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GRUPPO DI ORIGINE: "La Tribù Carter" Texas

MESSAGGIO:

La famiglia Carter ha diretto ranch nel Texas Occidentale da 250 anni. Siamo abituati a sostenerci a vicenda. Adesso non ci sono più ranch da dirigere, ma ci sosteniamo ancora a vicenda. Io sono Molly Carter, io. Ho sei figli, diciassette nipoti, venti bisnipoti e altri ancora in arrivo. Ma non abbiamo più siringhe del Cambiamento per i nuovi bisnipoti. Io le chiedo di mandarcene, per favore, delle altre.

Mio figlio Ray Junior, lui, porterà questo messaggio in un posto dove c’è la radio a Lubbock, per spedirglielo nello spazio.

CONFERMA RICEZIONE: Nessuna

15

Nulla era mai quello che ci si aspettava, pensò Jackson.

Quando aveva accompagnato Shockey, Lizzie, Dirk e Vicki alla Kelvin-Castner Pharmaceuticals, si era aspettato di affrontare un’impresa difficile. Si era aspettato una crisi di panico dopo l’altra dei Vivi di fronte a un ambiente estraneo e sconvolgente perfino "prima" di inalare il neurofarmaco che li aveva resi così carichi di ansia e di paura verso tutto ciò che era nuovo. Aveva immaginato lotte fisiche con Shockey perché fornisse campioni di tessuto e proteste isteriche da parte di Lizzie quando fossero stati prelevati dei campioni da Dirk. Aveva contato sul fatto che Vicki lo avrebbe aiutato in quelle ipotetiche lotte. Aveva immaginato che lui e Thurmond Rogers avrebbero avuto una lunga e intensa conversazione sulle implicazioni di un farmaco che non era soggetto al Depuratore Cellulare. Le analisi dei tessuti sarebbero state una priorità assoluta, per Rogers, quindi il referto sarebbe stato preparato in fretta.

Non era accaduto niente di tutto ciò.

La sua aeromobile era stata accolta sul tetto della Kelvin-Castner, all’interno dell’Enclave di Boston Harborside, da due robot della sicurezza di alta qualità. I robot avevano afferrato con efficienza tutti, tranne Jackson, e avevano applicato loro maschere che li avevano resi immediatamente inoffensivi. Perfino Vicki. Poi, i robot avevano caricato su fluttuanti le quattro persone in stato di incoscienza e, ignorando le proteste di Jackson, le avevano portate giù con un ascensore fino a un laboratorio. Lì, altri robot avevano spogliato Shockey, Lizzie e il piccolo e avevano prelevato campioni: saliva, fluido cerebrospinale, sangue, urina, feci e cellule di ogni organo. I campioni erano stati estratti con lunghi aghi nanocostruiti, le loro pareti spesse soltanto qualche atomo, usati di solito per le biopsie. Quindi erano seguite tutte le scansioni, dalla conduttanza della pelle fino alla TAC cerebrale, sotto svariati stimoli. Non apparve mai nessuno in carne e ossa. A Jackson risultò chiaro che quella procedura era già sperimentata.

Da quanto tempo la Kelvin-Castner rapiva, come cavie da esperimento, Vivi che non potevano protestare, o che non l’avrebbero fatto comunque?

Era stato Jackson a protestare. — Thurmond, voglio parlare con te! — Ma aveva ottenuto in risposta solo uno sciocco ologramma preregistrato. — Salve, Jack. Mi dispiace di non essere lì personalmente, ma sono nel bel mezzo di una riunione che non posso lasciare. Se vuoi qualcosa da mangiare o da bere, mentre vengono presi i campioni, devi solo chiedere al sistema della stanza. Ti chiamerò quando avrò qualcosa da riferirti. Saluti cari a tua sorella.

— Thurmond, maledizione… Attivare sistema della stanza!

— Sistema della stanza attivato — annunciò la stanza. Aghi così sottili da risultare a mala pena visibili scesero simultaneamente nei ventri nudi di Shockey, Lizzie e Dirk. Vicki, ancora vestita, giaceva in un angolo sul suo fluttuante, respirando dalla maschera.

— Aprire una comunicazione prioritaria con Thurmond Rogers!

— Mi dispiace. Questo sistema può fornire solamente registrazioni e vettovaglie.

— Questa è un’emergenza medica. Comunicazione per il sistema di emergenza.

— Mi dispiace… questo sistema…

— Disattivare sistema!

Avrebbe registrato un messaggio incandescente per Rogers. Avrebbe tolto il respiratore a Vicki e visto se lei era in grado di inserirsi nel sistema. Però era Lizzie il pirata informatico, non Vicki, e Lizzie al momento aveva una sonda flessibile infilata nella gola che prelevava campioni di cellule dai suoi bronchi. Quindi Jackson non fece nulla, oltre fumare e camminare per un’ora, rifiutando di sedersi sull’unica poltrona confortevole della stanza, per rabbia o per ridicola autoflagellazione.

Quando la Kelvin-Castner ebbe preso tutti i pezzi umani che desiderava, i robot della sicurezza portarono Shockey, Lizzie, Vicki e il piccolo al tetto, li caricarono con efficienza sull’aeromobile di Jackson, tolsero loro i respiratori e fluttuarono via. Un minuto dopo, liberati i polmoni, loro si svegliarono.

— Bene che cosa stiamo aspettando? — chiese Lizzie. — Non entriamo? — Dirk si era accucciato contro il collo di sua madre, piagnucolando impaurito perché il mondo era più grande di Lizzie.

Jackson tornò all’accampamento e i tre Vivi scomparvero all’interno. — Non sono affatto contenta, Jackson — disse Vicki. — Dovevi svegliarmi. Anch’io avevo delle domande da porre.

— Non avresti ottenuto alcuna risposta.

— Non fa niente. — La donna gli lanciò un’occhiataccia. — Promettimi che non tornerai alla Kelvin-Castner e non parlerai con Rogers senza che ci sia anch’io. Il sistema di Lizzie ci può mettere in collegamento multiplo.

— Non penso…

— Io sì. Promettimelo.

E Jackson, per stanchezza o rassegnazione o riguardo o qualcos’altro, aveva promesso.

Da allora non era più accaduto nulla. Erano passati quattro giorni e Thurmond Rogers non aveva contattato Jackson né aveva risposto alle sue chiamate. Theresa passava tutto il tempo nello studio al piano superiore, di cui Jackson non doveva sapere nulla, senza presentarsi nemmeno per i pasti. Lasciava periodicamente a Jackson dei messaggi dicendo che stava bene. Jackson camminò avanti e indietro, si gingillò e si dimenticò di mangiare finché il suo fisico si ribellò. Lui si addormentò nudo nella sala di alimentazione mentre il suo corpo assorbiva le sostanze nutrienti di cui aveva bisogno.

Il quarto giorno, di mattina presto, lo chiamò Cazie. Jackson non rispose. Si rotolò su un fianco, nella camera da letto oscurata, dando la schiena alla parete schermo e lasciando che il messaggio venisse registrato.

— Jackson, rispondi. So che sei lì.

Tutto a un tratto Jackson si sentì infastidito. Perché Cazie presumeva sempre di sapere tutto su di lui?

— Ascolta abbiamo bisogno di parlare — fece Cazie. — Ho appena ricevuto un messaggio privato da un mio vecchio amico, Alexander Castner della Kelvin-Castner Pharmaceuticals. Penso di avertelo presentato una volta a una festa. Ti ricordi di lui?

Lentamente Jackson si voltò sul letto per fissare lo schermo. Nell’angolo in basso, sotto il volto di Cazie, scintillava il segnale di chiamata criptata. Stava trasmettendo su una linea fortemente schermata.

— Alex sta contattando alcuni importanti investitori, in modo molto riservato. La Kelvin-Castner ha per le mani qualcosa di veramente grosso. Qualcosa che vogliono sviluppare molto in fretta. Alex pensa di portare un prodotto farmaceutico completamente nuovo allo stadio di brevetto prima di chiunque altro. Senti questa: "riesce a superare il Depuratore Cellulare producendo effetti farmacodinamici permanenti". Le applicazioni nel mercato delle sole droghe del piacere sono sbalorditive. Si potrebbero eliminare gli inalatori!

"Alex però non sa chi altri ci stia lavorando sopra o quanto sia vicino a presentare un brevetto, quindi si deve muovere il più in fretta possibile. Ha bisogno di afflussi ingenti di capitali, talenti e tempo informatico. Jack, la TenTech dovrebbe buttarsi nell’impresa, presto e in modo massiccio. È il genere di opportunità che ci farebbe arrivare negli International Fifty. Ho messo insieme qualche dato preliminare per te. E ovviamente anche per Theresa. Però abbiamo bisogno di impegnarci presto, oggi stesso se possibile. Maledizione, Jackson, rispondi alla chiamata!