Scoppiò a ridere: stava troppo bene per seccarsi. — Non cedi mai, eh?
— Se lo facessi non ti piacerei. Soltanto biochimica?
Lui le avvolse attorno un braccio. Dovevano tornare all’aeromobile: quel campo irregolare era terreno duro. Ed esposto. Era ricoperto anche di insetti che pungevano. E poi lui doveva vedere Theresa, tornare alla Kelvin-Castner, intraprendere la battaglia legale perché la K-C condividesse i dati con la CDC visto che il neurofarmaco si era trasformato da atto di terrorismo casuale a motivo di crisi per la salute pubblica.
La voce di Vicki fu improvvisamente incerta, quella qualità inaspettata che si presentava nei momenti più inaspettati. — Jackson? Biochimica?
Lui la strinse più forte. — Non biochimica. Amore.
E quella era, e allo stesso tempo non era, la verità. Come tutto il resto.
EPILOGO
Novembre 2128
Tutti gli stranieri e i mendicanti sono inviati da Zeus e un dono, per quanto piccolo, è prezioso.
Jackson aspettava dietro l’orribile struttura di un edificio distrutto, tenendo l’equipaggiamento in ombra. Solita procedura. L’edificio era di cemespugna, perciò non poteva bruciare, ma gli avevano fatto di tutto: era stato colpito, ammaccato, depredato, perfino bombardato. Distruzioni antiche cominciavano a essere ricoperte dal cudù modificato che ammantava il resto di St. Louis, forse il luogo più orribile in cui Jackson fosse mai stato.
Negli ultimi sette anni, era stato in moltissimi posti orribili.
Theresa e Dirk si erano preparati e avevano iniziato l’avvicinamento. Dirk, otto anni e ancora nuovo alla preparazione, si stringeva forte alla mano della madre. Lizzie, ovviamente, non aveva bisogno di prepararsi: non aveva mai contratto il virus inibitorio. Tuttavia guidava Dirk che, nel corso dell’ultimo anno, aveva fatto progressi enormi nel fingersi un’altra persona: la chiamava "Treeboy". Dirk aveva imparato a prepararsi con l’adattabilità tipica dei giovani, ancora presente sotto l’inibizione impaurita stimolata artificialmente nelle sue amigdale. "Treeboy", creato per immaginazione ma neurochimicamente reale, era più ardito e più libero di Dirk. Jackson aveva le scansioni cerebrali che lo dimostravano.
Theresa faceva strada. Theresa, la più lacera dei tre patetici straccioni. Theresa, i cui capelli chiari ricresciuti dalla calvizie erano i più sporchi di quelli dei tre. Theresa, con le mani più vuote, per la quale era più difficile che per chiunque altro.
Theresa, che finalmente era felice.
I tre mendicanti si avvicinarono all’edificio semi intatto dove era accampata la tribù di infettati. Tutti i Vivi, ovviamente, si erano rifugiati all’interno. Theresa, Dirk e Lizzie si acquattarono davanti alla porta chiusa e cominciarono a mendicare.
— Dei vestiti caldi, per favore. Oh, per favore, dateci dei vestiti caldi se ne avete di scorta, di notte fa così freddo…
Jackson lo sapeva: sarebbero rimasti lì per giorni, se fosse stato necessario. Quella volta, lui pensava che non fosse il caso. I mendicanti avevano con loro un bambino. Gli inibiti, all’interno e all’esterno delle enclavi, erano più propensi ad aprire alle donne e ai bambini. L’Ordine del Cervello Spirituale, Jackson odiava quel nome, ma lo aveva scelto Theresa, aveva tremila membri disseminati per il paese, senza contare i medici affiliati e gli sponsor industriali, ma solo il ventotto per cento era di sesso maschile. Eppure il numero continuava a crescere. L’Ordine cresceva.
Quasi con la stessa velocità con cui si diffondeva l’inibizione.
Comunque le maggiori ditte farmaceutiche, la Kelvin-Castner, la Lilly, la Genetech Neuropharm, la Silverstone Martin, erano vicine a un antidoto. Lo sarebbero state ancor più se la piaga inibitoria si fosse trasmessa più facilmente. La razza umana era stata fortunata. Se una persona in un accampamento o in un’enclave veniva infettata, di solito la malattia si trasmetteva a tutti per le condizioni sanitarie scadenti e per le abitudini di alimentazione dei Cambiati. La trasmissione fra gli accampamenti e le enclavi, tuttavia, risultava lenta perché, una volta infettati, gli inibiti non andavano in visita e non ne ricevevano.
Theresa stava cambiando quell’attitudine.
— Vi prego, soltanto un cappotto caldo… — pregò il piccolo Dirk.
A volte all’accampamento si limitavano ad aprire la porta e a lanciare fuori quanto era stato chiesto: vestiario, una brocca d’acqua, un cono a energia-Y d’avanzo per scaldarsi. I mendicanti non andavano via. C’era una cosa da dire sugli ordini religiosi, pensò Jackson aspettando di fare la sua parte nell’ombra: erano insistenti. Matti, forse, ma insistenti.
E, a volte, efficaci.
La porta dell’edificio dei Vivi si aprì di uno spiraglio. Un uomo vi passò attraverso, seguito da una bambina. Jackson attivò gli zoom delle lenti. La bambina non era Cambiata, Jackson studiò la chiazze calve e infiammate su un fianco del cranio: lesioni arrotondate, crostose al centro e squamate sui lati. Tigna, molto probabilmente. Per il resto, però, la bambina appariva sana, anche se inibita. Ma non come altri. Il neurofarmaco traditore, come ogni altra droga, agiva su persone diverse in modo diverso. Esistevano perfino casi di immunità naturale, studiati con bramosia dalle industrie farmaceutiche e dalla CDC.
La bambina si chinò dietro le gambe dell’uomo ma sbirciò verso Dirk.
Treeboy sorrise.
Forse Jackson non avrebbe atteso a lungo per fare la sua parte.
L’equipaggiamento era pronto, caricato su un fluttuante: medicine, un roboinfermiere e, cosa più importante, olocassette da vedere sul terminale dell’accampamento, un terminale cui erano abituati, che faceva parte della solita routine. Theresa avrebbe iniziato con gli ologrammi sulla cura medica dei bambini non Cambiati. Perfino i più inibiti avrebbero fatto qualcosa di nuovo se ne andava della vita dei figli. Più bambini nonCambiati nascevano, più divenivano disperati gli inibiti, e quel bisogno era la chiave per entrare nelle loro vite.
Una volta dentro, Theresa avrebbe presentato ologrammi sulla preparazione. Lei stessa, sempre spaventata, avrebbe insegnato come superare la paura immaginando un sé differente. In seguito, avrebbero imparato le tecniche di biofeedback che avrebbero reso neurochimicamente reale quel sé differente. Temporaneo, ma reale. E pronto all’uso quando se ne avesse avuto bisogno.
O finché non si fosse trovata una soluzione medica al problema.
Una soluzione medica sarebbe stata più semplice, più facile, più veloce. Sarebbe bastato prendere un neurofarmaco. Con il neurofarmaco giusto sarebbero diventati meno paurosi, più entusiasti, più speranzosi, meno infuriati, più letargici: qualsiasi cosa. Ma Theresa e i suoi discepoli non usavano neurofarmaci. Quindi, come Jackson aveva sempre sostenuto, la questione non era: "Quanto sono influenzati neurochimicamente gli esseri umani?" La questione era: "Perché non venivano influenzati da altro se non dalla neurochimica?". Perché, e come, uomini e donne potevano scegliere di agire contro la paura, il desiderio, la speranza, la rabbia, l'inerzia? Chiaramente perché erano in grado di scegliere. Lo stava facendo Theresa proprio davanti ai suoi occhi. Quindi, non "l'uomo non è soltanto un ammasso di sostanze neurochimiche?" Ma piuttosto "come può l'uomo diventare qualcos'altro?"
Jackson non conosceva le risposte. A sette anni di distanza, quelle domande lo mettevano ancora a disagio.
Si alitò sulle mani: si stava facendo freddo. Jackson attivò i filamenti a energia-Y intessuti nei suoi abiti. Theresa, Dirk e Lizzie scomparvero all'interno dell'edificio: ottima cosa visto che gli stracci che indossavano i mendicanti non avevano inserti a riscaldamento-Y. E nemmeno scudi personali. I mendicanti avevano telecomandi monitorati dai medici e dalle infermiere di riserva, spalleggiati a loro volta da robot di sicurezza attentamente nascosti e altamente equipaggiati. Nei sette anni dell'Ordine del Cervello Spirituale di Theresa, i robot di sicurezza si erano resi necessari solo in tre occasioni. Gli inibiti non erano famosi come combattenti.