Il sole cominciò a calare sopra le rovine di St. Louis. Un'altra notte di veglia. Jackson sospirò, attivò la tenda a scudo-Y e portò all'interno il fluttuante. Chiamò Vicki.
— Salve, Jackson. Come procede l'assalto? Troia non è ancora caduta?
Jackson sogghignò. — Abbiamo appena fatto entrare il cavallo di legno. Fa' che Lizzie non ti senta mai chiamarlo in quel modo.
— La gente presa nella morsa di una mania religiosa temporanea non ha il senso dell'umorismo. Anche se la mania è temporanea da sette anni. Come stai, amore?
— Solo. — Jackson guardò con attenzione il volto di Vicki sul piccolo schermo portatile. — E tu come stai? Sembri… è successo qualcosa.
— Sì — rispose Vicki. I suoi occhi viola riflettevano la luce, come un vino purpureo.
— Qualcuno ha trovato l'antidoto — azzardò Jackson.
— No. Anche se alla K-C continuano a sbandierare che sono vicini. Qualcos'altro… Chiaramente non hai visto i notiziari. L'università di medicina di Chicago ha fatto un annuncio.
— Un annuncio? Di che?
— Ovuli e sperma. Congelati per sette anni, sconosciuti finché non sono arrivati la settimana scorsa con un robot ad attivazione temporizzata.
Un leggero battito riempì le orecchie di Jackson. In lontananza, al di là delle ombre, la porta dell'edificio dei Vivi si aprì di nuovo. — Ovuli e sperata. Di chi?
— Indovina un po', Jackson. Dei Super-Insonni. Miranda Sharifi, Terry Mwakambe, Christina Demetrios, Jonathan Markowitz: tutti i geni morti che noi normali non sapevamo come riprodurre.
Jackson non disse nulla. Una piccola figura scivolò fuori dalla porta dell'accampamento nelle lunghe ombre del tramonto.
Vicki continuò: — All'università di medicina di Chicago sono stati progettati per la prima volta gli Insonni originali, centoventicinque anni fa. Leisha Camden, Kevin Baker, Richard Keller. Miranda Sharifi doveva avere una vena sentimentale, dopo tutto.
— Quindi ricomincerà tutto da capo.
— Se li fertilizzeranno, sì. Il dibattito sarà feroce. Abbiamo bisogno di altri "dei" da una riscoperta machina? O stiamo meglio se agiamo rozzamente per conto nostro?
La piccola figura era quella di Dirk. Con lo zoom, Jackson riuscì a vedere che il piccolo era terrorizzato, entusiasta, orgoglioso di sé, desideroso di tornare dentro. Dirk agitò freneticamente le mani in direzione di Jackson perché si avvicinasse all'edificio.
— Vicki, devo andare. Sono pronti a lasciarmi entrare.
— Di già?
— Di già. Theresa sta diventando bravissima.
— Santa Theresa. Benissimo, Jackson, vai a convertire. Ti amo. — Lo schermo si spense.
Dirk stava agitando le mani. Jackson mise da parte il terminale, agitò le mani in risposta e richiamò il fluttuante. L'equipaggiamento per insegnare alla gente a riprendersi la propria vita era pronto: medicine, ologrammi didattici, robot infermieri, semi, biblioteca di cristallo. Seguirono tutti Dirk, chimicamente inibito, che si era trasformato in Treeboy, diventando un mendicante perché solo con mani vuote e aperte ci si poteva raggiungere a vicenda.
Il dottor Jackson Aranow avanzò con i propri doni.