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L’uomo della nave del censimento annuì e dopo un ultimo sguardo, fra ammirato e rammaricato di doverla lasciare, sparì lungo la rampa d’uscita. Rimasto solo con la femmina Ethan soppresse l’impulso di corrergli dietro in cerca di protezione. Ripensando vagamente che la servitù economica era uno dei marchi dei dannati, all’improvviso ebbe l’orribile sospetto che la femmina mirasse ad alleggerirlo del suo denaro… e lui aveva con sé tutto il denaro che quell’anno Athos aveva destinato alle spese all’estero. Il suo sguardo corse con repentina preoccupazione all’arma che lei aveva al fianco.

Sulla strana faccia della femmina ci fu un’espressione divertita.

— Non guardarmi così. Non ho intenzione di mangiarti. Né di fare del sesso con te. — Ebbe una smorfia. — La terapia di conversione non è fra le mie specialità.

— Fare del… — Ethan deglutì saliva. — Io sono un uomo fedele al mio p-partner — balbettò. — Si chiama Janos. Ho qui una sua foto… vuole vederla? Così capirà…

— Ti credo sulla parola — disse lei. alzando una mano. L’ironia che c’era nella sua voce si smorzò in un tono più comprensivo. — Ti ho davvero spaventato, è così? Santo cielo, non sarò la prima donna che tu abbia mai incontrato, per caso?

Ethan annuì. Dodici uscite da cui poteva andarsene, e aveva voluto venire a domandare proprio a lei…

La femmina sospirò. — Ti credo. — Si mordicchiò pensosamente un labbro. — Potresti assumere una guida indigena, anche se Stazione Kline ha fama di non derubare troppo i turisti. È un buon posto per gli affari… una giungla, in altre parole. Io comunque sono un cannibale amico, e se vuoi posso offrirti mezzora del mio tempo.

Ethan scosse il capo, con un sorriso paralizzato sul volto.

Lei scrollò le spalle. — Be’, forse quando avrai superato il tuo shock culturale ci incontreremo ancora. Se cerchi un distributore puoi procurarti uno di questi… — Tolse di tasca un oggetto, un piccolo proiettore olovideo. — Non costano poco, ma te ne regalano uno quando scendi da una nave passeggeri come si deve… io del mio non ne ho bisogno. — Premette il pulsante e nell’aria apparve un’immagine larga un metro, che ondeggiò quando lei mosse l’altra mano per indicare la zona periferica. — Noi siamo qui. Ti consiglio di dirigerti in questa sezione, la Passeggiata del Viaggiatore, dove potrai trovare negozi, una camera d’albergo, ristoranti… in effetti nella zona commerciale puoi trovare tutto, ma immagino che tu voglia attenerti alle cose normali. Passa da questa parte. Prendi questa rampa e gira qui, al secondo incrocio. Sai come far funzionare quest’affare? Bene. Buon divertimento… — La femmina gli mise in mano il proiettore olovideo, lo salutò con un ultimo sorriso e se ne andò da un’altra uscita.

Lui raccolse la sua borsa da viaggio, s’incamminò su per la rampa e alla fine, dopo aver sbagliato strada solo tre o quattro volte, trovò la zona commerciale. Durante il tragitto aveva incrociato molte altre femmine a piedi, che sembravano infestare i corridoi, i tubolari delle auto a bolla, i marciapiedi, i pozzi degli ascensori e le scale, ma grazie a Dio il Padre nessuna di loro l’aveva accostato. Sembrava che quelle creature fossero ovunque. Una teneva un infante inerme fra le braccia; Ethan aveva dovuto sforzarsi per reprimere l’eroico impulso di strappare il poverino al pericolo e portarselo via. Con un bambino a cui badare non sarebbe riuscito a condurre a termine facilmente la sua missione, e del resto non poteva salvarli tutti. Gli venne anche da pensare, comunque, mentre un gruppo di ragazzini gli roteavano attorno in un ascensore antigravità come uno stormo di passeri, che c’era il cinquanta per cento di probabilità che quell’infante fosse femmina. Questo placò un poco la sua coscienza.

Ethan trovò un albergo dove il personale, almeno nell’atrio, sembrava tutto mascolino, e scelse una camera basandosi sul prezzo. Ciò avvenne solo al termine di una lunga e complicata tele-conferenza — fra l’impiegato al banco, il computer centrale di Stazione Kline, la vice-direttrice dell’Ufficio Turisti, e dopo di lei ben quattro funzionari di una banca o del governo della stazione l’oggetto della quale era il valore di cambio da assegnare alle sterline athosiane in possesso di Ethan.

I funzionari furono gentili e fecero il possibile per calcolare il cambio più favorevole, trasformando le sterline in dollari betani attraverso il passaggio preliminare in due monete che lui non aveva mai sentito nominare. I dollari betani, gli fu spiegato, erano una delle monete più solide e universalmente accettate. Tuttavia lui si ritrovò con molti meno dollari di quant’erano state le sue sterline, e con rammarico dell’impiegato dovette declinare la proposta della Suite Imperiale in favore di una Camera Turistica Economica. Il fattorino attese che lui avesse raccolto la sua borsa e lo accompagnò all’ingresso del seminterrato, dove si separò da lui dopo avergli indicato la strada con un cenno.

Il cubicolo in cui Ethan si ritrovò quand’ebbe aperto la porta era economico, e probabilmente era anche turistico, ma che fosse una camera qualcuno avrebbe potuto dubitarne. Quando fosse stato addormentato, si disse Ethan, la ristrettezza del locale non lo avrebbe disturbato. Adesso tuttavia era sveglio. Premette la valvola che gonfiava il letto, si sdraiò (in fretta, poiché non rimaneva molto spazio per stare in piedi) e ripassò mentalmente le istruzioni che aveva avuto prima della partenza, cercando d’ignorare la noiosa impressione che le pareti si muovessero verso l’interno per schiacciarlo.

Quando il Consiglio della Popolazione aveva finalmente trovato dieci minuti per fare il calcolo, durante una seduta, il costo per rispedire al mittente il materiale biologico ricevuto era risultato maggiore della cifra che Casa Bharaputra avrebbe dovuto restituire al governo di Athos, cosicché l’ipotesi di rivolgersi di nuovo al Gruppo Jackson era stata cancellata. Dopo un irritante dibattito Ethan era riuscito ad avere carta bianca nella scelta di un altro fornitore, ciò sulla base di informazioni attendibili che sarebbe stato suo compito trovare a Stazione Kline.

Il Consiglio gli aveva elencato alcune istruzioni ben precise. Non spendere più dei denari che aveva (ovvero non firmare impegni di pagamento per conto di Athos). Procurarsi il materiale biologico migliore disponibile. Andare lontano quanto avrebbe dovuto (ovvero non lamentarsi scioccamente dei sacrifici personali). Non sprecare denari in viaggi non necessari (ovvero andare a piedi piuttosto che su mezzi pubblici, finché possibile). Evitare i contatti personali coi galattici (questa gli era stata data come norma di comportamento morale). Non dire ai galattici niente di Athos (l’Ufficio della Difesa aveva parlato di spionaggio militare). Approfittare dei momenti liberi per coltivare possibili emigranti (scelti fra coloro che potevano portare su Athos un po’ di valuta pregiata). Spargere la voce che Athos era: A) un paradiso per gli uomini dalla mente libera che volessero salvarsi da loro, e B) di nessun valore dal punto di vista strategico e militare. Non mettersi nei guai. Non lasciarsi imbrogliare. Tenere gli occhi aperti per eventuali altre opportunità commerciali favorevoli. Non dimenticare che l’uso personale di fondi di proprietà del Consiglio era considerato un reato, e punito come tale.

Per fortuna di Ethan. tuttavia, il presidente del Consiglio lo aveva preso da parte nel suo ullìcìo, dopo la seduta, dicendogli che voleva parlare con lui in privato.

— Questi sono gli appunti che ha preso in aula? — aveva chiesto, indicando i fogli e i dischetti che lui aveva in mano. — Li dia a me.

E li aveva gettati nel cestino della carta straccia.

— Si procuri quella roba e torni indietro — era stato il suo unico ordine. — Tutto il resto sono chiacchiere.

Il cuore di Ethan si gonfiò a quel ricordo. Sorrise fra sé, si alzò dal letto, gettò in aria il proiettore olovideo riprendendolo destramente al volo, poi se lo mise in tasca e uscì dall’albergo con l’idea di fare quattro passi.