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— Allora verremo noi da te — replicò pacatamente Jackson.

— Lascia che cominci col dirti che genere di esami abbiamo effettuato sui tuoi soggetti e quali sono stati i risultati. Abbiamo trovato… ma è necessario?

Vicki aveva estratto dalla tasca della tuta un registratore e lo stava puntando contro l’immagine di Rogers. Disse: — Assolutamente. Cominciamo col documentare che il dottor Rogers si è sigillato nei laboratori bioprotetti della K-C perché ha scoperto qualcosa di veramente allarmante su questo nuovo neurofarmaco e che non ha alcuna intenzione di correre il benché minimo rischio che questo possa raggiungere in qualche modo il suo colto e costosissimo cervello. Dico bene, dottor Rogers?

Rogers la fissò con disprezzo. — Come avevo iniziato a dire, abbiamo effettuato analisi esaustive sulle scansioni mediche dei soggetti e sui campioni di tessuto. Quello che abbiamo trovato, Jackson, è soltanto allo stadio preliminare, ma è stupefacente. I soggetti hanno inspirato una molecola modificata geneticamente trasmessa per via aerea, probabilmente un virus costruito. La molecola in sé non è disponibile per essere analizzata, essendosi scissa appena raggiunto il cervello. Siamo stati in grado di seguirne il passaggio e di formulare ipotesi grossolane sulla sua parziale composizione partendo dai suoi effetti farmacodinamici.

Rogers trasse un profondo respiro. La cosa sembrò calmarlo, anche se il muscolo continuava a contrarsi appena sopra il colletto. Jackson si chiese che cosa avesse mischiato all’aria del suo ufficio. — La molecola, qualsiasi cosa fosse, era apparentemente studiata per agire su molteplici siti neurali agonisti e antagonisti, puntati…

Vicki lo interruppe: — E in parole comprensibili per gli avvocati questi termini significherebbero…

— Jackson, è "necessario"?

— Pare di sì — rispose Jackson.

Rogers fissò Vicki con espressione impassibile. — Un "agonista" attiva recettori neurali specifici, facendo sì che essi cambino la loro biochimica. Un "antagonista" blocca altri sottotipi di recettori.

— Grazie — disse Vicki con dolcezza. All’improvviso Jackson ebbe l’impressione che lei sapesse già quelle cose e che stesse soltanto cercando di rendere la vita difficile a Rogers.

Rogers continuò. — La molecola pare avere una forte affinità di legame per il recettore o i recettori posti nel complesso amigdaloide. Scansioni JEM mostrano proprio lì un’elevata attività recente di afflusso di sangue, sia nelle aree limbiche sia in quella temporale destra della corteccia cerebrale. Apparentemente la molecola ha provocato un effetto a cascata molto complesso, in cui il rilascio di determinate ammine biogene ha provocato il rilascio di altre sostanze chimiche e così via. Abbiamo già identificato dei cambiamenti nello sviluppo di dodici peptidi diversi e probabilmente si tratta soltanto del principio. Ci sono anche cambiamenti nella sincronia dell’innesco neurale.

— La somma di tali cambiamenti porta forse a mutazioni permanenti nei recettori NMDA? — chiese Jackson.

— Temo di sì. I cambiamenti sembrano includere l’alterazione di creazione di ammina e la presenza di ammine che compaiono soltanto in condizioni patologiche. Inoltre ci sono cambiamenti nella composizione dei recettori, nei processi dei neurotrasmettitori, nelle sinapsi e perfino nella reazione cellulare interna. Anche se queste scoperte in particolare risultano decisamente preliminari. Si riscontra anche una significativa morte cellulare del genere provocato da traumi o da stress prolungati. La stessa architettura neurale è stata reimpastata.

Jackson si trovava in piedi e stava camminando avanti e indietro prima ancora di rendersene conto. — Che corrispondenze di dati hai ottenuto dalle mappe neurali?

— Ci sto arrivando. I soggetti hanno mostrato un aumento forte e costante del battito cardiaco, anche durante il sonno. Alta conduttanza della pelle. Marcato stress a livello cellulare. Fluido cerebrospinale, urina, saliva, sangue: tutto mostra un forte tasso di prodotti da degenerazione di neurotrasmettitori. La mappa corrisponde a quella di una bassa soglia di eccitazione limbico-ipotalamica, alto stress cronicizzato, forte inibizione radicata in cambiamenti permanenti nel tracciato efferente primario delle amigdale.

Vicki disse di nuovo: — In parole povere, per favore?

Fu Jackson a risponderle. — Il neurofarmaco, qualsiasi cosa sia, ha prodotto in Shockey e in Dirk la biochimica di persone fortemente inibite, terrorizzate da qualsiasi novità, cariche di paura di distacco da persone familiari, incapaci di alterare la routine conosciuta in quanto farlo provocherebbe un’ansia dolorosa.

— La bambina di Sharon… la piccola Callie — ricordò Vicki.

— Sì. È normale che i bambini avvertano una forte ansia rispetto agli estranei e inibizione rispetto alle novità fra i sei e i nove mesi d’età. A quel punto, però, la maturazione attenua la paura dell’estraneo quando le funzioni complesse del cervello sopprimono quelle più primitive. Questa però… questa è una regressione all’inibizione provata dai piccoli che soffrono delle forme inibitorie più gravi. "Permanentemente". E senza alterare il DNA o affidandosi alla presenza di sostanze chimiche estranee: infatti le due cose verrebbero distrutte dal Depuratore Cellulare. Si è creata una paura naturale di tutto ciò che è nuovo o diverso.

"Come Theresa" pensò Jackson senza dirlo a voce alta. Un accampamento pieno di Theresa. Una nazione piena di Theresa? Erano state infettate altre tribù?

— Ma "perché"? — chiese Vicki.

Rogers la squadrò con disgusto. — Il ruolo del sistema nervoso è quello di generare comportamenti. Ovviamente c’è qualcuno che sta effettuando esperimenti su questo tipo di comportamento.

— Non è una risposta.

— Non ho una risposta — replicò Rogers. — Cosa vi aspettavate in quattro giorni? Ogni neurone del cervello è in grado di ricevere fino a centomila contatti dagli altri neuroni con i quali è collegato a piramide. Inoltre, esistono siti recettori in altri organi che non sono il cervello: ci sono immense variazioni individuali nell’architettura neurale e nella reazione ai farmaci; ci sono…

— Va bene, va bene — troncò Vicki. — La vera domanda è: cosa potete fare? Potete creare un neurofarmaco che inverta gli effetti?

— Jackson — fece Rogers — di’ alla tua amica che è maledettamente più facile danneggiare organismi viventi che non ripristinare il danno. Dille…

— …che tu non hai avuto alcun problema nello scoprire un modo rapido per sfruttare il cosiddetto danno — intervenne Vicki. — Bisogna solo studiare come può essere alterata permanentemente l’architettura neurale per svicolare al Depuratore Cellulare, quindi adattare la scoperta al redditizio mercato delle droghe del piacere. Non è quello che hai detto a Cazie Sanders? Quindi devi avere intravisto almeno una possibilità di trovare delle scappatoie in quella biochimica che si presupponeva inalterabile.

— Ha ragione, Thurmond, e tu lo sai bene — rincarò Jackson. — La Kelvin-Castner dovrebbe impegnarsi a combattere questa cosa.

— Lo faremo, ovviamente — disse Rogers. — Ma le enclavi hanno difese contro i missili a testata biologica e i singoli edifici possono attivare un riciclaggio interno di aria. Possono farlo anche le maschere antigas. Potremmo non essere troppo precipitosi nella creazione di un antidoto. Per il bene civico comune.

A Jackson si mozzò il fiato. Rogers stava affermando che i Muli probabilmente non sarebbero stati esposti al contagio del neurofarmaco inibitore, se fossero stati attenti. Soltanto i Vivi. E i Vivi inibiti, terrorizzati dalle novità, impauriti dalla separazione dal familiare, Vivi simili avrebbero costituito una minaccia di ben minore entità. Non avrebbero attaccato le enclavi alla ricerca di siringhe del Cambiamento. Non avrebbero affatto attaccato le enclavi. Avrebbero continuato semplicemente a vivere le loro vite inibite e impaurite in una tranquilla disperazione, lontani dagli occhi e dal cuore dei Muli, finché la vulnerabilità alla malattia della successiva generazione di nonCambiati ne avrebbe ucciso la maggior parte.