Выбрать главу

Intervenni di nuovo io, con aria infastidita.

«Lew», dissi al Legato, «preferisco che rimanga qui. E con le imposizioni, ti assicurò, non otterrete niente, nel Castello dei Comyn.»

Mi parve di vederlo quasi sorridere.

«Lo so», rispose, «ma volevo che lo vedessero anche loro. Il capitano Scott mi ha detto…»

Il capitano Scott.

«Traditore!» scattò immediatamente Regis, soffiando come un gatto infuriato.

Lawton non gli badò. Continuò a guardarmi.

«Tua madre era una terrestre…» riprese, cambiando discorso.

«Per quanto mi vergogni ad ammetterlo, sì!»

«Ascolta», mi disse lui, in tono ragionevole. «Tutto questo non mi piace più di quanto non piaccia a te. Sono qui per lavoro; più in fretta potrò terminarlo, più in fretta me ne andrò. Dunque, tua madre era…»

«Elaine Aldaran-Montray.»

«Allora siete parenti… dimmi, conoscevi già Beltran di Aldaran?»

«Sono stato circa un anno negli Hellers, e per gran parte del tempo sono stato suo ospite», risposi. «Perché me lo chiedi?»

Invece di rispondere, fece un'altra domanda. Ora, però, la rivolse a Rafe.

«Tra voi due, esattamente, che rapporto c'è?» volle sapere.

«Dalla parte degli Aldaran, tra parentele adottive e parentele di sangue, è un po' difficile da spiegare», rispose Rafe. «Cugini lontani, possiamo dire. Ma ha sposato mia sorella Marjorie, e perciò siamo cognati.»

«Nessuna spia dei terrestri», esclamai io, «può vantarsi di essere mio parente!»

Mi rizzai a sedere, e il movimento mi fece esplodere nel cervello un dolore lancinante. Tuttavia, nella posizione in cui mi trovavo fino a un attimo prima — steso supino — ero troppo svantaggiato psicologicamente.

«I Comyn si occuperanno delle violazioni della legge, qui al Castello», dissi, adesso che potevo fissare Rafe negli occhi. «Quanto a te, va' a curare gli affari della Zona Terrestre, visto che questa è la tua scelta!»

«Be'», invece di Rafe, rispose Lawton, «è proprio quello che stiamo facendo. Lerrys lavorava per noi, e perciò la morte dei suoi fratelli è “affare” nostro.»

«E così la morte di Marjus», disse Rafe. «Non sei mai stato ad ascoltarmi, Lew, ma Marjus stava lavorando per la Terra.»

Gli sbattei sulla faccia quella bugia.

«Mio fratello», dissi, «non ha mai preso un soldo dalla Terra, e tu lo sai bene! Puoi mentire a loro, ma non cercar di mentire a un Alton su suo fratello!»

«La verità sarà sufficiente a chiarire ogni cosa», disse Lawton. «Hai ragione, Lew. Tuo fratello non è mai stato al nostro soldo, non è mai stato una spia. Ma lavorava per noi, e aveva chiesto la cittadinanza terrestre. Io stesso gliel'avevo suggerito. Aveva il diritto di averla, esattamente come l'avresti tu, benché tu non abbia mai voluto chiederla. Anche in base ai criteri darkovani, questo non mi sembra rientrare nel concetto di “spionaggio”.»

S'interruppe, aggrottando la fronte.

«Probabilmente, era la sola persona in tutto Darkover che volesse arrivare a un'alleanza onesta. Gli altri cercavano solo di riempirsi le tasche. Come fai a non saperlo? Sei un lettore del pensiero.»

Trassi un sospiro.

«Se avessi un sekal per ogni volta che ho spiegato come stanno le cose», dissi, «potrei comprare l'intera Zona Terrestre. Il contatto telepatico viene usato per proiettare pensieri coscienti. È più veloce delle parole, non c'è la barriera della lingua, e può essere ascoltato soltanto da un altro lettore del pensiero. Ma occorre un certo sforzo, da parte di chi trasmette e da parte di chi riceve.

«Poi, anche quando non trasmetto, c'è una sorta di emanazione involontaria di pensieri. Per esempio, in questo momento, sento che sei confuso e che ti dispiace maledettamente di qualcosa che è successo. Non so che cosa, e non cerco di saperlo; i telepatici imparano a frenare la loro curiosità. Sono stato in rapporto con mio fratello e so tutto quello che sapeva lui. Ma non lo ricordo e non cerco di ricordarlo.»

All'improvviso, dalla calma di Lawton, capii che aveva semplicemente cercato di irritarmi, perché sperava che m'incollerissi e abbassassi le mie barriere. Era un mezzo Comyn anche lui, e, per quel che ne sapevo, era probabilmente un lettore del pensiero. Aveva cercato di scoprire qualcosa, e forse l'aveva trovato.

«Ti spiego perché sono venuto», disse, a un tratto. «Di solito lasciamo che le città-stato si governino da sole, finché il loro governo non crolla. Cosa che in genere avviene entro una generazione dalla venuta dell'Impero. Se incontriamo una vera tirannide, la abbattiamo; per i pianeti come Darkover, aspettiamo semplicemente che crollino da soli. E crollano sempre.»

«Lo so», risposi. «L'ho imparato quando stavo sulla Terra. “Rendere l'universo un luogo sicuro per la democrazia… e per il commercio dell'Impero Terrestre”!»

«Puoi anche metterla così», rispose Lawton, imperturbabile. «Comunque, se governerete pacificamente, potrete avere il potere finché il pianeta non andrà in polvere. Ma negli ultimi tempi ci sono stati troppi disordini. Sommosse. Incursioni di banditi. Contrabbando di armi. E troppa telepatia della peggior specie. Marjus è morto dopo che tu sei entrato forzatamente in rapporto mentale con lui.»

Regis protestò: «Chi vi ha detto queste bugie? Io stesso l'ho visto morire con un coltello piantato nel cuore!»

«Marjus non era ancora un cittadino terrestre, e io posso solo cercare informazioni sulla sua morte, non posso punirla», disse Lawton. «Ma c'è un altro rapporto in cui si dice che tenete prigioniera una ragazza terrestre, in questo castello.»

Il mio cuore prese a battere tumultuosamente. Kathie. Che io e Callina, nella nostra avventatezza, avessimo rivelato quell'ultimo segreto della scienza darkovana?

«La figlia del Legato terrestre su Samarra: Kathie Marshall. Doveva lasciare Darkover sulla Croce del Sud, giorni fa; pensavo che fosse partita. Ma adesso è scomparsa, e qualcuno l'ha vista qui.»

Regis lo guardò con indifferenza.

«C'erano molti terrestri, alla Festa del Solstizio. Qualcuno avrà visto…»

Alzò il tono di voce.

«Andrés?» disse. «Prega la comynara di venire qui; è con Diana Ridenow.»

Nei suoi occhi c'era una luce che non riuscii a interpretare; feci per aprire la mente, ma incontrai la sua immediata proibizione. Se ci fossimo scambiati un messaggio telepatico, Lawton e Rafe se ne sarebbero accorti, anche se non sarebbero riusciti a leggerlo.

«Naturalmente», disse Regis, «non so nulla della signorina… Marshall? Ma so chi avete visto. A suo tempo la somiglianza ci aveva causato un certo divertimento, e non poco di imbarazzo, dato che, ovviamente, a nessuna comynara si poteva permettere di comportarsi in pubblico come voi terrestri.»

Io, interiormente, schiumavo di rabbia. Che cosa stava succedendo? Perché trascinare in questa vicenda il nome di una morta? Dopo quella che mi parve un'eternità, sentii un passo leggero, che mi parve familiare, e Kathie Marshall entrò nella stanza.

Indossava abiti darkovani: una veste di seta increspata, senza cintura, e aveva i capelli sciolti, con una spolverata di frammenti metallici che glieli facevano brillare. Alle caviglie e ai polsi le tintinnavano catenelle di rame.

«Kathie?» chiese Lawton.

Kathie sollevò il viso, senza capire. «Che cosa succede?»

«Linnell, cara», disse Regis, lentamente. «Ho parlato della tua strana somiglianza con una terrestre che non conosciamo. Volevo che se ne rendessero conto di persona.»

Mi auguravo che nessuno di loro conoscesse Kathie. La differenza mi pareva perfettamente visibile, e mi dava un enorme dolore. Quello era solo lo spettro di Linnell, una presa in giro.