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Stesso topo. Il gatto entrò. Il topo sollevò lo sguardo, vide il gatto e tornò ad annusare disinteressato la gabbia. Quindi si avvicinò al gatto che gli balzò addosso immediatamente e lo uccise.

Will disse: — Niente amigdala, niente paura.

— Niente paura ricordata — precisò Strukov. — La paura istintiva può ancora essere indotta, come, per esempio, gettando il topo da una grande altezza e monitorandone le biorisposte durante la caduta. La paura di cadere è istintiva. Quella ricordata, invece, dipende dai recettori NMDA posti nelle amigdale. Creano un tracciato neurale permanente, come alcune droghe che si trovano per la strada, che a sua volta altera permanentemente la reazione. L’organismo non può "non" provare paura dato uno stimolo adeguato. Angelique, ça va.

L’agglomerato di neuroni dell’amigdala riapparve. Alcune linee evidenziate collegavano svariati siti recettori gialli e arancione.

— Inoltre — proseguì Strukov — sono in grado di far sviluppare il processo in senso inverso. Innescando le modifiche virali corrette, iniettandole nel sangue o nel fluido cerebrospinale, i trasmettitori naturali di eccitazione come il glutammato, fra molti altri, possono essere trasformati in eccitotossine. Di conseguenza, i tracciati della paura possono essere creati anche senza una precedente esperienza. Ovviamente, non sono specifici della memoria, visto che non ne esiste ricordo. Non c’è alcun input proveniente dall’ippocampo. I tracciati della paura, tuttavia, risultano permanenti, perché non dipendono dalle molecole che rimangono nel cervello. Il Depuratore Cellulare può anche intervenire due minuti dopo l’iniezione, ma voilà! I tracciati NMDA sono già stati formati.

"Inoltre il processo metabolico che muta la struttura neurale è magnificamente complesso e così le variazioni possibili sono meravigliosamente differenziate. Sono in grado di creare le reazioni permanenti per paure abbastanza specifiche, se la risposta istintuale basilare è codificata geneticamente. Angelique, ça va."

Altra registrazione in tempo reale: Jennifer riuscì a stabilirlo dalla qualità dell’ologramma. Un ragazzino arabo, non modificato geneticamente nell’aspetto fisico, trascinava oziosamente i piedi. Si sedette in una stanza indescrivibile, giocando a qualcosa sull’oloterminale. Strukov entrò nella stanza e premette un pulsante. Un’intera parete svanì, aprendo la stanza su un giardino con un ruscello invitante e alte palme da dattero. Il ragazzino impallidì di colpo. Cominciò a respirare affannosamente sollevando e abbassando la cassa toracica. In preda al panico, girò le spalle al giardino e premette la faccia contro la parete opposta, tremando e mugolando. — No, no, no, no…

— Agorafobia — disse Strukov.

— Permanente? — chiese Will.

— Probabilmente. A meno che non si sottoponga a un’intensa modificazione del comportamento personale o non assuma i farmaci correttivi che il suo Depuratore Cellulare distruggerà, ovviamente, a meno che essi non vengano rinnovati costantemente. Occorrerà un altro virus modificato geneticamente oppure molte, molte applicazioni alla settimana.

— Quanto sarebbe difficile creare un tale virus?

Strukov alzò le spalle. — Per chi? Per i soliti medici? Impossibile. Per una buona struttura di ricerca medica? Difficile ma non impossibile. Per vostra nipote Miranda Sharifi e i Super-Insonni? Chi può dirlo? Angelique, ça va.

Il display mostrò una ragazzina di undici o dodici anni, non araba, con i capelli spettinati e le braccia ossute. Con lei una donna sulla sessantina, seduta a leggere tranquillamente. La ragazzina vagava irrequieta per la stanza, toccando le pareti, le finestre, il terminale, i giochi ma senza fermarsi a utilizzare nulla. Ogni pochi secondi, toccava la donna, come per rassicurarsi che quella fosse ancora lì. Il suo volto, non modificato geneticamente ma grazioso, era distorto da un’ansia perenne.

— Paura dell’abbandono — precisò con soddisfazione Strukov. — Non può sopportare di essere lasciata da sola. Guardate.

La donna più anziana si alzò dalla sedia, appoggiò il libro e disse: — Nathalie, je vais à la cabinet de toilette.

— Non, non, Emilie… s’il vous plaît!

— Un minute, seulement, chérie.

— Non! Vous ne sortez pas!

La ragazzina si aggrappò disperatamente a Emilie. Dolcemente, la donna slacciò le braccia che la piccola le aveva serrato attorno. Nathalie allora si strinse attorno alle gambe di Emilie, cominciando a piangere. Emilie si staccò e andò in bagno, chiudendo la porta a chiave. Nathalie scoppiò in singhiozzi violenti e si accucciò in posizione fetale sul pavimento. Jennifer osservò la faccia della ragazzina. Era una maschera di paura e ansia.

Dopo qualche momento, Emilie uscì dal bagno. Nathalie arrancò fino a lei e si strinse di nuovo alle ginocchia della donna più anziana.

Strukov ribadì: — Paura di essere soli.

Will chiese: — La ragazzina deve stare con una persona in particolare?

— Ma no — rispose Strukov, sorridendo. — Si comporta esattamente allo stesso modo con chiunque si trovi nella stanza. Si sente tranquilla e libera da ansia soltanto quando nella stanza ci sono molte persone e tutte sembrano pronte a restare per parecchie ore. Allora, e soltanto allora, la paura dell’abbandono si attenua. Angelique, ça va… ma questa l’avete già vista, no? Avete deciso che non vi andava bene.

Un paese americano di Vivi all’inizio di autunno: gli alberi accesi di colori. Tre persone lacere stavano vicine su una strada nanolastricata. Dai volti distorti e dalle braccia che si agitavano si deduceva che stessero discutendo animatamente. Un uomo dette uno spintone all’altro. La donna si allontanò, gridando qualcosa a tutt’e due da sopra le spalle e si addentrò in un bosco. Ci furono due primi piani del suo volto terrorizzato quando altri due uomini che indossavano olotute la afferrarono e la costrinsero a entrare in una piccola aeromobile.

— L’hanno chiamato "il legame" — fece Strukov in tono di scherno. — Ma voi lo sapete meglio di me, no? Siete stati voi stessi a produrre l’olovideo che i pezzenti hanno guardato. Dopo averlo visto, si sono iniettati con le siringhe rosse e si sono legati. Adesso, questo è stato ripreso tre ore dopo che la donna era stata portata vìa.

La donna rapita era seduta da sola in una stanza confortevole. Improvvisamente ansimò, si serrò il petto con le mani e scivolò giù dalla sedia. I suoi occhi fissi indicavano che era morta. L’ologramma sovrimpresse una ripresa da robocamera degli altri due uomini legati con lei, tutt’e due morti.

— Un evento elettrico nel cuore — disse Strukov. — Un meccanismo davvero pulito, davvero elegante. Mi piace questa tecnica per controllare i vostri pezzenti. Li rende molto dipendenti l’uno dall’altro e le loro azioni risultano soltanto molto limitate, no? Ottima progettazione. Ma non lo volete. Mi dite di lasciar perdere questa linea di ricerca, di darvi qualcosa di diverso.

Will non rispose direttamente. — L’intera gamma di paure che lei può indurre permanentemente… la biochimica prevede che siano tutte così pronunciate come in questi due esempi?

— Ma no. Questi recettori NMDA sono stati fortemente attivati. Hanno creato tracciati neurali di forza imponente. È possibile creare effetti minori.

Will chiese: — È possibile crearne "per lei"?

— Ma è ovvio. Angelique, ça va.

L’olopalco passò a modalità monitor. Balenarono, una schermata dopo l’altra, schemi, equazioni, diagrammi molecolari, formule chimiche, tabelle di variabilità e reazioni schematiche di ioni, malignamente complessi per quanto erano state semplici le dimostrazioni precedenti.