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— Tutti… Erebus! Perdonami! — Singhiozzava, e, anche se era nell’ombra, mi accorsi che si stava pulendo gli occhi ed il naso con un bordo dell’abito scarlatto. — Lo sanno tutti, eccetto i villani, i brav’uomini e le brave donne. Tutti gli armigeri, la maggior parte degli ottimati, e, ovviamente, gli esultanti, lo hanno sempre saputo. Io non ho mai visto l’Autarca, ma mi è stato detto che lui, il Viceré del Nuovo Sole, è poco più alto di me. Tu credi che i nostri orgogliosi esultanti permetterebbero ad una persona del genere di governarli se questi non avesse mille cannoni alle sue spalle?

— Io l’ho visto — commentai, — e mi ero posto questa domanda. — Cercai fra i ricordi di Thecla qualcosa che mi confermasse le parole di Cyriaca, ma vi trovai solo voci.

— Mi parleresti di lui? Per favore, Severian, prima di…

— No, non ora. Ma, perché i cacogeni dovrebbero rappresentare un pericolo per me?

— Perché l’Autarca invierà certamente alcuni esploratori a localizzarli, e credo che lo farà anche l’arconte di qui. Chiunque venga trovato vicino a loro sarà ritenuto una spia, o, il che è anche peggio, qualcuno che li sta cercando nella speranza di partecipare a qualche complotto contro il Trono della Fenice.

— Capisco.

— Severian, non mi uccidere, te ne prego. Non sono una brava donna… non lo sono mai stata, da quando ho lasciato le Pellegrine, e non posso affrontare la morte adesso.

— Che cos’hai fatto, tra parentesi? Perché Abdiesus vuole che tu venga uccisa? — chiesi. — Che cosa hai fatto? — È una cosa estremamente semplice strangolare una persona i cui muscoli del collo non siano molto forti, e stavo già flettendo le mani per prepararmi alla bisogna; eppure, nello stesso tempo, mi sorpresi a desiderare che mi fosse stato permesso di usare Terminus Est.

— Ho solo amato troppi uomini, uomini che non erano mio marito.

Come mossa dal ricordo di quegli abbracci, Cyriaca si alzò e venne verso di me; ancora una volta, la luce della luna cadde sul suo volto, mostrando gli occhi lucidi per le lacrime trattenute a stento.

— Era crudele con me, tanto crudele dopo il nostro matrimonio… e così mi sono trovata un amante, e dopo di lui un altro… — (La voce si abbassò al punto che potevo sentire a stento le parole). — Ed alla fine quella di procurarmi nuovi amanti è diventata un’abitudine, un modo per respingere indietro i giorni e dimostrare a me stessa che tutta la vita non mi era ancora fluita dalle mani, dimostrare che ero ancora abbastanza giovane perché ci fossero uomini che mi portavano doni, abbastanza giovane perché ci fossero uomini che desideravano accarezzarmi i capelli. Dopo tutto, questo era quello per cui avevo lasciato le Pellegrine. — Fece una pausa, e parve raccogliere le forze. — Ti ho detto quanti anni ho?

— No — risposi.

— Ed allora non lo farò. Ma potrei quasi essere tua madre, se ti avessi concepito entro un paio di anni dal momento in cui sono divenuta donna. Allora eravamo lontano, a sud, dove il grande ghiaccio, tutto bianco ed azzurro, galleggia sui mari neri. C’era una collinetta su cui solevo sostare a guardare, e sognavo d’indossare abiti caldi e di inoltrarmi sul ghiaccio con una provvista di cibo ed un uccello ammaestrato che non ho mai avuto ma solo desiderato, per navigare sulla mia isola di ghiaccio verso nord fino a trovare un’isola di palme, dove avrei scoperto le rovine di un castello costruito nel mattino del mondo. Forse tu saresti nato allora, quando ero sola sui ghiacci: perché non dovrebbe un figlio immaginario nascere durante un viaggio immaginario? Saresti cresciuto pescando e nuotando in acque più calde del latte.

— Nessuna donna viene uccisa per le sue infedeltà, tranne che da suo marito — obiettai.

Cyriaca sospirò, ed il suo sogno si dissolse.

— Mio marito è uno dei pochi armigeri possidenti di terre che sostengono l’arconte. Gli altri sperano che disobbedendo all’arconte entro i limiti a cui osano arrivare e fomentando disordini fra gli eclettici, si possa persuadere l’Autarca a rimpiazzarlo. Io ho coperto di ridicolo mio marito… e, di riflesso, anche i suoi amici e l’arconte.

Poiché Thecla era dentro di me, vidi la villa di campagna… metà residenza e metà fortino, piena di stanze che erano scarsamente mutate in duecento anni. Sentii il chiacchiericcio delle dame ed il galoppo dei cacciatori ed il suono dei corni sotto le finestre ed il cupo abbaiare dei mastini. Era il mondo in cui Thecla aveva sperato di potersi ritirare, ed io provai pietà per quella donna che era stata costretta a ritirarvisi senza aver mai potuto conoscere più vasti orizzonti.

Proprio come nella commedia del Dr. Talos, la stanza dell’Inquisitore si trovava, con il suo alto scranno giudiziale, ad uno dei più bassi livelli della Casa Assoluta, così ognuno di noi ha, negli angoli più riposti e polverosi della mente, un banco, sedendoci al quale ci sforziamo di ripagare i debiti del passato con la svalutata moneta del presente. A quel banco, io offrii la vita di Cyrìaca come pagamento per quella di Thecla.

Quando la condussi fuori dal bersò, so che Cyriaca suppose che intendessi ucciderla sul bordo dell’acqua, ma io le indicai invece il fiume.

— Questo fiume scorre veloce verso sud fino ad incontrare il Gyoll, che, più lentamente, si spinge fino a Nessus ed infine al mare del sud. Nessun fuggitivo che non voglia essere ritrovato può essere rintracciato nel labirinto che è Nessus, perché là vi sono strade, cortili ed abitazioni innumerevoli e vi si possono vedere persone provenienti da ogni terra. Se tu potessi andarvi ora, vestita come sei, senza denaro né amici, lo faresti?

Lei annuì, portandosi una pallida mano alla gola.

— Per ora non ci sono sbarramenti per le barche al Capulus, perché Abdiesus sa di non dover temere alcun attacco via acqua fino alla metà dell’estate, ma dovrai superare le rapide delle arcate, e potresti affogare. E, anche se arriverai a Nessus, dovrai lavorare per vivere… magari lavando o cucinando per gli altri.

— So acconciare i capelli e cucire. Severian, ho sentito dire che talvolta, come ultima e più terribile tortura, dite ai vostri prigionieri che verranno liberati. Se è quello che stai facendo con me ora, ti supplico di fermarti, perché ti sei spinto troppo oltre.

— Cose del genere vengono fatte da un caloyero o da un funzionario religioso, perché nessun cliente crederebbe a noi. Ma io voglio essere certo che non farai alcuna sciocchezza come tornare a casa tua o cercare il perdono dell’arconte.

— Io sono una sciocca — rispose Cyriaca, — ma neppure una sciocca come me farebbe una cosa del genere, te lo giuro.

Seguimmo il limitare dell’acqua fino a raggiungere il cancello dove sostavano le sentinelle che avevano fatto entrare gli ospiti dell’arconte e vicino al quale erano ancorate le piccole e colorate barche di piacere. Dissi ad una delle guardie che volevamo fare un giro sul fiume e chiesi se avremmo avuto qualche difficoltà ad ingaggiare poi qualche rematore che ci riportasse a monte. Il soldato mi rispose che potevamo lasciare la barca al Capulus e tornare indietro con un fiacre. Quando la guardia si volse per riprendere la conversazione con il suo compagno, feci finta di esaminare da vicino le barche e sciolsi gli ormeggi di quella più distante dalla luce delle torce del posto di guardia.

— E così — commentò Dorcas, — ora stai andando a nord come un fuggitivo, ed io ho preso il tuo denaro.

— Non ne avrò molto bisogno, e ne guadagnerò dell’altro.

— Prendine almeno la metà. — Insistette, e, quando scossi il capo, aggiunse: — Allora prendi due crisi. Posso prostituirmi, se le cose si mettessero al peggio, o rubare.

— Se rubi, ti verrà tagliata la mano, ed è meglio che tagli io la mano agli altri per procurarmi da mangiare, piuttosto che tu perda la mano per una cena.

Feci per andarmene, ma Dorcas balzò dal letto e mi trattenne per il mantello.