— Lei è un folle! — rantolò Helda. La sua faccia era impallidita ancor di più, ma ora stava diventando paonazza. Gli occhi ostili di Millisor la stavano divorando. Quinn la guardava come un essere umano di fronte a una visione ultraterrena. Le dita dell’agente della Sicurezza erano inchiodate alla tastiera del minicomp in una sorta di stupefatta paralisi.
— Non folle quanto lei — disse Ethan. — Cosa sperava di ottenere?
— Domanda inutile — sbottò Millisor. — Noi sappiamo a cosa mirava. Non si faccia ingannare dalle apparenze, e le domandi chi l’ha pagata e dove ha mandato le… — Un secco gesto dello storditore di Quinn gli ricordò che era stato retrocesso dal rango di interrogatore a quello di prigioniero.
— Voi dovete andare tutti al Reparto Quarantena e…
— È finita, Helda — disse Ethan. — Scommetto che se scendessi giù al Riciclaggio troverei da qualche parte un sigillatore per pacchi postali.
— Oh, sicuro — lo informò volonterosamente Teki. — Lo usiamo per sigillare oggetti ritenuti contaminati e immagazzinarli in attesa di ulteriori analisi. È sotto il tavolo dove sezioniamo gli oggetti organici troppo voluminosi prima d’introdurli nel degradatore. Io l’ho usato per sigillare un paio di scarpe, una volta. Ho anche cercato di sigillare globi d’acqua da gettare nei pozzi antigravità, ma non ci sono riuscito perché…
— Chiudi la bocca. Teki! — protestò disperatamente Helda.
— Questo è niente. Pensa che Vernon ha sigillato dei topi bianchi e li ha spediti…
— Basta con queste chiacchiere insulse — grugnì Millisor da un angolo della bocca, esasperato. Teki si calmò e sedette, sbattendo le palpebre.
Ethan allargò le mani e fronteggiò Helda senza ostilità, scuotendo la testa. — Perché ha fatto questo? Io devo capire.
L’ostilità concentrata nell’atteggiamento della femmina esplose in parole quasi a dispetto della sua volontà. — Perché? Lei ha anche il coraggio di chiedermi il perché? Quando ho visto sull’etichetta qual era il contenuto delle scatole ho deciso che se non volevate delle madri, voi bastardi snaturati nemici delle donne, allora non avreste avuto nessuna madre. Neppure i ventri di metallo che vi partoriscono contronatura. E poiché avevate bisogno di ordinare altrove le colture ovariche ho giurato che avrei fermato anche la prossima ordinazione, e la successiva, e quella dopo ancora, finché… — Stava rantolando, adesso. Soffocava di rabbia? No, comprese Ethan: il suo vanaglorioso trionfo intellettuale s’era trasformato in veleno dentro di lei, in lacrime cocenti. — Finché non sarei riuscita a costringere Simmi a fuggire da quel pianeta, condannato all’estinzione, e allora lui avrebbe capito il suo sbaglio e sarebbe tornato a casa per vivere con una donna. E ho giurato a me stessa che stavolta non avrei criticato la sua scelta e non le avrei torto un capello, e anche la sciocca più vanitosa mi sarebbe andata bene. Ma non potevo sopportare il pensiero che i miei nipoti sarebbero nati fra i mangiafango di quel mondo di depravati, di soli uomini, posto che meritino d’essere chiamati uomini… — Helda ingoiò le lacrime e si erse rigidamente, fronteggiandoli con aria di sfida, rossa in faccia e ansimante, con un filo di saliva sulle labbra dopo quello sfogo.
Ethan pensò che ora capiva come un giovane soldato con la testa imbottita di propaganda poteva sentirsi quando, alla sua prima esperienza di combattimento, si trovava davanti la faccia odiata del suo nemico. Poco prima, in un momento di furore eroico, lui s’era gloriato della possibilità di colpire quella femmina, gli era parso di aver sempre saputo che a minacciare Athos era stata una di quelle creature maligne e subdole. Ma le cose non erano così semplici, e adesso lui si trovava lì con tutti i pezzi di quel rompicapo fra le mani, senza voler colpire nessuno. E per nulla eroico.
— Per il Cristo degli Spazi — mormorò l’agente della Sicurezza, che aveva finalmente fatto i suoi conti. — Allora devo arrestare una della Sorveglianza Ecologica?
Teki ridacchiò. L’altro tecnico, chiaramente colto di sorpresa dalla confessione di Helda, aveva l’aria di non sapere se dire la sua opinione o restare in disparte e rendersi invisibile.
— Ma cosa ne hai fatto delle altre? — Millisor si piegò verso di lei, a denti stretti.
— Le altre cosa? — tirò su col naso Helda.
— Le colture ovariche congelate che hai tolto da quei contenitori diretti ad Athos — spiegò Millisor, sillabando le parole come se stesse parlando a un animale che forse, pazientemente interrogato, poteva essere in grado di rispondere come un essere umano.
— Oh, quelle. Le ho buttate via.
Sulle tempie del cetagandano pulsavano vene e capillari. Ethan avrebbe potuto dire di quant’era salita la sua pressione. Sembrava avere anche qualche difficoltà a respirare. — Stupida puttana — ansimò. — Stupida puttana, tu non sai cos’hai fatto…
La risata di Quinn li colse di sorpresa, facendoli voltale stupiti. Se l’ammiraglio Naismilh fosse qui, si divertirebbe un mondo.
L’autocontrollo del Ghem-colonnello cedette, alla fine. — Maledetta cagna senza cervello! — gridò gettandosi su Helda, e le artigliò le mani alla gola. Il raggi degli storditori di Quinn e dell’agente della Sicurezza s’incrociarono, e il robusto cetagandano si afflosciò al suolo.
Rau si fece indietro, scuotendo la testa e mugolando fra sé: — Oh, merda, merda, merda…
— Resistenza all’arresto… — batté l’agente della Sicurezza sul minicomp, e fece una pausa per precisare l’accusa. — No. Tentata aggressione a una funzionaria della Sorveglianza Ecologica che espletava i suoi compiti…
Rau scivolò verso la porta.
— Non dimentichiamo l’evaso dal Reparto Detenzione — disse subito Quinn. — Sarà meglio non lasciarlo allontanare, agente. — Indicò Rau. — È lui l’individuo che state cercando da due giorni, dopo la sua fuga dal C-9. E scommetto che se perquisite questo alloggio troverete armi e attrezzature militari che la dogana di Stazione Kline non ha mai consentito d’importare.
— Prima viene la quarantena — disse l’altro sorvegliante ecologico, dopo un’occhiata alla collega ormai emotivamente svuotata.
— Ma senza dubbio l’ambasciatore Urquhart vorrà sporgere denuncia per il furto e la distruzione di beni appartenenti ad Athos — fece presente Quinn. — perciò chi deve arrestare chi?
— Tutti noi andremo al Reparto Quarantena, dove potrò tenervi sotto controllo finché non avrò chiarito ogni aspetto della situazione — disse fermamente l’agente della Sicurezza. — Chi è evaso dal C-9 scoprirà che fuggire dalla quarantena è un’altra cosa.
— Questo è vero — mormorò Quinn.
Rau ricominciò a imprecare fra i denti quando altri due agenti della Sicurezza apparvero sulla porta, sbarrandogli la sola via di fuga. La stanza sembrò all’improvviso troppo affollata. Ethan non aveva visto il robusto funzionario della Sicurezza chiamare rinforzi, ma evidentemente doveva averlo fatto ancor prima di entrare. La sua stima per quell’uomo in apparenza lento e indeciso salì di qualche grado.
— Sì, signore? — chiese uno dei nuovi venuti.
— Ve la siete presa comoda — disse l’agente della Sicurezza. — Perquisite quell’uomo. — Indicò Rau. — Poi darete una mano a scortare tutti alla Quarantena. Questi tre sono accusati di aver portato e sparso un contagio. Quello lì è l’uomo evaso dal C-9 e indagato per altri reati. Questa funzionaria è stata accusata di furto da quest’uomo, il quale indossa una tuta della stazione senza apparente giustificazione e nel contempo afferma che quel giovanotto del Bio-controllo è stato rapito. E ho una lista di accuse lunga da qui ai moli da notificare all’individuo disteso sul pavimento, quando si sveglierà. Questi tre hanno bisogno di cure mediche, anche se non urgenti…