Se era ricca, mi avrebbe offerto da bere, e avremmo brindato alla memoria del nostro amato Pete. E se invece, per un motivo qualsiasi, fosse stata povera… ebbene l’avrei sposata! Sissignori, l’avrei proprio fatto. Che importa se aveva quasi undici anni più di me? Dopo trent’anni di sonno io avrei certo avuto bisogno della guida di una persona più matura ed esperta di me. E della serietà di Ricky non potevo dubitare, ricordando con quanto impegno avesse diretto le cose di Miles, a soli dieci anni. Il ricordo di Ricky mi riempì il cuore di calore, e non mi sentii più tanto solo e sperduto.
Ma subito dopo una voce mi disse, nel profondo del cuore: Ehi, stupido, credi che una ragazza gentile e carina come Ricky stia aspettando proprio te? Sarà già sposata da vent’anni almeno, e avrà quattro o cinque figli… e certo un marito al quale non è detto che vada a genio il vecchio zio Dan redivivo. Con questo pensiero amaro mi appisolai, e sognai che Ricky mi teneva fra le braccia e mi diceva: Va tutto bene, Dan, ho trovato Pete e staremo sempre insieme noi tre. Vero, Pete?.
Miao!
Durante la giornata mi feci portare dei sommari di storia, per aggiornarmi con gli avvenimenti degli ultimi trent’anni. Seppi così che l’Asia era riunita sotto il nome di Grande Repubblica Asiatica, e tentava di soffiarci le esportazioni in Sudamerica. Non fui sorpreso nell’apprendere che l’India era più balcanizzata che mai, mentre restai per un momento a bocca aperta scoprendo che l’Inghilterra era diventata una provincia del Canada. Fui lieto di non aver vissuto le giornate del Grande Panico per il crollo dei titoli in borsa dell’87, e mi interessò sapere che l’oro non era più il metallo base per gli scambi fra i popoli (anche se, a causa di questo mutamento, molti avevano perso anche la camicia), e che veniva usato con successo in molti campi della meccanica. A questo proposito, smisi per un po’ di leggere e fantasticai sui magnifici lavoretti che si potevano effettivamente fare con l’oro grazie alla sua alta densità, e all’estrema duttilità; adesso che costava poco… Ma smisi subito di pensare quando mi resi conto che, prima di tutto, dovevo aggiornarmi con la letteratura tecnica. Certamente, Pronto-agli-Ordini doveva avere la testa farcita d’oro.
Al Ricovero Satwell non c’era una biblioteca fornita di trattati di meccanica, così feci sapere al dottor Albrecht che avevo intenzione di uscire al più presto. Lui venne da me per dirmi, con un’alzata di spalle, che potevo, sì, uscire subito, ma che se lo facevo ero un idiota… Acconsentissi almeno ad aspettare il giorno dopo. Lo accontentai, se non altro perché mi sentivo stanco e frastornato.
La mattina seguente, subito dopo colazione, mi portarono degli abiti di taglio moderno… e dovetti farmi aiutare a vestirmi! Non ero tanto disgustato dai pantaloni color ciliegia tagliati a campana, quanto impacciato dai nuovi sistemi di chiusura. Certo mio nonno ai suoi tempi si sarebbe trovato nelle mie stesse condizioni davanti a una cerniera lampo, se non gli avessero spiegato come funzionava. Così io dovetti farmi aiutare, come un bambino piccolo, prima di capire che le chiusure a cucitura Sticktite erano assialmente polarizzate e funzionavano a pressione.
Quando finalmente fui pronto, il dottor Albrecht mi chiese: — Potreste dirmi che cosa avete intenzione di fare?
— Io? Prima di tutto voglio procurarmi una carta della città, poi voglio trovare un posto dove poter dormire, e infine, per un bel po’, non voglio far altro che leggere per aggiornarmi in campo meccanico. Dottore, sono un ingegnere, e la tecnica che io conosco è sorpassata.
— Capisco. Allora buona fortuna, e venite da me se avete bisogno di qualche cosa.
— Grazie, dottore — risposi tendendogli la mano — siete stato molto gentile, e non mi dimenticherò di voi.
Lui ricambiò la stretta, poi disse: — Arrivederci, e sappiate che se fuori vi sentirete troppo spaesato, nel vostro contratto sono compresi quattro giorni interi detti di ricupero e di orientamento, senza aggiunte extra. Potete quindi tornare qui quando volete.
— Grazie ancora — dissi, sorridendo — ma potete scommettere che non usufruirò di questa facilitazione.
Prima di uscire passai dalla direzione, dove la segretaria mi porse una busta e mi disse che la signora Schultz aveva telefonato di nuovo per cercare di me. Io non l’avevo ancora chiamata perché non sapevo chi fosse, e la direzione del Ricovero non permetteva visite e telefonate per i clienti risorti, a meno che non lo desiderassero espressamente. Misi la busta in tasca, mentre la segretaria mi diceva che avrei dovuto passare dal tesoriere che aveva bisogno di parlarmi. Dal momento che anch’io avrei scambiato volentieri qualche parola con lui sull’argomento quattrini, ci andai subito, chiedendomi quanto possedessi e dicendomi quanto buon senso avevo dimostrato nel cambiare il mio contante in azioni, piuttosto che metterlo su un libretto, perché così, se anche nel crollo dell’87 le azioni erano scese di parecchio, ora avevano certo fatto in tempo a riprendersi, dato che avevo scelto titoli industriali sicuri. La lettura della rubrica finanziaria del Times mi autorizzava, del resto, ad avere fiducia.
Il tesoriere, un uomo asciutto e dall’aria capace, mi strinse frettolosamente la mano, dicendo: — Piacere di conoscervi, signor Davis. Io mi chiamo Doughty. Sedetevi, prego.
— Non voglio rubarvi troppo tempo, signor Doughty — dissi io, mettendomi a sedere. — Ditemi solo una cosa: la mia Compagnia di Assicurazioni ha trattato attraverso i vostri uffici gli affari che mi riguardano, o devo andare da loro?
— Abbiate un momento di pazienza, perché devo spiegarvi alcune cose.
Il suo assistente, un altro esemplare aggiornato del mio vecchio Sergio, gli porse un fascio di carte, e Doughty spiegò: — Questo è l’originale del vostro contratto. Volete dargli un’occhiata?
Afferrai avidamente i fogli, desideroso di esaminarli a fondo, nel timore che Belle mi avesse giocato qualche brutto scherzo. Perciò tirai un sospiro di sollievo nel constatare che tutto era come ricordavo, salvo, naturalmente, il pacchetto azionario della Domestica Perfetta, di cui avevo disposto dopo gli accordi con la Società Assicuratrice, il contratto con la Società Assicuratrice e il contratto per il Lungo Sonno di Pete. Esaminai con la massima attenzione i punti in cui quella deliziosa donnina aveva alterato la scritta Compagnia Mutua Assicurazioni in Compagnia Madre Assicurazioni, e dovetti ammettere che, nel suo campo, Belle era stata una vera artista. Certo un esperto di criminologia scientifica, munito di microscopio e di reagenti chimici, avrebbe potuto scoprire che tutti quei documenti erano stati alterati, ma un profano non ci sarebbe riuscito certamente.
In quel mentre, sentii che il signor Doughty si schiariva la voce, e alzai gli occhi su di lui. — Avete qui il mio deposito? — gli chiesi.
— Sì.
— Allora ditemi senza preamboli a quanto ammonta.
— Ecco, signor Davis, prima di addentrarci nell’argomento che vi interessa vorrei attirare la vostra attenzione su un documento aggiunto e su una specifica circostanza. Questo è il contratto stipulato fra il Ricovero e la Compagnia Madre di Assicurazioni per la vostra ipotermia, custodia e revivificazione, e potete constatare che la retta è stata interamente pagata in anticipo, ma quanto all’amministrazione del vostro patrimonio, è tutta un’altra cosa. Il contratto di custodia con cui la Società Assicuratrice ci affida i suoi clienti non ha niente a che fare con l’amministrazione dei loro beni, cui provvede la Società stessa, che poi passa a noi i documenti e i certificati, al risveglio del cliente.
— Insomma, signor Doughty, non capisco… Dove volete arrivare?
— Avete altri beni, oltre quelli affidati alla Compagnia Madre?