. Ma il governatore declamava, con verve muta, davanti a una folla di giornalisti, ondeggiando enfaticamente sui talloni, circondato dai microfoni che costellavano il podio. Cole alzò il volume e sedette sul materasso, i gomiti piantati sulle ginocchia, il mento sui palmi delle mani. Ascoltò distrattamente, in attesa dell’apparizione di Città. Il governatore stava dicendo: — Credo che sia estremamente prematuro, in questo momento, asserire che le città stanno morendo… Anche se è indubbiamente certo che le città stanno cambiando, e in modo del tutto radicale. — Il governatore era un politicante giovane. I suoi capelli, di colore indefinibile, erano impomatati all’indietro; il cravattino, di un oro immacolato, spiccava sul panciotto marrone. — Possiamo attenderci di vedere un incremento, ah, delle tendenze attuali e, come avrete notato… — a quel punto sorrise al giornalista che gli aveva fatto la domanda a cui stava rispondendo — … la tendenza demografica punta a una ridistribuzione della popolazione, a un allontanamento da quelle che in gergo si definiscono “zone calde”. La gente si sta distribuendo su tutto il territorio. La Bell Telephone, che come sempre sa riconoscere, uh… — a quel punto si schiarì la gola, guardò gli appunti — … i cambiamenti apportati dal progresso, sta aprendo un ufficio multiplo che consiste in novanta differenti sedi disseminate nella zona della baia. Ognuna di queste sedi si troverà in casa di uno fra quarantacinque dirigenti e quarantacinque assistenti, e ogni sede sarà dotata di un terminale multiplo.
“Ogni terminale è fornito di videoschermo, ricevitore di microfilm, stampatrice di dati e segmentatore per consultazioni multiple, uh, nonché di molte altre apparecchiature. In pratica, non esiste nessun tipo di lavoro d’ufficio che non si possa eseguire con un terminale multiplo. E tutti i lavori verranno eseguiti più in fretta, visto che risulteranno eliminati gli sprechi di tempo e gli accumuli inutili di scartoffie. In prospettiva, avremo anche un risparmio energetico, dato che sarà eliminata la necessità di spostamenti in macchina per i dipendenti dalla Bell Telephone interessati. I benefici sono senz’altro troppo numerosi perché io li possa elencare tutti.”
Gettò un’occhiata agli appunti. — Ma quali sono le implicazioni di tutto questo? Dato che tutto il lavoro d’ufficio, le previsioni economiche, l’elaborazione di dati, si possono svolgere attraverso i terminali multipli, in collaborazione con il Tif, e dato che questi terminali potrebbero trovarsi, per fare un esempio estremo, dall’altra parte del pianeta e continuare a funzionare perfettamente purché esistano degli operatori, non c’è nessun bisogno che l’industria utilizzi questi, ah, meccanismi per concentrare il proprio personale in una città… Le operazioni di dogana, il trasporto delle merci, la distribuzione del cibo, tutte queste operazioni si vanno sempre più automatizzando… Gli utopisti prevedono per, oh, il prossimo secolo una nazione di villaggi legati fra loro dalla comunicazione elettronica, villaggi lindi e poco affollati, simpatici, più visibili, liberi dai condizionamenti che creano lo squallore… Coloro che oggi vivono grazie a un semplice lavoro fisico potrebbero trovare impieghi adatti a loro nel campo dei pannelli solari e delle fattorie idroponiche. Il sistema che costringe le persone ad ammassarsi nelle città dà l’impressione che esista un sovraffollamento. In realtà, la stragrande maggioranza dello spazio disponibile negli Stati Uniti non viene usato; se la popolazione si ridistribuisse…
— Città — disse Cole, e deglutì. Era successo all’improvviso.
Era apparso Città, il governatore era scomparso. Città era più grande di quanto Cole lo avesse mai visto su uno schermo televisivo; lo riempiva tutto col suo viso di pietra. I suoi occhi opacizzati erano imperscrutabili. — Visto? — chiese Città. — Hai visto?
Cole scosse la testa.
— Hai sentito cos’ha detto — insistette Città. La sua voce era il sibilo di un rettile. — Quelli dei terminali multipli stanno con il Tif, e quel figlio di puttana è una loro creatura. L’hanno in tasca, il governatore. — La voce di Città tremava, genuinamente, di rabbia. — Non era ovvio?
— Sì… — rispose Cole, reticente. — Adesso che mi ci fai pensare, mi è sembrato che facesse troppa pubblicità al decentramento. E, naturalmente, i capoccia dei terminali multipli e il Tif acquisterebbero un monopolio, se la cosa passasse, e tutti dipenderebbero da loro. — Cole parlava sovrappensiero, in tono monotono, e pensava. “È completo e inattaccabile e freddo-ma-umano e perfetto come un eroe del cinema.” Stupefatto, scrutò l’immagine di Città sullo schermo. “Com’è possibile che Catz abbia dubbi su di lui? Com’è possibile che qualcuno dubiti di un viso del genere? Di una Presenza del genere?”
Ma l’attenzione di Cole tornò improvvisamente su Città, quando Città disse: — Vuole ucciderci.
Cole indietreggiò leggermente. — Uh… Chi? Chi vuole uccidere chi?
Città annuì piano. — La rete elettronica. I computer. Il cancro che ho nel petto. Dobbiamo distruggerli… Il Tif, i terminali multipli. Vogliono disseminare la popolazione su tutto il territorio, in proporzione geometrica. Far diventare l’America una specie di alveare enorme, regolare.
— La città ha una sua regolarità — disse Cole, stralunato.
— La regolarità della città nasce dalle mura innalzate dalla competizione, la competizione della libera iniziativa. La città è un mondo dominato dall’attività frenetica; il loro mondo sarà tranquillo, efficiente e annoiato. Con il Tif e i terminali multipli non ci sarà più bisogno delle città. E la criminalità vuole questa uniformità idiota, perché le rende più facile coglierci alla sprovvista, assumere il potere. La delinquenza organizzata, una volta che si è procurata una facciata di legalità, agisce sotto l’alibi dell’ordine…