«Vorrei che si parlasse ancora di questi individui distinti,» disse Barnett, volgendosi a Kingsley. «Tu ritieni che ciascun individuo, all’interno della Nuvola, sia in grado di costruire un qualche tipo di trasmettitore radiante?»
«Non di costruirlo. Ecco come vedo l’evoluzione biologica all’interno della Nuvola. Agli inizi io ritengo che debba esserci stata una quantità di individui singoli, senza alcun rapporto fra l’uno e l’altro. Poi è cominciata la comunicazione, non per creazione inorganica dei mezzi per la trasmissione radiante, ma attraverso un lento sviluppo biologico. Gli individui si sono creati un mezzo di trasmissione radiante a mo’ di organo biologico, allo stesso modo che l’uomo si è creato la bocca, la lingua, le labbra, le corde vocali. Poi tale comunicazione si è sviluppata in un a misura che noi non riusciremmo nemmeno a immaginare. Basta pensare, ed il pensiero, immediatamente, è trasmesso. Basta provare un sentimento, e subito tutti gli altri ne partecipano. In questo modo l’individuo scompare, e si evolve un complesso coerente. La bestia, così la vedo io, non ha bisogno di collocarsi in un punto qualsiasi della Nuvola. Può darsi che le sue parti costitutive siano sparse per tutta la Nuvola, ma dal punto di vista neurologico abbiamo sempre unità, tenuta insieme da un sistema di comunicazione, nel quale i segnali son trasmessi avanti e indietro alla velocità di 300.000 km al secondo.»
«Dovremmo considerare più da vicino la natura di quei segnali. Ritengo che debbano avere una lunghezza d’onda piuttosto rilevante. Non credo che possa servire la luce ordinaria, perchè la Nuvola è opaca,» disse Leicester.
«Secondo me i segnali sono onde radio,» continuò Kingsley. «E c’è un buon motivo per crederlo. Perchè il sistema funzioni, occorre controllare alla perfezione la fase, e questo è possibile con le onde radio, ma non con quelle corte.»
McNeil sobbalzò.
«Le nostre trasmissioni!» esclamò. «Può darsi che abbiano interferito con il controllo neurologico della bestia.»
«Certo, se la bestia lo avesse consentito.»
«Cosa vuoi dire, Chris?»
«Bene, la bestia ha a che fare non con la trasmissione nostra soltanto, ma con tutto il complesso delle onde radio dell’universo. Da ogni angolo del cosmo ci sono onde radio che interferiscono con la sua attività neurologica, a meno che essa non abbia creato una qualche forma di protezione.»
«Che genere di protezione?»
«Scariche elettriche nelle parti esterne della Nuvola, che provocano la jonizzazione necessaria a impedire l’ingresso delle onde radio esterne. Per la Nuvola una protezione simile dev’essere indispensabile, come il cranio per il cervello dell’uomo.»
La stanza era piena di fumo, odoroso d’anice. All’improvviso Marlowe si accorse che la pipa era troppo calda e la depose.
«Dio mio, crede che questo spieghi l’aumento di jonizzazione nell’atmosfera quando agiscono i nostri trasmettitori?»
«All’ingrosso sì. Abbiamo già parlato di un meccanismo di alimentazione. Proprio questo, credo, ha fatto la bestia. Se un’onda estranea penetra troppo a fondo, allora aumenta il voltaggio e si formano le scariche, fino a che le onde non possono più avanzare.»
«Ma la jonizzazione avviene nella nostra atmosfera.»
«Ai nostri fini possiamo considerare l’atmosfera nostra come parte della Nuvola. Sappiamo dal tremolio del cielo notturno che il gas si estende dalla Terra fino alle parti più dense della Nuvola, cioè le parti a forma di disco. Insomma, elettronicamente parlando, noi siamo all’interno della Nuvola. Si spiegano in questo modo, credo, i disturbi che abbiamo sperimentato durante le trasmissioni. Prima, cioè quando eravamo fuori della Nuvola, la bestia non si proteggeva jonizzando la nostra atmosfera, ma faceva uso del suo scudo elettronico esterno. Una volta che siamo entrati dentro lo scudo, le scariche son cominciate ad avvenire nella nostra atmosfera. Insomma la bestia ha iscatolato la nostra trasmissione.»
«Ottimo ragionamento, Chris,» disse Marlowe.
«Ottimo, accidenti,» annuì Alexandrov.
«E le trasmissioni sulla lunghezza di un centimetro. Quelle son passate benissimo,» obbiettò Weichart.
«Avrei una risposta che fa al caso nostro, ma implica un ragionamento piuttosto lungo. Credo che valga la pena di tentarlo, perchè ci può suggerire qualcosa sul da farsi. A me sembra assai improbabile che questa Nuvola sia unica. La Natura non fa mai esemplari unici. Supponiamo perciò che vi siano molte bestie ad abitare la Galassia. Perciò io ritengo che ci sia un sistema di comunicazione fra una nuvola e l’altra. Questo implicherebbe che certe lunghezze d’onda occorrano per le comunicazioni esterne, lunghezze d’onda che perciò entrano nella Nuvola senza farle alcun danno neurologico.»
«E la lunghezza di un centimetro sarebbe di questo tipo?»
«All’incirca.»
«Ma allora perchè non c’è stata alcuna risposta alla nostra trasmissione sulla lunghezza di un centimetro?» chiese Parkinson.
«Forse perchè non abbiamo inviato alcun messaggio. Che risposta potevamo aspettarci da una trasmissione assolutamente a vuoto?»
«Ma allora noi dovremmo cominciare a spedire messaggi sulla lunghezza di un centimetro,» esclamò Leicester. «Ma la Nuvola come può decifrarci?»
«Non è un problema urgente. Sarà palese che le nostre trasmissioni contengono una notizia — palese perchè noi ripeteremo frequentemente lo stesso messaggio. Appena la Nuvola si accorge che dietro le nostre trasmissioni c’è un controllo intelligente, credo che potremo attenderci una qualche risposta. Quanto tempo ci vorrà per cominciare, Harry? Tu non sei ancora in condizione di modulare la lunghezza di un centimetro, vero?»
«No, ma lavorando anche di notte possiamo esser pronti in un paio di giorni. Ho avuto una specie di presentimento, che stanotte non sarei andato a letto. Avanti, ragazzi, si attacca.»
Leicester si alzò stiracchiandosi e uscì. La riunione si sciolse Kingsley tirò Parkinson da un lato.
«Guardi, Parkinson,» disse, «non c’è bisogno di andare in giro a spargere la voce; ne sappiamo ancora troppo poco.»
«Certo. Oltretutto il Primo ministro crede già che io sia impazzito.»
«Però c’è una cosa che si potrebbe lasciar trapelare. Se Londra, Washington, e il resto del circolo politico mettono in azione i trasmettitori sui 10 centimetri, è possibile evitare l’inconveniente del fading.»
Più tardi, quando furono soli, Ann osservò.
«Come hai fatto a trovare quell’idea, Chris?»
«Be’, mi sembrava abbastanza ovvia. C’è un solo guaio: noi tutti abbiamo una sorta di inibizione verso questo modo di pensare. Nonostante tutti i libri di fantascienza c’è radicata in noi l’idea che la vita sia possibile solo sulla Terra. Se avessimo guardato le cose con occhio imparziale, ce ne saremmo accorti molto prima. Le cose sono cominciate a andar male fìn dall’inizio, sistematicamente. Ma una volta superato questo blocco psicologico, mi sono accorto che era facile superare ogni difficoltà con un primo passo semplice e assolutamente plausibile. Uno alla volta i pezzi del rompicapo sono andati al loro posto. Credo che anche Alexandrov abbia avuto la stessa idea; purtroppo il suo inglese non è eccellente.»
«Non è eccellente, accidenti. Scusa, ritieni che questo affare della trasmissione funzionerà?»