I dati sulla parte inferiore dello schermo dicevano:
RIASSUNTO DI STATO: PENETRAZIONE DALL’ESTERNO TIPO 7C
BROOKHAVEN SIGILLATA MECCANICAMENTE RF-765
PRESI CAMPIONI DI ARIA PER ANALISI — PROGRAMMA 5B
RACCOMANDATA ALLERTA MEDICA
— Non servirà a niente — disse Will, ridacchiando.
Jennifer mantenne un’espressione impassibile. Will tendeva a sottovalutare il nemico. C’erano persone decisamente in gamba a Brookhaven, per essere Dormienti. Non bravi quanto i peruviani ma comunque competenti. Sydney Goldsmith, Marianne Hansten, Ching Chung Wang, John Becker. A differenza dei patetici siti dei test dei Vivi, il gruppo di Brookhaven avrebbe localizzato facilmente il virus non respirato nei campioni d’aria presi automaticamente, nonostante la sua bassa concentrazione e il suo breve dimezzamento vitale. L’avrebbero legato con un mezzo di contrasto radioattivo e lo avrebbero fatto respirare agli animali. Il gas sarebbe entrato nel flusso sanguigno e avrebbe circolato per qualche minuto prima di perdersi nel respiro e di essere distrutto dal Depuratore Cellulare. Prima che tutto ciò avvenisse, le parti del cervello più attive in quel momento particolare avrebbero ricevuto il maggiore afflusso di sangue. Il mezzo di contrasto avrebbe chiaramente indicato le amigdale. I ricercatori avrebbero effettuato sia scansioni cerebrali sia test cellulari. Avrebbero iniziato un esame tenace della lunga e intricata catena di eventi provocati da Strukov.
Ma ben prima che i ricercatori di Brookhaven dipanassero la matassa, non avrebbero più avuto desiderio di farlo. La novità della ricerca li avrebbe fatti sentire vagamente a disagio. Non era sufficientemente familiare. Si sarebbero sentiti in ansia tutte le volte che avessero pensato alla novità della situazione. Per qualche tempo avrebbero anche combattuto contro tale ansia, ma poi quella sarebbe cresciuta. I ricercatori di Brookhaven, e alla fine, di tutte le enclavi dotate di cupole degli Stati Uniti, avrebbero scelto il conosciuto rispetto all’ignoto. Avrebbero avuto sensazioni decisamente troppo sconvolgenti quando si fossero mobilitati per qualsiasi nuova ricerca.
A quel punto, Jennifer Sharifi e il resto degli Insonni sarebbero stati veramente al sicuro.
Will stava versando dello champagne. Jennifer non beveva mai, la faceva sentire non perfettamente al controllo della situazione, ma quella volta non poteva non partecipare al festeggiamento della sua gente. Ce l’avevano fatta. Erano al sicuro.
Sollevò il bicchiere. Nella stanza cadde il silenzio. Con voce calma, dalla tonalità bassa, Jennifer disse: — Grazie agli sforzi di tutte le persone presenti in questa stanza, finalmente abbiamo vinto. La biochimica dei Dormienti si è rivoltata contro di loro. Durante la prossima ora, veicoli telecomandati penetreranno nelle enclavi del Pentagono, di Washington Mall, dello spazioporto Kennedy e di Manhattan Est. Non morirà alcun Dormiente. Ma nessuno di loro sarà più in grado di minacciarci nuovamente, se non nei modi che già conosciamo e che possiamo combattere. Saremo al controllo, anche se solo perché non ci verranno aizzati contro nuovi demoni sconosciuti. Brindiamo ora al demone che conosciamo.
Risate. Bicchieri scolati. Quindi il volto di Strukov apparve sullo schermo principale.
— Signora Sharifi, lei e il suo popolo, senza dubbio, state festeggiando il successo della penetrazione a Brookhaven. Anch’io mi sento compiaciuto: ero davvero bramoso di scoprire se saremmo riusciti in una simile impresa. Tuttavia non posso permettere…
— Oh, mio Dio! — esclamò David O’Donnell dalla consolle di sicurezza. — Lancio. Codice sedici A. Ripeto. "Lancio."
— …che voi portiate avanti questo progetto. Anch’io, ovviamente, sono un Dormiente. E anche se non provo alcun sentimento di lealtà nei confronti del mio genere, sono spinto per natura all’autoconservazione come loro. O come voi. Quindi…
Una luce brillante esplose sotto i loro piedi, in un punto imprecisato fra il pannello sul pavimento e il pianeta rotante migliaia di chilometri sotto di loro.
— I missili di difesa del Rifugio sono stati distrutti — annunciò David O’Donnell. — Lancio quelli di riserva.
— …quindi non verranno innescati ulteriori veicoli telecomandati dei peruviani. E visto che tutti sappiamo dall’esperienza di La Solana che solo una bomba atomica è in grado di operare una distruzione completa, temo che sarò costretto a utilizzare una bomba atomica. Conoscete il motto di La Rochefoucauld sulla superiorità? Le vrai moyen d’être trompé…
"Al sicuro" pensò inebetita Jennifer. "Pensavo che fossimo finalmente al sicuro."
— …c’est de se croire plus fin que les autres.
— Batteria di missili di controffensiva numero due distrutta — disse con voce strozzata David O’Donnell.
Jennifer avanzò di un passo. Pensò per un folle momento che il volto di Strukov sullo schermo a parete fosse stato sostituito da quello di Miranda.
La stazione orbitale del Rifugio esplose in uno scoppio di brillante luce letale.
21
Lizzie si svegliò in una stanzetta spoglia, non più grande di due metri e mezzo per un metro e venti, con pareti di cemespugna prive di finestre. Tre pareti. Si sedette sul letto, che era solo una piattaforma sporgente da un muro e cercò la parete mancante. Una donna le era seduta dirimpetto su una sedia. Dietro la donna, con un’uniforme blu, si allungava un corridoio privo di segni salienti.
— Salve — disse la donna. Era bella come Vicki: modificata geneticamente. Capelli neri, occhi scuri, pelle bianca come la neve. La quarta parete, comprese Lizzie, era uno scudo a energia-Y.
— Lei si trova nel quartier generale della Sicurezza di Manhattan Est, Patterson Protect Corporation, legalmente appaltatrice. Io sono l’agente Foster. Lei è Elizabeth Francy ed è stata presa per effrazione e violazione di domicilio, due reati penali. Vorrebbe dirmi come ha fatto a penetrare nell’enclave?
Lizzie tastò la tasca. L’occhio color porpora era sparito, quindi significava che l’agente Foster sapeva com’era entrata. Lizzie la fissò in silenzio.
— Signora Francy, non mi sembra che lei capisca. Manhattan Est è proprietà privata. La Patterson Protect è autorizzata a trattare questioni di polizia intra-enclave. Possiamo interessare anche il Dipartimento di Polizia di New York, se lo decidiamo. L’irruzione con scasso è un reato penale. E l’omicidio è un reato da pena capitale. — Sollevò l’occhio di Tish. — La Patterson Protect può usare, e lo farà, sieri della verità come da autorizzazione legale.
— Non ho ucciso nessuno! Ho bisogno di vedere subito una persona. Il dottor Jackson Aranow. Devo dirgli una cosa molto importante!
— Dottor Jackson Aranow — ripeté il poliziotto e restò seduta in silenzio. Lizzie immaginò che un sistema le comunicasse informazioni all’auricolare. Un istante dopo, la donna disse: — Perché lei…
La porta che si trovava in un punto imprecisato del corridoio alle spalle di lei si spalancò. Passi di corsa. Apparve un ragazzo, non più di quattordici anni, vestito con la stessa uniforme: sul colletto portava la targhetta INTERNO. Il suo volto mostrava sbalordimento ed eccitazione. — Agente Foster! Venga presto, il notiziario…
— Daniel — fece il poliziotto con voce inespressiva.
— …dice che…
— "Daniel."
— …qualcuno ha fatto saltare in aria il Rifugio con una bomba atomica!
Lentamente, l’agente Foster si alzò. Seguì il ragazzo lungo il corridoio, ma non prima che Lizzie notasse una parata di espressioni in sequenza sul suo volto: shock, riflessione, piacere.
"Hanno fatto saltare in aria il Rifugio."
Lizzie balzò giù dalla piattaforma-letto. Le gambe non le cedettero, qualunque fosse stato il neurofarmaco utilizzato dal robot-poliziotto, non aveva lasciato effetti. Passò le mani sullo scudo a energia-Y che formava la quarta parete della cella. Nessuna apertura. Nessun macchinario da quella parte. Nessun modo per uscire.