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Vicki si scansò i capelli dal volto e corrugò la fronte. — Va bene, che cosa ha detto Jackson di Wayland? Quali informazioni ti ha dato che io non avrei potuto scoprire per te?

— Il Supervisore Distrettuale Wayland è morto e quindi…

— Quello lo sapevamo già!

— …la persona che avrebbe dovuto darne notifica al governo statale era la sua bisnipote. Ellie Lester.

— Bisnipote? Ma quanto era vecchio il supervisore distrettuale?

— Non lo so. Lei comunque è la parente più prossima e doveva avvertire lo stato in modo che venissero organizzate delle elezioni speciali per ricoprire la sua posizione. E lei non lo ha fatto.

— Be’, è evidente — commentò Vicki. — Perché darsi tanta pena se nessuno vota più, visto che i Vivi si spostano in continuazione come nomadi? I nomadi non hanno indirizzi elettorali. Nemmeno depositi distrettuali. Niente voti, niente depositi, niente bisogno di un supervisore distrettuale. Comunque è sempre stata una carica utile solo per entrare in politica: non conferiva alcun potere fra i Muli.

Lizzie insistette, cocciuta: — Lei doveva comunicare comunque alla capitale dello stato che c’era bisogno di elezioni speciali.

Vicki sorrise. — Rimango sempre attonita dalle regole che tu ritieni debbano essere rispettate e da quelle che invece sei disposta a infrangere. Non esistono spauracchi nella tua testa incoerente.

— Cosa?

— Lascia perdere. — Comunque effettivamente è strano che il sistema non fosse programmato per avvisare automaticamente il governo della morte ufficiale di un pubblico ufficiale in carica. Ma ancora, forse ha avvisato Harrisburg. Che cos’altro ti ha detto Jackson Aranow di Ellie Lester?

— Non molto — rispose Lizzie. — Ma sembrava… strano nei suoi confronti.

— Strano in che senso?

— Non saprei. Ha detto anche che ci aiuterà.

— Non abbiamo bisogno di lui.

— Be’, verrà comunque. Questo pomeriggio.

— E si porterà dietro di nuovo la feroce Cazie Sanders per proteggersi?

— Non so.

— Se provavi un bisogno così viscerale di trovare un aiuto addizionale fra i Muli, avresti potuto scegliere qualcosa di meglio di Jackson Aranow.

Lizzie non rispose. Cullò Dirk nella speranza che si svegliasse e volesse mangiare. Dirk non la criticava e rappresentava una fonte di delizia infallibile: un neonato calmo, non piagnucolone, che stava già cominciando a sorridere. Sua madre diceva che era aria nella pancia, ma non era vero: più nessuno aveva l’aria nella pancia. Era soltanto un’idea di sua madre che rovinava il piacere a Lizzie, proprio come stava facendo Vicki. Lei, Lizzie, non avrebbe mai fatto una cosa simile a Dirk.

Non gli avrebbe mai detto che sbagliava, non lo avrebbe mai stuzzicato, non avrebbe mai assunto quel tono di voce che strapazzava un bambino e gli rovinava ogni progetto. Lizzie sarebbe stata una madre perfetta. Non avrebbe commesso un solo errore con suo figlio. Quando Dirk veniva allattato, i suoi occhi azzurro scuro si fissavano senza incertezze sul volto di Lizzie, e con quel corpicino compatto e solido fra le braccia lei sentiva che sarebbe potuta morire di felicità. Lo teneva avvolto in tessuto non consumabile, così che il suo corpo non si nutrisse di altro e non diminuisse il periodo dell’allattamento. Non avrebbe mai lasciato Dirk in asso. E avrebbe reso il mondo più sicuro, per Dirk, indipendentemente da "quanto" Vicki rovinasse i suoi progetti.

— A proposito di diavolo. Ecco che arriva un’aeromobile — annunciò Vicky.

Il dottor Aranow atterrò dietro l’edificio, accanto all’area di alimentazione. Lizzie e Vicki indossarono delle tute non consumabili, vecchissime e un po’ rattoppate, ma ancora calde e dai colori sgargianti. Le tute non sbiadivano. Quella di Lizzie era gialla, quella di Vicki turchese. Vicki sorrise mentre infilava la camicia, un sorriso che a Lizzie apparve divertito e di superiorità. A volte Lizzie pensava che Vicki non le piaceva più come da bambina.

— Lizzie. Signorina Turner — disse il dottor Aranow, appena superato il lembo della tenda.

— Il buon dottore — commentò Vicki, ancora sorridendo. Il dottor Aranow arrossì. Lizzie sentì che stava perdendo qualcosa. Si tuffò a bomba sul punto in questione.

— Dottor Aranow, abbiamo bisogno del suo aiuto. Abbiamo un piano ma abbiamo bisogno di lei per portarlo avanti.

— Lo hai detto anche nel collegamento. Come sta il bambino?

— È magnifico, lui — Lizzie sentì la propria voce cambiare di tono e notò il modo più dolce in cui i due Muli la guardarono. Si sentì un po’ più in pace con Vicki. — Ciuccia come un aspirapolvere.

— Bene — commentò il dottor Aranow. — Mi piacerebbe visitarlo, dopo.

— Per quale motivo? — chiese Vicki. — Infezioni? Arrossamento da pannolino? Vene varicose?

— Esistono ancora deficienze strutturali ed endocrine — rispose altezzoso il dottor Aranow. — Il Depuratore Cellulare elimina solo i difetti di funzionamento, non ricostruisce ciò che manca.

Lizzie esclamò: — Ma Dirk non ha deficienze, lui!

— No, sono certo che non ne ha — le disse il medico cercando di tranquillizzarla. — È soltanto un controllo di routine. Ma prima, che cosa sarebbe questo piano per cui avete bisogno di aiuto?

— Si tratta… no, da un’altra parte — suggerì Lizzie. Una piccola folla si dirigeva verso di loro: Tasha, Kim, George Renfrew e il vecchio signor Plocynski, mentre Scott e Shockey ispezionavano l’aeromobile. Al momento Lizzie non aveva parlato a nessuno del suo progetto se non con Vicki. E se fosse arrivata anche sua madre? Lizzie non aveva voglia di rispondere alle domande di Annie.

— Quale altra parte? — chiese Vicki. Stava sorridendo di nuovo.

Il dottor Aranow propose: — Saliamo in aeromobile e decolliamo.

— Nervoso, Jackson? — chiese Vicki. — Non siamo luddisti, sai. Quella che vedi sul volto di Shockey non è rabbia, è invidia.

— Sì, nell’aeromobile — confermò Lizzie. Qualcuno forse le avrebbe impedito di salirci con il dottor Aranow?

Non lo fece nessuno. Era un’aeromobile più grande di quella dell’ultima volta: aveva quattro sedili. Lizzie salì davanti, col bambino, Vicki, dietro. In silenzio, il dottor Aranow fece decollare il veicolo, volò per un chilometro e mezzo fino al fiume (così in fretta!) e atterrò sulla sponda. L’erba era avvizzita e gli steli spessi degli aster rinsecchiti. Rocce grigie e acqua fredda. Sulla sponda opposta, un coniglio che sembrava avere la rabbia sfrecciò via. Lizzie desiderò che l’aeromobile fosse atterrata in qualche altro posto, ma ebbe paura di dirlo. La paura la fece infuriare con se stessa e sentì le parole che le uscivano a voce alta, sfrontate e da Vivo.

— Il Supervisore Distrettuale Wayland è morto, lui. Abbiamo chiamato il suo ufficio per chiedere l’apertura di un deposito perché noi vogliamo restare, noi, nello stesso posto anche in inverno. Il programma ha risposto che noi non eravamo registrati come votanti nella Contea di Willoughby e che non potevamo avere gettoni per il deposito senza essere registrati. Poi il programma ha detto che era necessario avere la residenza da tre mesi. Ci siamo messi in lista e abbiamo aspettato tre mesi. Sono scaduti ieri. Allora abbiamo richiamato e il programma ha detto che il Supervisore Wayland non era disponibile.

— "Morto" è decisamente non disponibile — commentò Vicki dal sedile posteriore. Lizzie la ignorò.

— Allora ho saccheggiato qualche banca dati per scoprire dov’era il supervisore. Non era da nessuna parte. Ho controllato nel database delle morti. È morto un mese fa. Lei era indicato come il "medico certificante".

— Già — ammise il dottor Aranow. Aveva un’espressione vacua.