Nonostante la luna conferisse a tutti lo stesso colore cereo, si vedeva che l’agente era teso e più pallido del normale. «Non credo che lei debba vedere signorina!» disse ad Amy, coprendo con la mano il sacchetto di plastica in cui teneva l’oggetto.
Curiosi Overoy e Robillard si avvicinarono.
«Ohh…» fece Robillard. Childes lasciò Amy e si avvicinò a sua volta. L’altro poliziotto illuminava con la torcia le mani del collega. Overoy si era voltato con un moto di ribrezzo.
«Bella lotta dev’essere stata» disse a Childes con solidarietà evidente.
L’occhio insanguinato sembrava enorme, troppo grosso per poter essere contenuto in un viso. I filamenti pendevano dal sacchetto e mentre Childes guardava un raggio di luce colpì l’occhio che parve avvampare, per un attimo, una scintilla di luce sembrò riempire il globo tra le mani dell’uomo. A Childes sembrò la fosforescenza bluastra che splendeva nelle profondità delle pietre di luna.
Childes rabbrividì e si volse, respirò profondamente e si schiarì la mente. Passò il braccio attorno alla vita di Amy e l’attirò dolcemente a sé, allontanandosi dal lago inondato di luce argentea.
Nella mente di Childes un punto di domanda. Dove lo avrebbe portato questo potere che ormai sapeva di possedere…?