«Riconosco che è giusto,» fece Leicester. «Dobbiamo solo menare il can per l’aia per una settimana circa, e poi tutto andrà liscio. Devo dire che non mi piacerebbe fermi sbattere fuori dal nostro bel rifugio, specialmente se penso a quanto ci è costato costruirlo.»
Poche volte Parkinson aveva visto il Primo ministro veramente arrabbiato. In questi casi aveva tenuto la buona regola di limitarsi a dire sì o no, a seconda dei casi. Ma ora si accorgeva che bisognava affrontare in pieno l’ira del Primo ministro.
«Mi dispiace, signore,» fece dopo averlo ascoltato per qualche minuto, «ma temo che la colpa sia sua. Non avrebbe dovuto dare a Kingsley dell’incompetente. Era un’accusa non giustificata.»
Il Primo ministro andò su tutte le furie.
«Non giustificata! Ma non capisce, Francis, che basandoci sul mese, come diceva Kingsley, non abbiamo preso nessuna precauzione circa il carburante? Non capisce in che condizioni ci troviamo?»
«Non è solo colpa di Kingsley quella storia del mese. Gli americani ci hanno detto esattamente la stessa cosa.»
«Ma la loro incompetenza non giustifica quella dei nostri scienziati.»
«Non sono d’accordo, signore. Quando eravamo a Londra, abbiamo sempre cercato di minimizzare la situazione. Nei rapporti di Kingsley c’era sempre l’accenno a una gravità che noi non volevamo accettare. Cercavamo sempre di convincerci che le cose andavano meglio di quel che sembrasse. Non c’è passata mai per la testa la possibilità che fosse vero il contrario, che cioè le cose andassero peggio di quel che sembrava. Forse Kingsley si è sbagliato, ma comunque si è avvicinato al vero più di noi.»
«Ma perchè si è sbagliato? Perchè tutti gli scienziati si sono sbagliati? Questo ho cercato di scoprire, e nessuno ha saputo dirmelo.»
«Forse glielo avrebbero detto, se lei si fosse preso il fastidio di chiederglielo, invece di limitarsi a insultarli.»
«Comincio a credere che lei è stato in questo luogo un po’ troppo tempo, Francis.»
«Sono stato qui quanto bastava per comprendere che gli scienziati non pretendono di essere infallibili; sono i profani che attribuiscono l’infallibilità alle loro affermazioni.»
«Per l’amor del cielo, la smetta con la filosofia, Francis. Abbia la cortesia di spiegarmi in termini semplici come è avvenuto l’errore.»
«Ebbene, a quanto ne so io, la Nuvola si sta comportando in un modo che nessuno prevedeva e che nessuno capisce. Tutti gli scienziati pensavano che essa avrebbe aumentato la sua velocità avvicinandosi al Sole, che avrebbe superato il Sole, per poi allontanarsi di nuovo nello spazio. Invece la Nuvola ha rallentato, e quando è giunta al Sole, la sua velocità si è praticamente ridotta a zero. Perciò invece di andarsene verso lo spazio se ne resta lì, immobile, intorno al Sole.»
«Ma quanto tempo ci resterà? È questo che voglio sapere.»
«Nessuno può dirlo. Può restarci una settimana, un mese, un anno, un millennio, un milione di anni. Nessuno lo sa.»
«Ma santo Dio, giovanotto, sa lei cosa sta dicendo? Se quella Nuvola non se ne va noi non possiamo tirare avanti.»
«E lei crede che Kingsley non lo sappia? Se la Nuvola resta qui un mese, moriranno molte altre persone, ma qualcuno resterà in vita. Se resterà due mesi solo pochi sopravviveranno. Se dovesse restare tre mesi anche noi di Nortonstowe moriremo, nonostante tutti i nostri preparativi; e saremo fra gli ultimi a morire. Se rimarrà un anno intero sulla Terra non resterà più una cosa viva. Le dico, Kingsley sa tutte queste cose, ed ecco perchè non prende molto sul serio gli aspetti politici della questione.»
8
Un miglioramento
Nessuno lo sapeva, ma la visita del Primo ministro accadde nel momento peggiore di tutta la storia della Nuvola nera. Il primo segno di un miglioramento lo ebbero i radioastronomi, ed a ragione, perchè essi non avevano mai interrotto l’osservazione della Nuvola, anche se ciò significava lavorare all’aperto in condizioni terribili. Il 6 ottobre John Marlborough convocò una riunione, e corse la voce che qualcosa di importante bolliva in pentola: perciò la riunione fu affollata.
Marlborough mostrò che secondo le sue osservazioni la quantità di gas posta fra la Terra e il Sole era diminuita notevolmente negli ultimi dieci giorni. A quanto pareva il totale del gas si era andato dimezzando ogni tre giorni. Continuando le cose in questo modo per altre due settimane, si sarebbe di nuovo schiarito il Sole: ma naturalmente nulla poteva dar la certezza che le cose sarebbero continuate così.
Chiesero a Marlborough se c’era qualche segno che la Nuvola si allontanasse dal Sole. Marlborough rispose negativamente. Pareva che accadesse questo: la materia della Nuvola si andava distribuendo in maniera tale, che il Sole si sarebbe reso visibile nella nostra direzione, ma non naturalmente in tutte le altre.
«Non è troppo sperare che la Nuvola si diradi nella nostra direzione?» chiese Weichart.
«È strano, certo,» rispose Marlborough. «Prendete le mie osservazioni per quel che valgono. Non cerco nemmeno di interpretarle in qualche senso.»
Fu Alexandrov a suggerire quella che poi si dimostrò la spiegazione giusta; ma per il momento nessuno se ne rese ben conto, forse perchè Alexandrov si espresse in una maniera piuttosto strana.
«Disco figura stabile,» disse. «Forse Nuvola sta schierando in formazione disco.»
Qualcuno sogghignò e si sentì esclamare:
«Ci risparmi questa terminologia militare, Alexis.»
Alexandrov parve sorpreso.
«Non militare. Io scienziato,» protestò.
Dopo questa diversione il Primo ministro intervenne:
«Per usare un linguaggio più diplomatico, debbo intendere da quel che si è detto che l’attuale corso finirà tra quindici giorni.»
«Sì, se continua il corso che abbiamo osservato,» rispose Marlborough.
«Allora bisogna stare molto attenti e renderci ben conto della situazione.»
«Che conclusione intelligente!» fece Kingsley sogghignando.
Bisogna dire che nella storia della scienza non si fecero mai con tanta ansia delle rilevazioni come accadde il giorno dopo ai radioastronomi. La curva in cui si traducevano i risultati di quelle rilevazioni era davvero la curva della vita o della morte. Se la curva continuava a scendere ciò significava vita; ma se invece la caduta finiva e la curva ricominciava a salire, ciò significava morte.
Quasi ogni ora si aggiungeva un nuovo punto al grafico. Tutti coloro che riuscivano a capire il significato di quei segni stavano sempre lì intorno in attesa di veder mettere il nuovo punto, sia di notte che durante il giorno, quel giorno opaco e fioco. Per quattro giorni e quattro notti la curva continuò a scendere, ma nel quinto giorno il declino si attenuò, e nel sesto accennò a cambiarsi in un’ascesa. Quasi nessuno più parlava, solo qualche frase di tanto in tanto. C’era una tensione indescrivibile. Il settimo giorno ricominciò la discesa, che nell’ottavo si fece più decisa che mai. Alla tensione segui un impulso violento di reazione. Secondo un metro normale il comportamento della gente di Nortonstowe forse avrebbe potuto sembrare strano, anche prima di allora, e strano senz’altro in quel momento, anche se per loro — cioè per quelli che provarono l’angoscia del sesto giorno — nulla doveva essere strano.
Da allora la curva continuò a discendere, e intanto si faceva sempre più raro il velo di gas tra la Terra e il Sole. Il 9 ottobre già si intravedeva nel cielo diurno un barbaglio di luce gialla. Era ancora debole, ma si muoveva per il cielo con il passar delle ore. Senza dubbio era il Sole: lo si vedeva per la prima volta dall’inizio di agosto, e ancora oltre un velo di gas e di polvere. Ma quel velo si faceva sempre più sottile. Il 24 ottobre il Sole brillò di nuovo con tutta la sua forza sulla Terra gelata.