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«Tutti i nostri sforzi non sono serviti a niente, Callina», le dissi. «Marjus e Linnell sono morti, abbiamo lasciato che i Comyn si servissero della nostra vita come volevano, e adesso che cosa abbiamo ottenuto?»

«Ci sarà ancora il modo di salvare Darkover…» «Al diavolo Darkover! Che i terrestri se lo prendano, e che buon pro gli faccia!»

Callina mi passò la mano sugli occhi; io vidi, confusamente, lo stesso viso demoniaco che mi era apparso altre volte. Poi svanì; vidi Dyan e Kadarin.

«La Spada di Aldones cancellerà Sharra», disse. «Kadarin aiutava i terrestri a fare dei piani, quando… è svanito. Un momento c'era, il momento dopo non c'era più! Come Thyra.»

Questo significava che Sharra era libera. Guardai Callina, con disperazione.

«Ho provato», le dissi, «ma non posso neppure toccare la Spada di Aldones. Regis può toccarla, ma non può usarla da solo. Nessuno potrebbe farlo.»

Le sue dita si strinsero sulle mie. «Ashara ha detto che potresti usare me come fuoco.»

Scossi la testa. Non potevo far soffrire Callina in quel modo. Avrei dovuto letteralmente fare a pezzi le nostre due menti e ricostruirle in modo da averne una sola. Io avevo già fatto quell'esperienza, potevo sopportarla, ma Callina!

Con voce decisa, mi disse: «Sono disposta… se lo sei tu».

Davanti a tanto coraggio, mi dissi che non potevo rifiutarmi. Teneramente, le strinsi il braccio.

«Va bene», le dissi. «Proveremo. Ma pensaci ancora. Voglio che tu sia sicura di quello che fai.»

«Ne sono già sicura adesso», rispose lei.

Era strano vederla in quell'ambiente: la bellissima Callina, con tutto il fascino e il mistero dei comynari, astrale e lontana, in quella nuda stanzetta. L'ambiente privo di eleganza, la brandina su cui avevo dormito, rendevano la sua presenza ancor più fuori del normale.

Rise nervosamente. La sua mano era gelida e fragile. Il contatto fisico può servire ad aprire la mente. Avrei voluto tenerla tra le braccia per quello che dovevo fare, ma non osavo. Con Diana, avevo scoperto che con un abbraccio si potevano far cadere le barriere, ma provavo una strana timidezza. Non volevo entrare nella mente di Callina con un'altra donna nei miei pensieri.

Entrai in contatto.

Per un momento incontrai la resistenza che mi aspettavo, spaventosa e familiare. Come era successo con Diana, ogni difesa della sua mente si innalzò per impedirmi di entrare. Questa volta la colpii con un'onda d'urto; Callina si staccò da me e si portò le mani alla testa, come se con quel gesto potesse fermare il contatto mentale che le apriva la mente, strato dopo strato. Non si opponeva in modo attivo, ma il suo terrore passivo era ancor peggiore. Anche per me, era peggio di quanto avessi mai fatto in precedenza.

Dopo un momento di shock, Callina, pallida e tremante, interruppe il contatto e prese a singhiozzare. Io lasciai che piangesse, la presi tra le braccia, e e a poco a poco il pianto cessò.

«Ho cercato con tutte le mie forze…» mormorò.

«Lo so», risposi.

Callina aveva cercato in tutti i modi di sopportare l'insopportabile. Forse, nessuna donna avrebbe potuto sopportare quel tipo di rapporto assoluto con un uomo. Se io avessi continuato, fino a spezzare la sua resistenza — dopotutto, Marjus l'aveva sopportato e non era morto, e Callina era una Guardiana — sarei riuscito a imporglielo, ma non ero capace di torturare una donna così. Era peggio di uno stupro.

C'era però un'alternativa. Era drastica, ma io ero disperato.

«Puoi creare tu il rapporto?» le chiesi.

Era facile dirlo, ma interiormente tremavo. Mi metteva totalmente nelle sue mani. Lei era una Guardiana, ma non era abituata a creare un fuoco di concentrazione.

Sarei riuscito a sopportare l'abbattimento di tutte le mie barriere? Alcune le avevo innalzate, anni prima, per proteggermi dalla pazzia. Tuttavia, non potevo avere quel genere di esitazioni. Dovevo lasciarglielo fare, semplicemente perché ero più forte di lei.

Il suo contatto era incerto, approssimativo: un tormento. Era difficile resistere alla tentazione di allontanarla dalla mia mente, ma, facendo appello a tutto il mio autocontrollo, abbassai le barriere a mano a mano che lei le toccava.

Come ha fatto a diventare Guardiana, mi chiesi, se è una telepatica così maldestra?

Il collegamento mentale era più forte, adesso, ma Callina non faceva le mosse decisive che avrebbero fuso le nostre identità, e io non osavo muovermi.

Eravamo così vicini alla conclusione che io cominciai a fremere per l'insopportabile necessità di finire, anche a rischio di morire entrambi. La forza scorre verso il polo più debole, e io, che avevo scelto la parte passiva, ero sovraccaricato al limite della sopportazione. A quel punto non riuscivo né a vedere né a udire. Se avessi cercato di interrompere quella tortura, tutt'e due avremmo rischiato la morte. Ma sentivo che presto avrei dovuto correre quel rischio, e anche la morte sarebbe stata un sollievo.

Poi, con mio grande stupore, un nuovo contatto.

Regis!

Incredibilmente, per un singolo, insopportabile momento, si fuse con noi in un impossibile contatto a tre. La forza della fusione fu terribile, e abbatté ogni barriera in ciascuno di noi. Le nostre tre menti si unirono in un'immensa fiammata di forza, troppo vasta perché potessimo comprenderla.

Per non impazzire, interruppi il contatto. Eravamo tornati a essere tre persone distinte. Poi, quando riuscii di nuovo a vedere, Regis era con noi nella stanza, e tendeva le braccia verso di me, che stavo cadendo in avanti, privo di sensi.

«Maledizione, finirò per prendere il vizio», dissi io.

Ero di nuovo disteso sul lettino, e Regis e Callina mi guardavano con ansia. Mi rizzai a sedere, e Regis mi toccò la mano.

«Sei stato tu», mi disse, «a fare la parte più difficile.»

«Che cosa è successo?» domandai.

«Proprio tu non lo sai?» mi chiese Regis. «E, poi, come sono arrivato qui?»

Inghiottendo a vuoto, si voltò verso Callina. Anche se eravamo in rapporto, i nostri pensieri coscienti si erano separati, e io non potevo leggere nella loro mente. Ma un collegamento a tre! Gli Alton potevano fare solo un collegamento a due, e con grave rischio! Tre!

Regis chiese: «Che cosa è successo? Io ho sentito solo una grande esplosione di forza. Poi è cessata, Lew, e ho temuto che tu fossi morto. Il mio solo pensiero è stato quello di raggiungere te e Diana. Non sapevo dove eravate, ero come impazzito, e l'istante successivo mi sono trovato qui, e ti ho visto cadere, e ho teso le mani per prenderti», terminò.

«Io e Callina abbiamo cercato di unire le nostre menti…»

«Callina?» chiese lui. Ci fissò, sgranando gli occhi.

La ragazza si alzò in punta di piedi e gli baciò la guancia.

«Regis», disse piano, «non siamo affatto gelosi. Possiamo fare posto anche a te.»

Regis appoggiò le mani sulle sue spalle.

«Non lo sa?» le chiese. «Neppure adesso?»

«La mia mente è sempre stata chiusa», rispose lei.

Regis si girò verso di me.

«Adesso che siamo tutt'e tre coscienti, e protetti, rimettiamoci in contatto e cerchiamo di scoprire che cosa sia, questa unione di tre menti, e che tipo di potere abbia. A quanto so, è qualcosa di nuovo e unico.»

Fu Callina a metterci in contatto, e questa volta non ci furono esitazioni da parte sua, e io la guardai con una sorta di orgoglio, con aria possessiva. Regis arrossì e distolse lo sguardo.

Se voi due continuerete a trasmettervi questo tipo di pensieri, ci giunse il suo commento divertito, è meglio che mi stacchi!