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«Quasi nulla. In quanto alle cause dei disturbi planetari, la differenza tra la vostra Nuvola e un corpo molto più denso sarebbe assai scarsa. Forse da questo nasce la lieve differenza tra i miei risultati e le vostre osservazioni.»

«Sì, è chiarissimo,» disse Marlowe da dentro la sua nube che odorava d’anice. «Quante informazioni vi sono occorse per giungere ai vostri risultati? Vi siete serviti degli spostamenti di tutti i pianeti?»

«È bastato un pianeta. Per far i calcoli sulla Nuvola — chiamiamola così — mi son servito delle osservazioni di Saturno. Poi, una volta determinate posizione, massa, ecc. della Nuvola, ho invertito i calcoli per gli altri pianeti e ho così ottenuto gli spostamenti probabili di Giove, Marte, Urano e Nettuno.»

«E poi avete potuto confrontare i risultati con le osservazioni, vero?»

«Esattamente. Il confronto è su queste tavole che ho portato. Fatele girare. Come vedete l’accordo è quasi perfetto. Ecco perchè avevamo ragione di credere giuste le nostre deduzioni e perchè ci siamo sentiti in diritto di mandare quel cablogramma.»

«Ora vorrei sapere in che misura la mia stima si accorda con la vostra,» fece Weichart. «Ho calcolato che la Nuvola dovrebbe impiegare diciotto mesi per raggiungere la Terra. Qual è la vostra risposta?»

«L’ho già controllato io, Dave,» intervenne Marlowe. «L’accordo è quasi assoluto. I calcoli del dottor Kingsley ci danno diciassette mesi.»

«Forse un po’ meno,» osservò Kingsley. «Si ottengono i diciassette mesi se non si tiene conto dell’accelerazione della Nuvola in vicinanza del Sole. Fino ad allora la velocità sarà di 70 chilometri al secondo, ma nel momento in cui raggiungerà la Terra, la velocità salirà circa a 80. Perciò il tempo necessario perchè là Nuvola raggiunga la Terra risulta di quasi sedici mesi.»

Herrick intervenne pacatamente nella discussione.

«Ebbene, ora che abbiamo compreso il reciproco punto di vista, a quali conclusioni possiamo giungere? Mi sembra che tanto noi quanto voi abbiamo commesso qualche errore. Noi abbiamo pensato a una Nuvola molto più grande posta ben al di fuori del sistema solare; il dottor Kingsley invece, come egli stesso ci ha detto, aveva pensato a un corpo denso entro il sistema solare. La verità sta quasi a mezza via tra queste due opposte opinioni. Abbiamo a che fare con una Nuvola alquanto piccola che si trova già nel sistema solare. Cosa abbiamo da dire al proposito?»

«Molte cose,» rispose Marlowe. «Noi abbiamo scoperto che la Nuvola ha un diametro angolare di circa due gradi e mezzo; il dottor Kingsley ha calcolato che essa dista da noi circa 2l unità astronomiche: tutto ciò dimostra che la Nuvola ha un diametro quasi pari alla distanza fra il Sole e la Terra.»

«Sì,» continuò Kingsley, «e con la grandezza possiamo immediatamente stimare la densità del materiale che compone la Nuvola,» continuò Kingsley. «A me sembra che il volume della Nuvola sia di circa 1040 cm3, la massa circa 1,3x1030 grammi: ne deriva una densità di 1,3x10-10 grammi per cm3.»

Per un poco la compagnia tacque. Poi intervenne Emerson.

«È una densità terribilmente alta. Se il gas si pone tra noi e il Sole, oscurerà completamente la luce. A me pare che avremo un freddo terribile qua sulla Terra.»

«Non necessariamente,» fece Barnett. «Può darsi che il gas si scaldi e che lasci filtrare il calore.»

«Ciò dipende dalla quantità di energia necessaria per riscaldare la Nuvola,» osservò Weichart.

«E dalla sua opacità, e da cento altri fattori,» aggiunse Kingsley. «Debbo dire che a me sembra improbabile che attraverso il gas possa giungerci molto calore. Calcoliamo la quantità di energia necessaria per riscaldare la Nuvola fino a un grado normale di temperatura.»

Andò alla lavagna e scrisse:

Massa della Nuvola 1,3x1030 grammi.

Composizione della Nuvola: probabilmente gas idrogeno, in massima parte allo stato neutro.

Energia richiesta per alzare la temperatura del gas di T gradi

1,5x1,3x 1030 RT erg

dove R è la costante dei gas. Chiamando L l’energia totale emessa dal Sole, il tempo richiesto per elevare la temperatura è

1,5x1,3x 1030 RT/L secondi

Posto R=8,3x107, T=300, L = 4x1033 erg per secondo ci dà un tempo di circa 1,2x107 secondi, cioè circa cinque mesi.

«Mi pare che funzioni,» commentò Weichart. «E direi che questa stima è la minima possibile.»

«Proprio così,» disse Kingsley. «Ed il mio minimo è già molto superiore al tempo che impiegherà la Nuvola a sorpassarci. Alla velocità di 80 chilometri al secondo essa attraverserà l’orbita della Terra in circa un mese. Perciò mi sembra quasi sicuro che se la Nuvola si frappone fra noi e il Sole, ci taglierà completamente fuori dal suo calore.»

«Lei dice: se la Nuvola si frappone fra noi e il Sole. Crede che ci sia qualche possibilità che ciò non accada?» chiese Herrick.

«Certo che c’è una possibilità, c’è senz’altro, direi.» Kingsley tornò alla lavagna.

«Ecco l’orbita della Terra intorno al Sole. In questo momento noi siamo qui. E la Nuvola, tracciandola in scala, è qui. Se si muove in questa direzione, cioè diretta sul Sole, è certo che ne troncherà la luce e il calore, ma se si muove in quest’altra direzione, allora potrebbe ben mancare il suo bersaglio.»

«Mi pare che siamo piuttosto fortunati,» fece Barnett ridendo acido. «Grazie al moto della Terra intorno al Sole, noi ci troveremo dall’altra parte, tra sedici mesi; cioè quando arriva la Nuvola.»

«Ciò significa soltanto che la Nuvola raggiungerà il Sole prima di toccare la Terra. La luce del Sole sarà egualmente interrotta se il Sole rimane coperto, come nel caso A dell’esempio di Kingsley,» esclamò Marlowe.

«Tornando al caso A e al caso B.» disse Weichart, «direi che il caso A può darsi solo se la Nuvola ha un momento angolare esattamente pari a zero rispetto al Sole. Basta un lievissimo momento angolare ed avremo il caso B.»

«Esattamente. Naturalmente il mio caso B è solo un esempio. La Nuvola potrebbe passare oltre il Sole e la Terra dall’altra parte, così.»

«Cosa possiamo dire sull’ipotesi che la Nuvola venga diritta contro il Sole?» chiese Herrick.

«Nulla, dal punto di vista dell’osservazione,» rispose Marlowe. «Guardiamo il disegno che Kingsley ci ha fatto della situazione attuale. Basta una minima differenza di velocità per creare una differenza notevole, decisiva: da tale differenza dipende se la Nuvola ci colpisce o se ci manca. Non siamo ancora in grado di dire come andranno le cose, ma lo possiamo scoprire man mano che la Nuvola si avvicina.»

«Perciò è questa la cosa più importante da fare,» concluse Herrick.

«Cos’altro può dirci dal punto di vista teorico?»

«Nulla, non credo che sia possibile; i calcoli non sono sufficientemente precisi.»

«Mi stupisce di sentirla parlar così male dei suoi calcoli, Kingsley,» osservò l’Astronomo Reale.

«Ma i miei calcoli si basano sulle sue osservazioni, caro A. R. Comunque son d’accordo con Marlowe. Dobbiamo sorvegliare da vicino la Nuvola. Dovrebbe esser possibile scoprire se avremo un colpo in pieno o se invece la Nuvola ci mancherà, senza farci alcun male. Un paio di mesi dovrebbero bastare.»

«Giusto,» rispose Marlowe. «State pur tranquilli che sorveglieremo questo coso con tutta l’attenzione, come se fosse fatto d’oro.»

Dopo pranzo nell’ufficio di Herrick si riunirono Marlowe, Kingsley e l’Astronomo Reale. Herrick aveva esposto la sua idea di fare un rapporto comune.

«E credo che le nostre conclusioni siano chiarissime. Volete che le riassuma?

«1. Una Nuvola di gas ha invaso il sistema solare dallo spazio esterno.

«2. Si muove, più o meno, diretta contro di noi.

«3. Giungerà nelle vicinanze della Terra fra circa sedici mesi.