Senza volerlo troppo Ethan immaginò un olocubo sulla sua scrivania, pieno di vita e con tre sorridenti volti di fanciulli… pony anche per loro, naturalmente, e lunghe giornate in barca a vela sotto il cielo terso, con lui che insegnava ai figli i segreti del vento e del mare, come suo padre aveva insegnato a lui, e le voci e le risa in una casa non più vuota, e un futuro senza timori…
Ma con voce tetra disse: — Se riuscirò nell’incarico, e se riuscirò a tornare indietro. Inoltre io ho già da parte crediti da doveri sociali per un figlio e mezzo. Il Consiglio avrebbe fatto meglio a stanziare abbastanza crediti da doveri sociali per qualificare il mio coniuge alternativo designato. Sto parlando di mio fratello… cioè, del mio fratellastro, Janos.
— Se lei scusa la mia franchezza, Ethan, gli uomini come il suo fratellastro sono proprio la ragione per cui i CDS non possono essere trasferiti neppure ai familiari — disse Desroches. — È senza dubbio un giovanotto affascinante, ma lei stesso deve ammettere che si tratta di un irresponsabile.
— È giovane — protestò Ethan, a disagio. — Ha soltanto bisogno di un po’ di tempo per maturare.
— Tre anni più giovane di lei, mi sembra di ricordare. Sciocchezze. Il suo fratellastro non maturerà mai, finché può appoggiarsi a lei. Credo che le converrebbe assai di più trovare un CAD già qualificato, piuttosto che cercare di tirarne fuori uno da un ragazzo scriteriato come Janos. Inoltre, con un CAD qualificato come partner, lei potrebbe avere una vita familiare…
— Lasciamo la mia vita privata fuori da questa storia, le spiace? — sbottò Ethan. ferito in un punto sensibile. — Vita che, fra l’altro, questa missione scombussolerà completamente. Non me la sento proprio di ringraziarvi per questo incarico. — E incrociò le braccia, seduto accanto al posto di guida, con gli occhi fissi nella notte che correva incontro alla vettura.
— Poteva andarle peggio — gli fece notare Desroches. — Il Consiglio avrebbe potuto attivare il suo stato di Riserva dell’Esercito, farle dare un ordine dall’Ufficio della Difesa e mandarla in missione con la paga da sottufficiale. Per fortuna lei è stato così intelligente da non cadere in questa trappola.
— Mi sono accorto che non stavate bluffando.
— Infatti non stavamo bluffando. — Desroches sospirò e si fece più serio. — Non l’abbiamo scelta a caso, Ethan. E le dirò che trovare un sostituto in grado di svolgere il suo lavoro a Sevarin non sarà assolutamente facile per me.
Desroches fece scendere Ethan davanti al giardino dell’appartamento che lui divideva con il fratellastro, e prima di ripartire gli raccomandò di farsi vedere di buon’ora al Centro di Riproduzione, l’indomani. Ethan annuì con un sospiro. Quattro giorni. I primi due, e non un minuto di più, gli erano concessi per istruire il suo assistente anziano ai molti nuovi compiti che avrebbe dovuto svolgere, e per sbrigare almeno i più urgenti affari personali — gli conveniva fare testamento? — poi un giorno alla capitale per le ultime istruzioni presso il Consiglio della Popolazione, e quindi presentarsi alla pista di atterraggio delle navette. Il suo cervello già fremeva nello sforzo di barcamenarsi con tutte quelle novità.
Una quantità di cose, al Centro di Riproduzione, avrebbero dovuto semplicemente essere abbandonate. D’un tratto gli venne da pensare al figlio di Fratello Haas, il feto del gruppo JJY, felicemente impiantato nel replicatore uterino tre mesi addietro. Lui aveva già progettato di occuparsi personalmente del parto, così come s’era occupato della fertilizzazione dell’ovulo. L’alfa e l’omega, per assaporare anche se brevemente e attraverso gli occhi di un altro uomo il frutto gioioso del suo lavoro. Avrebbe fatto ritorno su Athos assai dopo la scadenza di quella data.
Mentre camminava verso la porta, nella penombra, inciampò sulla bicicletta elettrica di Janos stesa di traverso sul sentiero fra le aiuole. Per quanto Ethan si sforzasse di ammirare l’idealistica indifferenza del fratellastro verso le superficialità del benessere materiale, gli sarebbe piaciuto che fosse più ordinato con le sue cose… ma lui era fatto così.
Benché l’uso volesse che lo chiamasse "fratello", in realtà Janos non aveva con lui altro che una parentela legale, essendo figlio del CAD di suo padre. I due uomini avevano allevato insieme i loro cinque figli, così come erano stati insieme come partner nella vita privata e nella conduzione della loro ditta, un impianto dapprima sperimentale e poi di buon successo economico per l’allevamento del pesce, sulla costa della Provincia Meridionale. Nessuno dei due aveva mai fatto differenze fra i suoi figli e quelli del suo coniuge alternativo designato. Ethan, il più anziano dei tre figli di suo padre, studioso e analitico, era destinato fin dalla nascita a un’istruzione superiore e a un lavoro nel campo scientifico. Steve e Stanislaus, gli altri due, nati a una settimana uno dall’altro, provenivano invece dallo stesso gruppo di coltura ovarica del padre, ed erano positivi e portati agli affari. Degli altri due, Janos era energico e fatto per le attività fisiche, dotato di una personalità eclettica e spumeggiante. Bret, il "piccolo", che al momento faceva servizio di leva nell’Esercito, aveva invece chiare tendenze musicali; era a lui che Ethan si riferiva parlando col caposquadra dei meditec, quel mattino. Sentiva la loro mancanza da anni, prima nell’Esercito, poi all’università, e infine dopo aver accettato quel lavoro troppo-buono-per-poterlo-rifiutare lì nel Distretto di Sevarin.
Quando Janos aveva deciso di trasferirsi anch’egli a Sevarin. avido di lasciare la vita di campagna per quella di città, Ethan era stato ben lieto di prenderlo in casa con sé. Non gli importava che la presenza del fratellastro ostacolasse i suoi saltuari tentativi di socializzare con qualche aspirante partner. Ethan. che era sempre stato timido nei rapporti sentimentali, detestava gli approcci sessuali che ai giovanotti di città riuscivano spontanei, e che lui trovava invece troppo facili e artificiosi. Di conseguenza lui e Janos avevano ripreso senza problemi i rapporti sessuali della loro infanzia. E quella notte Ethan aveva bisogno di quel genere di conforto, perché nel suo intimo si sentiva molto più spaventato di quel che il suo sarcastico botta-e-risposta con Dcsroches avesse fatto pensare.
L’appartamento era buio e silenzioso. Ethan fece un rapido passaggio in tutte le stanze e poi, con un borbottio, andò a controllare nel garage.
La sua vettura antigravità non c’era. Ethan l’aveva acquistata solo due settimane prima, coi risparmi di un anno di lavoro e grazie anche al recente aumento di paga che gli spettava con la promozione a direttore del suo dipartimento: una Aerostar De Luxe ultimo modello, personalizzata su richiesta del cliente e con piastre antigravità che potevano sollevarla fino a un chilometro d’altezza in venti secondi. Ethan imprecò fra i denti, poi si diede dello sciocco e cercò di calmarsi; in realtà aveva già promesso a Janos che gliela avrebbe fatta provare, appena finito il rodaggio. Inutile mettersi a discutere con lui se l’aveva presa un po’ prima; sarebbe apparso stupidamente pignolo.
Rientrò in casa e considerò doverosamente l’idea di andarsene subito a letto. Era tardi, ma… dannazione, il nervosismo gli avrebbe impedito di dormire. Controllò la consolle di comunicazioni. Nessun messaggio, naturalmente. Senza dubbio ciò significava che Janos era uscito con l’idea di tornare a casa prima di lui, cercò di dirsi. Ethan fece il numero di videotelefono della vettura antigravità; nessuna risposta. Be’, dato che a bordo non c’era nessuno questo gli dava modo di effettuare la ricerca col sistema antifurto, senza che Janos se ne offendesse. Chiamò a schermo la carta della città e batté un codice che lo collegava col satellite. Uno degli accessori extra da lui chiesti era un costoso trasmettitore incorporato nel telaio stesso della Aerostar De Luxe, che avrebbe costretto un ladro a fare a pezzi il motore per smontarlo. Il segnale che il satellite gli mandò sulla carta rivelò che la vettura si trovava in città: a neppure due chilometri di distanza da lì, nel Parco dei Padri Fondatori. Senza dubbio Janos è a una festicciola in casa di qualche amico, pensò, grattandosi la mandibola. Be’, decise infine, allora tanto valeva andarsene da quelle stanze vuote e deprimenti, e raggiungerlo per un’ora o due; così si sarebbe preso la soddisfazione di stupirlo non mostrandosi arrabbiato perché lui era uscito con la sua vettura senza permesso.