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Mentre ripercorreva il dedalo di vie ripide, diretta alla locanda, rifletté. A quanto pareva, prima il Mobile, poi il Controllore, e adesso il Fecondatore, o qualunque cosa fosse, l’avevano prontamente cooptata, in modo indolore, coinvolgendola nei loro disegni senza dirle quali fossero. «Va’ a cercare le persone che conoscono le storie e riferisci a me quello che scopri» aveva detto Tong. «Evita i reazionari dissidenti e riferisci a me quello che scopri» aveva detto il Controllore. Quanto al Fecondatore, l’aveva corrotta perché tacesse o ricompensata per aver parlato? La seconda ipotesi, secondo lei. Ma l’unica cosa di cui avesse la certezza era di essere troppo ignorante per fare quello che stava facendo senza mettere in pericolo se stessa o gli altri.

Per conquistare il potere tecnologico e la libertà intellettuale, il governo di quel mondo, aveva messo al bando il passato. Lei non sottovalutava l’ostilità dello Stato Azienda akano nei confronti delle "decorazioni sorpassate" e del loro significato. Per quel governo, che aveva dichiarato di volersi sbarazzare della tradizione, delle consuetudini e della storia, tutte le vecchie usanze, le vecchie pratiche, i vecchi metodi, le vecchie idee, le vecchie devozioni, erano fonti di sovversione contagiosa, cadaveri putrefatti da bruciare o seppellire. La scrittura che li aveva conservati andava cancellata.

Se i nastri didattici e i drammi storici dei quasiveri che aveva studiato nella capitale si basavano su fatti reali, e secondo lei quel materiale si basava almeno in parte su eventi realmente accaduti nella vita di persone ancora al mondo, ciò significava che uomini e donne erano stati schiacciati dai muri dei templi abbattuti, erano bruciati vivi con i libri che cercavano di salvare, avevano subito il carcere a vita per avere insegnato sedizione anacronistica e ideologia reazionaria. I nastri e i drammi esaltavano quella guerra contro il passato presentando i bombardamenti, gli incendi, le demolizioni in termini severamente eroici. Giovani coraggiosi che si liberavano di genitori stupidi, preti conniventi, insegnanti di superstizione, fomentatori della reazione, e che inflessibili bruciavano le foreste pestilenziali dell’errore, piantando al loro posto frutteti sani… giovani coraggiosi nel denunciare il professore malvagio che aveva nascosto un dizionario di ideogrammi sotto il letto… giovani coraggiosi che facevano saltare gli alveari mostruosi dov’era immagazzinato il veleno dell’ignoranza… giovani coraggiosi che demolivano con le ruspe i fragili rituali della superstizione… e che poi, mano nella mano, guidavano i loro compagni produttori-consumatori perché si unissero alla Marcia verso le Stelle.

Dietro la facile ed eccessiva retorica, c’erano sofferenza autentica, vera passione. Da ambo le parti. Sutty lo sapeva. Era figlia della violenza, come aveva detto Tong Ov. Eppure stentava a tenere presente un particolare amaro e ironico: lì avveniva l’esatto contrario della situazione che aveva conosciuto lei, il negativo; lì, i credenti non erano i persecutori ma i perseguitati.

Ma erano tutti veri credenti, da entrambe le parti. Terroristi laici o terroristi santi… che differenza c’era?

L’unica cosa che le era parsa insolita nell’incessante propaganda dei Ministeri dell’Informazione e della Poesia era che gli eroi delle storie esemplari in genere agissero in coppia… un fratello e una sorella o una coppia di fidanzati o di sposi. Se si trattava di una coppia con un legame sessuale, l’unione era sempre eterosessuale. Il governo akano nutriva un odio ossessivo per la devianza. Tong l’aveva avvertita subito quando era giunta su Aka: «Dobbiamo adeguarci. Non sono ammesse obiezioni, discussioni. Tutto quello che può essere visto e denunciato come un’avance sessuale a una persona dello stesso sesso costituisce un reato gravissimo. Che fastidio, che tristezza! Questa povera gente!» E aveva sospirato per le sofferenze dei fanatici e dei puritani, per le sofferenze e le crudeltà.

Sutty non aveva bisogno di quell’avvertimento, dato che aveva pochissimi contatti con le persone come individui, ma naturalmente ne aveva tenuto conto, ed era stato un fattore della sua grande delusione iniziale, del suo sconforto. Le vecchie usanze e la vecchia lingua akana che aveva imparato sulla Terra l’avevano indotta a pensare che l’attendesse una società sessualmente aperta, priva o quasi di sessismo. La società del suo paese d’origine sulla Terra era ancora inibita da discriminazioni sociali e sessuali, aggravate dalla misoginia e dall’intolleranza degli Unisti. Sulla Terra, nessun posto era del tutto libero da tale macchia, nemmeno le Riserve. Tra l’altro, si era specializzata in Aka, aveva imparato quelle lingue, anche perché lei e Pao avevano letto nei rapporti dei Primi Osservatori che nella società akana non vigevano discriminazioni sessuali e che l’eterosessualità non era né obbligatoria né privilegiata. Però era cambiato tutto, dalle fondamenta, durante gli anni del suo viaggio dalla Terra ad Aka. Una volta arrivata, Sutty era stata costretta a tornare alla circospezione, alla cautela, alla repressione di se stessa. E al pericolo.

Ma allora, perché tutti cercavano così prontamente di reclutarla, di servirsi di lei? Non era certo il fiore all’occhiello di nessuno.

Le ragioni di Tong erano abbastanza evidenti: Tong aveva colto al volo l’occasione di inviare qualcuno da solo nell’entroterra, e aveva scelto lei perché conosceva la vecchia scrittura e la vecchia lingua e avrebbe capito cos’aveva scoperto quando l’avesse scoperto. Ma se avesse scoperto qualcosa, cos’avrebbe dovuto fare? Sarebbe stato materiale di contrabbando. Illegale. Sedizione contro l’Azienda. Tong le aveva detto che aveva fatto bene a cancellare i frammenti dei vecchi libri recuperati dalla trasmissione sabotata. Eppure, adesso voleva che lei registrasse materiale del genere?

Quanto al Controllore, be’, lui si stava divertendo a fare sfoggio della propria autorità. Doveva essere eccitante per un modesto tutore della correttezza culturale trovare un vero straniero, un autentico Osservatore dell’Ekumene, al quale dare ordini: "Non parlare con i parassiti della società… non lasciare la città senza la mia autorizzazione… fa’ rapporto al capo, cioè al sottoscritto".

E il Fecondatore? Sutty era convinta che il vecchio sapesse chi era, e che il suo dono non fosse un semplice gesto di cortesia nei confronti di una straniera, ma significasse qualcosa. Chissà cosa, però.

Data la sua ignoranza, se Sutty avesse permesso a qualcuno di loro di controllarla, avrebbe potuto fare del male. Se però avesse cercato di fare qualcosa di ardito e di decisivo da sola, il danno l’avrebbe causato quasi di sicuro. Doveva procedere passo passo, aspettare, osservare, imparare.

Tong le aveva dato una parola in codice da inserire in un messaggio in caso di guai: "devolvere". Ma Tong in realtà non si aspettava che potessero sorgere problemi. Gli akani amavano i loro ospiti stranieri, le mucche da cui mungevano il latte della tecnologia avanzata. Non avrebbero permesso che lei si cacciasse in qualche situazione pericolosa. Sutty non doveva lasciarsi paralizzare da una prudenza eccessiva.

L’avvertimento del Controllore a proposito degli indigeni brutali era soltanto una frottola per spaventarla. Okzat-Ozkat era un luogo sicuro dove vivere, sicuro in modo patetico. Era una povera cittadina di provincia, trascinata nella scia tumultuosa del progresso akano, ma abbastanza arretrata da conservare ancora resti sbrindellati del vecchio modo di vivere, dell’antica civiltà. Probabilmente l’Azienda aveva consentito a un extraplanetario di andare lì perché era un posto così fuori mano, una località sperduta, pittoresca e innocua. Tong ce l’aveva mandata seguendo un’intuizione, nella speranza di trovare, sotto la strepitosa, univoca, monolitica vicenda moderna di Aka, qualche traccia di quello che all’Ekumene interessava tanto: il carattere singolare di un popolo, il suo modo di essere, la sua storia. Lo Stato Azienda akano voleva dimenticare, nascondere, bandire, seppellire tutto ciò, e se lì Sutty avesse scoperto qualcosa l’Azienda non sarebbe stata contenta. Ma i giorni della gente schiacciata dalle macerie e bruciata viva erano finiti. O no? Il Controllore intimidiva e faceva il prepotente, ma cosa poteva fare?