«Grazie tante.»
«Di nulla. Ed ore passiamo al terzo punto. Ci occorre carte e matita. Si segni minutamente, in modo che non vi sia possibilità di errore, tutta l’attrezzatura che deve essere a posto prima della mia partenza per Nortonstowe. Non accetterò scuse per un qualche inevitabile ritardo; non voglio sentirmi dire che la tal cosa arriverà <tra qualche giorno>. Ecco, prenda questo foglio di carta e cominci a scrivere.»
Parkinson se ne tornò a Londra con una lista lunghissima, e la mattina dopo ebbe un importante colloquio col Primo ministro.
«Ebbene?» chiese il Primo ministro.
«Sì e no,» rispose Parkinson. «Ho dovuto promettergli di attrezzare quel posto con tutti gli apparecchi scientifici.»
«Ma va benissimo! Non aveva torto Kingsley a dirci che occorrevano altri dati. Tanto meglio sarà perciò averli presto.»
«Non ne dubito, signore. Ma avrei preferito che Kingsley non assumesse tanta importanza nel nuovo stabilimento scientifico.»
«Non vale molto? C’è qualcuno migliore di lui?»
«Oh, come scienziato va benissimo. Non è questo che mi preoccupa.»
«So che sarebbe stato meglio dover lavorare con un tipo più trattabile. Ma mi sembra che i suoi interessi coincidano con i nostri. Purchè non si arrabbi, quando scoprirà che non può uscire da Nortonstowe.»
«Oh, lo ha già capito benissimo. Anzi, si è servito di questo fatto per porre certe sue gravi condizioni.»
«Che condizioni?»
«Per prima cosa che non ci siano funzionari governativi, e nessun rapporto politico, se non attraverso la mia persona.»
Il Primo ministro si mise a ridere.
«Povero Francis! Ora capisco qual è il guaio. Be’, in quanto ai funzionari governativi la cosa non è seria; per l’altra questione vedremo… Per cave ha fatto cenno a… salari astronomici?»
«Niente affatto: solo, Kingsley vuol servirsi dei salari come incentivo, per far venire la gente che gli interessa a Nortonstowe, prima di spiegar loro quale sia la ragione vera.»
«Ma insomma, cos’è che non va?»
«Nulla di preciso, di individuabile, eppure ho provato un senso generale di disagio. Ci sono tante piccole cose, che non significano nulla prese ognuna a sè, ma che mi preoccupano se le metto insieme.»
«Avanti, Francis, butti fuori.»
«Per dirla nei termini più generali, ho la sensazione che non siamo noi a manovrarlo, ma che sia lui a manovrare noi.»
«Non capisco.»
«Per la verità non capisco nemmeno io. In apparenza sembra che tutto vada bene, ma poi? Consideriamo il livello dell’intelligenza di Kingsley: non è un po’ strano che si sia preso il fastidio di spedire delle lettere raccomandate?»
«Ma forse le ha fatte spedire da qualche fattorino dell’Università.»
«Forse, ma in questo caso Kingsley sapeva certamente che il fattorino le avrebbe spedite per raccomandata. Poi c’è la lettera a Leicester. Quasi mi sembra che Kingsley fosse certo che quella lettera sarebbe finite in mano nostra; mi sembra che egli abbia voluto forzarci la mano. E non le pare che abbia esagerato con quel povero Harry (il ministro dell’Interno)? Poi guardi questa lista. È troppo precise e minuta: pare quasi che ogni cosa sia stata pensata da tempo. Capisco le riserve di alimentari e di carburante, ma perchè tutti questi attrezzi per scavare e rimuovere la terra?»
«Non ne ho la minima idea.»
«Ma Kingsley ce l’ha, Kingsley ha già pensato a fondo a tutta la questione.»
«Ma caro Francis, cosa ci importa di sapere quanto ci ha pensato sopra il nostro Kingsley? Cosa vogliamo noi? Riunire un gruppo di scienziati assai competenti, isolarli e farli stare tranquilli. Se per far star tranquillo Kingsley ci vuole tutta questa roba, diamogliela. Perchè ci dovremmo preoccupare?»
«Be’, c’è un sacco di apparecchi elettronici nella lista, proprio tanti. Forse li vogliono usare per radiotrasmettere.»
«E allora tolga subito questa roba. Non gliela possiamo dare.»
«Un momento, signore, non è tutto. Anch’io ho avuto dei sospetti al proposito, e perciò mi son consigliato, rivolgendomi a fonte attendibile, credo. Il fatto è questo: ogni trasmissione radio avviene in una sorta di cifra, che il ricevitore deve poter comprendere. Nel nostro paese la forma usuale di cifra ha il nome tecnico di modulazione di ampiezza, anche se la BBC di recente ha usato un tipo di cifra alquanto diversa, nota col nome di modulazione di frequenza.»
«Ah, è questa allora la modulazione di frequenza? Ne ho sentito parlare spesso.»
«Sì, signore. Be’, ecco il punto. Il tipo di trasmissione possibile con la nuova attrezzatura di Kingsley avverrebbe in una cifra diversa, una cifra che potrebbe essere scoperta solo con un apparecchio ricevente speciale. Perciò, anche se lui volesse mandare un messaggio, nessuno potrebbe riceverlo.»
«A meno che non avesse questo ricevitore speciale?»
«Esattamente. E dunque? Vogliamo concedere a Kingsley la sua attrezzatura elettronica, oppure no?»
«Per quale motivo dichiara di volerla?»
«Per la radioastronomia. Per osservare questa Nuvola mediante la radio.»
«Ed è possibile tale uso?»
«Oh, sì.»
«E allora perchè si preoccupa, Francis?»
«Perchè l’attrezzatura mi sembra eccessiva. Certo, io non sono scienziato. Ma non mi va giù l’idea che tutta questa roba occorra davvero. Insomma, gliela diamo o no?»
Il Primo ministro rimase qualche momento pensieroso.
«Controlli con cura i consigli della sua fonte attendibile. Se le cose che lei mi ha detto a proposito della cifra sono giuste, allora dia a Kingsley tutto quello che chiede. Tutto sommato questa storia delle trasmissioni può dimostrarsi vantaggiosa. Francis, finora abbiamo pensato a tutto questo da un punto di vista nazionale — voglio dire senza tener conto degli altri paesi. È chiaro?»
«Sì, signore.»
«Ma io ho guardato la cosa anche sotto un aspetto più ampio. Gli americani debbono trovarsi sulla nostra stessa barca. È quasi certo che cercheranno di creare qualcosa di simile a Nortonstowe. Sto pensando di cercar di convincerli che val la pena di unire i nostri mezzi e di lavorare in pieno accordo.»
«Ma non può darsi in questo caso che tocchi a noi andare in America, e non loro a venire in Inghilterra?» chiese Parkinson. «Forse gli americani penseranno che i loro uomini sono migliori dei nostri.»
«Ma non in questo campo della… hm… radioastronomia; mi pare di aver capito che in questo campo noi e gli australiani siamo più avanti. E poichè pare che la radioastronomia abbia grande importanza nella nostra situazione me ne servirò come punto di forza per discutere con gli americani.»
«Ma il segreto?» fece Parkinson con voce accorata. «Gli americani ritengono che noi non abbiamo i mezzi per garantire il segreto assoluto, ed a volte a me sembra che non siano lontani dal vero.»
«Ma a nostro vantaggio sta un’altra considerazione: il nostro popolo può vantare una flemma maggiore della loro. Ho l’impressione che i governanti americani considerino un vantaggio tenere il più lontano possibile tutti gli scienziati che si occupano di tale questione. In caso contrario sarebbe per loro come star seduti in continuazione su un barile di polvere. Fino a qualche momento fa la difficoltà maggiore era quella delle comunicazioni. Ma se possiamo contare su un collegamento radio diretto da Nortonstowe a Washington, e usare quel suo nuovo sistema di cifra, allora il problema dovrebbe essere risolto. Mi interesserò perchè tale questione sia risolta.»