— Ormai siamo qui — disse al pilota. — Vada a La Solana.
Il pilota scrollò le spalle e diede le coordinate all’aereo.
Theresa vide la tenuta ben prima che la raggiungessero. Un pallido semi-ovoide azzurro che brillava nel deserto, privo di tratti caratteristici e perfetto come un uovo di pettirosso. Terry Mwakambe, il più dotato dei fisici applicativi di Miranda Sharifi, aveva programmato quello scudo per Leisha. Non c’era nulla di simile da alcuna altra parte della Terra, se non all’isola abbandonata di Huevos Verdes, dove Miranda aveva creato le siringhe del Cambiamento.
Lo scudo non era di energia-Y, ma di qualcos’altro. Theresa non sapeva di cosa si trattasse. Si estendeva sotto terra come nell’aria. Nulla che avesse un contenuto di DNA non registrato nelle banche dati della sicurezza poteva attraversare la cupola azzurra: niente uccelli, niente vermi, niente microbi. Né ci passava nulla che non fosse accompagnato da un DNA che "fosse" registrato nelle banche dati: niente missili, robot o rocce. Lo scudo teneva fuori anche tutte le radiazioni, a parte qualcuna: nulla se non un’arma nucleare poteva distruggere quello scudo.
Theresa si incamminò dall’aereo verso l’uovo di pettirosso semisepolto. Il sole del deserto le colpì il capo scoperto. Un debole vento agitava l’incredibile ammasso di oggetti accumulati contro lo scintillante azzurro. Pile di olocassette. Una bambola. Una bandiera americana a brandelli. Fiori di plastica, fazzoletti insanguinati, il cranio sbiancato dal sole di un animale, strumenti da scasso contorti e piegati. E una piccola bara sigillata. Theresa sentì lo stomaco rivoltarsi. Era soltanto simbolica o la cassa conteneva il corpo di un bambino nonCambiato, morto di una malattia che poteva essere curata da altre siringhe del Cambiamento?
Una sezione della parete azzurra scintillava: era uno schermo enorme, un quadrato di tre metri. Mostrava l’immagine di un uomo sulla quarantina ma che Theresa sapeva avere settantasette anni. Gli occhi scuri sopra la folta barba nera apparivano stanchi.
— Sono Richard Sharifi, il padre di Miranda Sharifi. Non è concesso l’ingresso a La Solana in nessuna circostanza. Se volete lasciare un messaggio per Miranda Sharifi, dite al registratore quando intendete iniziare a parlare. Tutti i messaggi per Miranda verranno trasmessi quotidianamente a Selene. Nessun oggetto che lascerete fuori da queste mura verrà mai recuperato o esaminato. Grazie. — L’immagine scomparve.
Tutto lì. Theresa serrò le mani. — Registratore, avvio.
— Registratore attivato.
— Mi chiamo Theresa Aranow. Lei non mi conosce. Io… io non sono nessuno. Tuttavia ci sono dei bambini che muoiono perché non sono Cambiati…
Si interruppe. Richard e Miranda Sharifi lo sapevano già. Che cosa poteva dire loro per interessarli, convincerli… che cosa? Che la gente aveva bisogno di aiuto? Chi era lei per pensare di potere aiutare qualcuno? Certe mattine non riusciva nemmeno a scendere dal letto.
Non quel giorno. Tentò di nuovo.
— Io non sono nessuno. Non sono nemmeno Cambiata. Volevo… ho bisogno di restare quello che sono perché non sono normale, come Mulo, e se lo perdo, allora perdo anche Theresa. Perdo… il modo in cui sono devo essere, il modo per trovare quello che sto cercando.
Le stava succedendo qualcosa, dentro. La sensazione di competenza che aveva provato quando si era finta Cazie le tornò, ma non perché si stava fingendo qualcun altro. Perché in quel momento lei era la Theresa più vera e solida. Le parole le sgorgarono fuori, come le era accaduto quando aveva parlato con Sorella Anne al convento delle Sorelle del Cielo Misericordioso.
— Potrei essere Cambiata e forse non ha importanza. Sono costosa, per come sono adesso, lo so. Devo mangiare cibo vero. Devo tenere una casa libera da germi. Devo avere sempre acqua potabile. Tutte queste cose costano denaro e se io non ne avessi così tanto, e se mio fratello non fosse medico, sarebbe ingiusto che non fossi Cambiata, perché risulterei un fardello terribile per tutti gli altri. Ma io "ho" i soldi e "ho" Jackson e quindi per me sarebbe ingiusto cambiare le cose per non soffrire. Io devo soffrire. Tutti hanno bisogno di soffrire, in un modo o nell’altro, altrimenti diventano… trascurati. No, non è quella la parola giusta. Miranda…
Stava parlando direttamente con Miranda che non era neppure sulla Terra, ma non importava. Theresa proseguì.
— Miranda, non conosco la parola giusta per descrivere come diventa la gente quando non si sente più ferita e sola. Però le accade qualcosa. Quando continua a prendere quel genere di neurofarmaci per non sentirsi "se stessa", presto non riesce più a sentire nemmeno l’altra gente. Diventano tutti come gli amici di Cazie, e forse come la stessa Cazie, non so. Cazie è buona, in fondo, ma ha inalato tanta roba per coprire la propria sofferenza che non si è più accorta nemmeno della sofferenza di Jackson e, dopo, non si è più accorta nemmeno di Jackson. Lui è solo un altro mobile nella sua vita, un altro robot.
"Le persone devono soffrire. Devono permettersi di sentire la sofferenza. Devono sopportarla e non cercare di eliminarla con l’Endorbacio, i neurofarmaci, il sesso, i soldi: è l’unico motivo per cui sappiamo che dovremmo fare qualcosa di diverso, che dovremmo continuare a cercare con più impegno dentro di noi e dentro gli altri. Non si può solo aggirare il dolore, bisogna passarci attraverso per arrivare dall’altra parte, dove l’anima è… Oh, non lo so! Non sono abbastanza intelligente per sapere! Nella mia modificazione genetica embrionale è andato storto qualcosa, non sono intelligente come Cazie o Jackson, ma so che dovresti darci altre siringhe del Cambiamento perché i bambini vivano abbastanza a lungo da sentire il proprio dolore e cominciare a imparare. Forse non avresti dovuto darci le siringhe. Però lo hai fatto e ora i Vivi non possono sopravvivere senza perché noi Muli li abbiamo lasciati in asso e controlliamo tutte le risorse. Ci devi dare altre siringhe del Cambiamento perché quei bambini possano vivere abbastanza da cercare quello che importa davvero.
"Però c’è anche qualcos’altro che non va. C’è un accampamento a New York, lo stato, non la città, che ha un nuovo tipo di siringhe del Cambiamento. Sono rosse e hanno uno strano effetto su quei Vivi. Quelli che vengono iniettati restano legati da feromoni o da qualche altra cosa in gruppi di tre, e non si possono mai allontanare a vicenda, altrimenti muoiono. Muoiono sul serio. Le siringhe sono arrivate con una cassetta che mostra proprio te che spieghi che le siringhe sono un altro dono da parte tua. I Vivi ci credono. Però è sbagliato. Quell’ologramma è falso e le nuove siringhe rendono solo più difficile provare il dolore individuale e accorgersi l’uno dell’altro. Le triadi sono confuse in una specie di bolla, non sono più persone vere, hanno il conforto di non sentirsi mai sole ma, se non si possono sentire sole, come possono provare il proprio dolore e poi cominciare a superarlo verso…"
— Quali nuove siringhe? — chiese Richard Sharifi.
Theresa strizzò gli occhi. L’immagine sulla parete azzurra e scintillante era in diretta. I tristi occhi di Richard Sharifi la fissavano, in attesa di una risposta.
— Le… le nuove siringhe che qualcuno ha lasciato all’accampamento nelle montagne dello stato di New York, a… — Non riusciva a ricordarne le coordinate. — Siringhe rosse, e c’era un ologramma di Miranda che non era realmente Miranda…
Richard Sharifi voltò la testa. Corrugò la fronte e disse: — No… — La sua immagine enorme rimpicciolì improvvisamente, e Theresa si trovò a guardare uno schermo non più grosso di dieci centimetri. Su di esso, Richard Sharifi venne sostituito da una donna non bella, con i capelli scuri e crespi tenuti indietro da un nastro rosso.
— Theresa. Sono Miranda Sharifi.
Theresa boccheggiò: — Stai… stai parlando da Selene?
— Ti prego, dimmi tutto quello che sai su queste nuove siringhe e sulla cassetta olografica lasciate alla tribù dei Vivi. Comincia dall’inizio, vai piano, e non tralasciare nulla. È molto importante.