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Ricordando i suoi doveri, Ethan si avvicinò a Teki e gli applicò a un braccio l’hipospray con l’antidoto del penta-rapido. Si sentì quasi triste per il giovanotto, quando il suo sorriso vacuo ma tranquillo fu sostituito dall’espressione di chi si sveglia con un forte mal di capo. Nel frattempo la squadra della Sicurezza stava estraendo ogni genere di misteriosi oggetti dalle tasche di Rau, che non faceva resistenza.

— E l’attraente signora in uniforme bianca e grigia, che sembra saperla lunga sugli affari di tutti quanti, sarà trattenuta come testimone finché non avrò accertato le sue responsabilità — concluse l’agente della Sicurezza. — Ma… ehi, dov’è andata?

CAPITOLO DODICESIMO

Nel Reparto Quarantena Rau tenne dietro alla lettiga su cui era disteso il suo superiore ancora privo di sensi, sopportando tutte le ispezioni fisiche e le analisi pretese dal Bio-controllo senza una parola di protesta. In effetti non aveva più aperto bocca da quando avevano lasciato l’albergo sotto pesante scorta, ma era rimasto accanto a Millisor con una sorta di cupa fedeltà, come un cane che rifiutasse di allontanarsi dalla bara del padrone.

Ethan non poteva immaginare quali esami si richiedessero per rivelare la plasmosi virale Alpha S-D-2 — o la sua mitica mutazione 3 — ma dall’espressione tetra che vide sulla faccia di Rau suppose che non fossero stati molto gradevoli.

Si sarebbe sentito meglio se Rau avesse mostrato almeno un minimo di fair play. Lo sguardo che c’era negli occhi del cetagandano quando lo riportarono in sala d’attesa per far entrare lui fu invece amichevole come una lama di coltello.

Seguendo fuori l’inserviente Ethan fu condotto in un ufficio per un colloquio con due agenti della Sicurezza, l’uomo robusto che aveva eseguito gli arresti all’albergo e un ufficiale femmina che sembrava essere il suo diretto superiore. A metà del colloquio i due furono raggiunti da un terzo funzionario della Sicurezza, che si presentò come il capitano Arata, un eurasiatico magro e nervoso con lisci capelli neri, faccia pallida e occhi acuti come aghi, che parlava poco e ascoltava molto.

Il primo impulso di Ethan, che si sentiva tentato d’essere franco e dire tutto, si smorzò subito allorché dovette pensare al problema della sparizione di Okita. Prudentemente decise che non avrebbe fatto il minimo accenno a quell’individuo, se non ci fosse stato costretto. Gli esperimenti genetici cetagandani e i tragici fatti culminati nella fuga dei loro due telepati divennero, sotto quelle tre paia d’occhi kliniani sicuramente molto interessati alle manovre politiche altrui, la vaga notizia che "un’ordinazione di colture ovariche per Athos era stata sostituita, sul Gruppo Jackson, con del materiale genetico rubato su Cetaganda". Ethan evitò con cura di menzionare Terrence Cee. Questo avrebbe potuto rendere le cose troppo complicate…

— In questo caso — disse la funzionaria della Sicurezza, — la sorvegliante biologica F. Helda ha fatto un favore ad Athos, agli effetti pratici, anche se involontariamente. Ha impedito che materiale genetico alterato fosse introdotto nella vostra società.

La funzionaria, comprese Ethan, stava cercando obliquamente di fargli pressione perché lui lasciasse cadere le accuse contro Helda, risparmiando così uno scandalo imbarazzante a una stazione la cui economia si basava sul traffico di merci e di viaggiatori. Ripensò alle dimensioni dei loro magazzini, e alla quantità di navi che attraccavano continuamente ai moli. Capire che quella gente stava sudando come lui lo fece sentire meglio, al punto che passò subito all’offensiva.

I tre funzionari assunsero un atteggiamento di fredda cortesia, dicendosi disposti a collaborare. Questo significava che la mezza dozzina di infrazioni commesse da Ethan, ed elencate con precisione burocratica dall’agente che aveva eseguiti gli arresti, potevano esser lasciate evaporare in considerazione del fatto che lui rappresentava Athos, anche se la presentazione delle sue credenziali di ambasciatore non era stata richiesta da Stazione Kline (e non era avvenuta). Nessun altro vandalismo come quello perpetrato dalla sorvegliante ecologica F. Helda, gli fu assicurato, sarebbe stato permesso. La sorvegliante ecologica F. Helda, che ormai aveva una certa età, avrebbe avuto il pensionamento anticipato senza che ci fossero altre pretese di Athos o conseguenze legali. L’ambasciatore Urquhart non avrebbe più dovuto preoccuparsi del Ghem-lord Harmon Dal, o colonnello Millisor che fosse, poiché lui e i suoi assistenti erano già in lista per la deportazione a bordo della prima nave disponibile, con l’accusa di rapimento, presentazione di false generalità e sospetta truffa (accuse, queste ultime, per cui la Camera di Commercio s’era già costituita parte civile).

— A proposito, signor ambasciatore — intervenne il capitano Arala, — lei ha idea di dove si trovino gli altri due dipendenti di questo Ghem-lord?

— Vuol dire che non avete ancora arrestato quel, uh, come si chiama. Setti? — domandò Ethan.

— Ci stiamo lavorando — disse Arata. Il suo volto inespressivo e controllatissimo non diede a Ethan alcun indizio sul significato di quella frase.

— Suppongo che farà meglio a domandarlo al colonnello Millisor. quando riprenderà i sensi. In quanto all’altro dipendente, forse potrà avere sue notizie da… mmh. quella mercenaria…

— La comandante Elli Quinn? — domandò Arata.

— Può darsi — annuì Ethan, con indifferenza.

— E dove si trova la comandante Quinn, signor ambasciatore?

Ethan sospirò. — Se ò andata via così in fretta, presumo che la sua nave stesse partendo. Era in ferie. Probabilmente farà ritorno alla flotta dei Mercenari Dendarii. dovunque sia in questo momento. — Portandosi dietro senza dubbio il suo nuovo acquisto, Cee. Quanto tempo il giovane telepate sarebbe sopravvissuto, ora che aveva perso del tutto i suoi sogni e i suoi scopi? Più di quanto era destinato a sopravvivere quando aveva Millisor alle calcagna, ammise Ethan per onestà. Che vada pure. Faccia come vuole.

Anche Arata ebbe un sospiro. — Una creatura scivolosa come un’anguilla — borbottò. — Quanto al fatto che se ne sia andata, vedremo. Mi deve ancora qualche spiegazione.

A quel punto Ethan vide che il colloquio era terminato e si alzò. La funzionaria lo accompagnò solo fino alla porta del suo ufficio. — La ringrazio per la sua gentile collaborazione, signor ambasciatore. Se c’è qualcosa che Stazione Kline potrà fare per rendere più gradevole la sua permanenza, la prego di informarci.

Non gli era stato detto altro di Helda, e poiché adesso lui era un diplomatico decise che chiedere qualcosa di più del pensionamento anticipato (la sua testa in un blocco di plastiglax, ad esempio) sarebbe stato poco diplomatico.

Nel corridoio che conduceva al portello stagno di quel settore Ethan rallentò il passo. — Ora che ci penso, capitano Arata, c’è qualcosa che potreste fare per me.

— Davvero? Mi fa piacere.

— Il colonnello Millisor è sotto sorveglianza, no? Quando si sarà svegliato, potreste concedermi di parlargli per qualche minuto?

Arata lo scrutò con aria speculativa. — Se vuole seguirmi vedrò cosa posso fare, signore.

Ethan fu condotto dal capitano della Sicurezza attraverso la sezione amministrativa e oltre due portelli stagni, di nuovo nel Reparto Quarantena. Qui incontrarono un meditec che stava uscendo giusto allora da una camera dalle pareti trasparenti. Il meditec accese un pannello INGRESSO CONSENTITO sopra la porta della camera e cominciò a togliersi la tuta isolante. All’interno una guardia armata della Sicurezza mandò fuori da uno scomparto un rotolo di indumenti, in un sacchetto che il meditec gettò in un cestone con altra roba destinata alla lavanderia.

— Quali sono le condizioni del vostro paziente? — gli domandò Arata.

Il meditec guardò i gradi del suo interlocutore. — È sveglio e ha recuperato l’orientamento. Accusa qualche tremito dovuto al trauma dello storditore, e un certo mal di capo. Le analisi rivelano che soffre inoltre di ipertensione cronica, di una gastrite dovuta presumibilmente al lavoro stressante, di un inizio di degenerazione epatica pre-cirrotica, e di una prostata ingrossata che fra qualche anno dovrà farsi operare. In breve, è in uno stato di salute normale in un uomo della sua età. Quello che non ha è la plasmosi virale Alpha S-D-2, né la 3, né la 29 o qualsiasi altro numero. Il suo apparato genitale è tatuato, come usa fra i cetagandani, ma non ammalato. Qualcuno ci ha inoltrato un falso allarme, capitano, con quel rapporto di qualche ora fa, e spero che scoprirete chi è stato. Io non ho tempo per giochetti così stupidi e costosi.