— Il signor Sweeney? — domandò l’uomo con la faccia da luna piena, più affermando che domandando.
— Si accomodi, Doc — rispose Sweeney. E nascose le mani in tasca, in fretta, perché aveva avvertito i sintomi di una nuova crisi di tremito.
IV
L’uomo con la faccia da luna piena scivolò su uno sgabello, oltre la curva del banco, così da trovarsi di faccia a Sweeney. Cominciò: — Avete scritto veramente un buon articolo sul fatto di stanotte, signor Sweeney.
E Sweeney disse: — Contento che vi sia piaciuto.
— Non ho detto che mi è piaciuto — replicò Greene — ho detto che è veramente un buon articolo. È diverso.
— Ma in questo caso particolare — insisté Sweeney — dove sta la differenza?
Doc appoggiò i gomiti sul banco e unì le punte delle dita, rispondendo con aria saggia: — Signor Sweeney, qualcuno può gustare profondamente la descrizione di una donna, qualcun altro può non divertirsi affatto a leggerla. Per esempio, nel caso che la donna sia sua moglie.
— Iolanda Lang è vostra moglie?
— No — rispose l’uomo — io vi portavo semplicemente un esempio, come voi avevate chiesto. Avete già ordinato qualcosa?
Sweeney assentì e Greene, guardando il cameriere, alzò un dito: quello arrivò portando la birra-con-uovo di Sweeney e un bicchiere da whisky per Greene. Quando il bicchiere fu riempito, Sweeney cautamente trasse una mano di tasca e appoggiò le punte delle dita sul banco, poi, con cura, così da non mostrarne il tremito, le spinse lungo il bordo, e infine verso il bicchiere, mentre sorvegliava quegli occhi che sembravano tanto enormi dietro le grosse lenti.
Il sorriso di Greene era scomparso, ma ora riapparve, mentre egli alzava il bicchiere. — Alla vostra cattiva salute, Sweeney.
Le dita di Sweeney si erano aggrappate al bicchiere. — Alla vostra, Doc. — E con la mano ormai ferma alzò il boccale e mandò giù un sorso. Quando ebbe deposto il bicchiere, trasse di tasca anche l’altra mano: la crisi era passata e non tremava più.
Disse, con intenzione: — Forse voi sareste lieto di farmela peggiorare, la salute, Doc. Se volete provare, sarà una gioia compiacervi.
Il sorriso si allargò. — Naturalmente no, signor Sweeney. Da quando sono diventato uomo, ho messo da parte i giochi infantili, come dice il grande poeta.
— È la Bibbia — corresse Sweeney — non Shakespeare.
— Grazie, Sweeney. Voi siete proprio, come io temevo leggendo il vostro pezzo, un uomo intelligente. E anche, come ho temuto leggendo il vostro nome, un irlandese, con la testa dura. Se vi dicessi, veniamo pure al fatto, se vi dicessi di non occuparvi di Iolanda, diventereste ancora più ostinato. — Alzò un dito per farsi riempire di nuovo il bicchiere e continuò: — Qualsiasi accordo sarebbe inutile: anche il dirvi che è inutile da parte vostra cercare di avvicinare la mia, diciamo, cliente. Come voi avete potuto osservare, Iolanda non è priva di fascino. La cosa è stata provata da esperti.
— State facendovi dei complimenti, Doc.
— Forse, e forse no. In ogni caso, non stiamo trattando dei miei rapporti con Iolanda.
Sweeney bevve un altro sorso di birra e rispose: — Ora tocca a me meravigliarmi. Di che cosa stiamo discutendo? Mi pare che non ci siamo incontrati qui per parlare della pubblicità per qualche altro vostro cliente. E voi stesso avete detto che tentare degli accordi sarebbe altrettanto inutile che indicarmi la vanità dei propositi che secondo voi io ho in mente. Allora, perché siete venuto qua?
— Per conoscervi, Sweeney. Quando ho letto il vostro articolo, ho capito, e io sono una specie di psicologo, che voi sareste stato una spina nel mio fianco. C’era nel vostro pezzo un qualcosa di indefinibile… come Dante avrebbe potuto scrivere di Beatrice o Abelardo di Eloisa.
— E Casanova di Ginevra, se fossero vissuti nello stesso secolo. — Sweeney sorrise appena. — Sapete, Doc, mi siete tanto odioso che cominciate a piacermi.
— Grazie — rispose Greene — è proprio quel che anch’io provo per voi; lasciatemi dire che ognuno di noi ammira le capacità dell’altro. O almeno, voi ammirerete le mie, quando mi conoscerete meglio.
— No, le ammiro già, specie la vostra linea di condotta — replicò Sweeney — immensamente. L’unica cosa di voi che odio sono i vostri visceri.
— E speriamo che lo Squartatore non li esponga mai al pubblico — riprese Greene. — Non sembra probabile, dato che finora ha preferito vittime più tenere. — Doc sorrise. — Sweeney, la civiltà non è forse una cosa meravigliosa? Che due uomini possano stare qui seduti a insultarsi, con cordiale sincerità e divertendosi alla conversazione? Se avessimo le abitudini di uno o due secoli fa, uno di noi avrebbe già schiaffeggiato l’altro sulla guancia e uno di noi sarebbe destinato a morire molto prima che il sole di domani indori l’orizzonte.
— Bellissima immagine, Doc — ammise Sweeney. — Mi piacerebbe tanto. Ma le autorità sono piene di decisione in proposito. Perciò torniamo a Iolanda. Ritengo che voi abbiate letto con grande intuizione fra le righe del mio resoconto. Che cosa avete intenzione di fare? Avete qualche progetto?
— Naturalmente: per prima cosa, metterò sulla vostra strada ogni possibile ostacolo. Avviserò Iolanda di stare in guardia contro di voi, non in modo evidente, è ovvio, ma con astuzia, e le farò credere che voi siete uno sciocco. E voi sapete bene di esserlo.
— Sì — disse Sweeney. — Ma Iolanda può anche non prendere in considerazione l’avviso, dato che proviene da un bastardo come voi. E voi sapete bene di esserlo.
— Il vostro potere di intuizione, Sweeney, mi sorprende addirittura. Guardate il caso, lo sono veramente, nel senso letterale della parola. È molto probabile che lo sia anche in senso figurato, ma ciò non ha alcuna importanza. Dovrei dire forse, soltanto, che c’è una forte probabilità che io sia nato da una coppia non regolarmente coniugata; per quanto ne so io con sicurezza, sono stato allevato in un orfanotrofio. Quel che sono oggi, è poi opera mia.
— Soltanto voi potevate essere capace di compierla — concesse Sweeney.
— Voi mi lusingate. Non vi chiedevo un complimento. Ma questa è una digressione. Oltre a mettervi degli ostacoli, io vi aiuterò.
— Adesso mi confondete davvero! — esclamò Sweeney.
— Voi volete trovare lo Squartatore. È logico che ci proviate, prima perché siete giornalista, poi, ed è più importante per voi, perché pensate che questo vi aprirà la strada per arrivare a Iolanda. Il tentare vi porterà immediatamente a contatto con la ragazza, un contatto forse non così intimo come voi vorreste, ma sempre una buona scusa per vederla e parlarle. E quindi pensate che se riuscirete a trovare lo Squartatore, le apparirete come un eroico conquistatore e Iolanda vi cadrà fra le braccia. Dico bene?
— Continuate a parlare — rispose Sweeney — come se avessi bisogno di suggerimenti!
— Bene, avete dunque due ottime ragioni per trovare l’assassino. E io ne ho due ottime per aiutarvi. Una — e alzò un dito grassoccio — se lo trovaste, quello potrebbe anche infilarvi nello stomaco un coltello. E credo mi farebbe molto piacere. Anch’io odio i vostri visceri, caro Sweeney.
— Grazie di cuore.
— Seconda ragione — e un altro dito raggiunse il primo — la polizia può anche vedere giusto, quando teme che l’assassino ritorni per farla finita con Iolanda. Nonostante che Iolanda, come riportano tutti i giornali, non sia in grado di riconoscerlo, potrebbe decidere di correre il rischio per poi essere del tutto al sicuro. E questo non mi piacerebbe.