— Non lo so, Barbara. Credo che non lo sappia nessuno. — Stancamente soffiò sulla candela e l’oscurità avvolse completamente la stanza.
Chissà come si era ritrovato a vagare nei pressi di Union Square ed era fermo nella Quattordicesima, dondolandosi lentamente sulla punta dei piedi, e sperimentando quella sensazione di vertigine che è il primo sintomo della morte per inedia. C’era poca gente per le strade, e tutti procedevano speditamente con sguardo cupo. Il sole splendeva alto nel cielo.
Le sue riflessioni vennero interrotte dal suono di grida concitate e dall’insolito rumore di gente che correva. Il suo addestramento militare gli suggerì di tuffarsi in un fosso lì accanto e di tenersi nascosto, domandandosi che cosa stesse succedendo.
Un attimo dopo, si sporse a guardare. Quattro uomini, tutti grossi come Katterson, avanzavano lungo la strada ora deserta. Uno di essi trascinava un sacco.
— Eccone una — gridò rauco l’uomo con il sacco. Guardò incredulo i quattro uomini che avevano scovato una ragazza acquattata in un edificio diroccato.
Era una creatura pallida, magra, dall’aspetto disfatto, di forse vent’anni, che in un altro mondo avrebbe potuto essere attraente. Ma le sue guance erano scarne e ruvide, gli occhi opachi e spenti, e le braccia ossute ed angolose.
Mentre quelli si avvicinavano, lei indietreggiò, imprecando in segno di sfida e pronta a difendersi. Non capisce, pensò Katterson, crede che vogliano attaccarla.
Il sudore gli colò lungo il corpo e si costrinse a guardare, trattenendosi dal balzare fuori dal proprio nascondiglio. I quattro predoni si avvicinarono alla ragazza. Lei sputò, cercando di colpire con una mano simile ad un artiglio.
Loro sogghignarono e la afferrarono per il braccio. Il grido di lei improvvisamente divenne acutissimo mentre quelli la trascinavano allo scoperto. Un coltello brillò: Katterson digrignò i denti, trasalendo, mentre vide la lama andare a segno.
— Nel sacco, Charlie — disse una voce aspra.
Katterson fumava di rabbia. Era la prima volta che vedeva i macellai di Malory (almeno credeva che fossero della banda di Malory). Sentendo il coltello premergli contro il fianco, nel fodero, provò l’impulso di attaccare i quattro cacciatori di carne, ma poi, ritornando lucido, si lasciò di nuovo cadere nel fosso.
Così presto? Katterson sapeva che il cannibalismo si era andato lentamente diffondendo in una New York che moriva di fame già da molti anni, e che pochi cadaveri raggiungevano le loro tombe, ma questa era la prima volta che gli capitava di vedere dei razziatori braccare un essere umano per ucciderlo allo scopo di procurarsi del cibo. Rabbrividì per il disgusto. La lotta per la vita era cominciata, allora.
I quattro predatori scomparvero in direzione della Terza Avenue, e Katterson si alzò cautamente dal fosso, lanciando un’occhiata circospetta tutt’intorno e si avventurò all’aperto. Doveva stare attento: un uomo della sua taglia significava carne per parecchi mesi.
Altra gente stava uscendo dagli edifici, ora, ed ognuno aveva sul viso la stessa espressione di orrore. Katterson guardò quegli scheletri ambulanti che vagavano con aria stranita, alcuni in preda ai singhiozzi, altri ormai incapaci persino di piangere. Furioso, strinse i pugni, bruciando dal desiderio di soffocare il suo crescente malessere, pur sapendo che era impossibile.
Un uomo alto e magro, con i lineamenti cesellati, era salito sulla piattaforma dell’oratore. La sua voce era soffocata dalla rabbia.
— Fratelli, ora è tutto chiaro. Gli uomini si sono allontanati dalle vie del Signore, e Satana li ha condotti alla distruzione. Proprio ora avete visto con i vostri occhi quattro delle Sue creature distruggere un proprio simile per il cibo… il più terribile di tutti i peccati.
«Fratelli, il nostro tempo sulla Terra è quasi compiuto. Io sono vecchio, ricordo i giorni prima della guerra e, anche se qualcuno di voi non mi crederà, ricordo i giorni in cui c’era cibo per tutti, in cui tutti avevano un lavoro, e questi edifici diroccati erano alti, splendenti e si stendevano a perdita d’occhio, ed i cieli erano pieni di aerei a reazione. Nella mia giovinezza ho viaggiato per tutto il paese, fino al Pacifico. Ma la guerra ha messo fine a tutto questo e la Mano di Dio è su di noi. La nostra ora è giunta, e presto avremo la nostra ricompensa.
«Andate incontro al Signore e che le vostre mani non siano sporche di sangue, Fratelli. Quei quattro uomini che avete visto oggi bruceranno per l’eternità a causa del loro crimine. Chiunque mangi la carne sacrilega che essi hanno macellato oggi, brucerà con loro nell’Inferno. Ma ascoltatemi, fratelli, ascoltatemi! A quelli di voi che ancora non sono perduti, io dico: salvatevi! Meglio restare senza cibo, come molti di voi stanno facendo, che contaminarsi con questo nuovo genere di cibo, la carne più preziosa di tutte.
Katterson osservò la gente intorno a lui. Voleva porre fine a tutto questo: ebbe la visione di una crociata per il cibo, di una campagna contro il cannibalismo, con bandiere che sventolavano, tamburi che rullavano e lui stesso a capo della lotta. Qualcuno si era fermato ad ascoltare il vecchio predicatore e altri si erano allontanati. Qualcuno sorrideva, facendo commenti derisori all’indirizzo del vecchio, ma lui li ignorava.
— Ascoltatemi! Ascoltatemi prima di andarvene. Siamo tutti condannati comunque: il Signore ce lo indica chiaramente. Ma pensate, gente: questo mondo finirà presto, ed uno più grande verrà. Non rinunciate alla possibilità della vita eterna, fratelli! Non vendete la vostra anima immortale per un morso di carne corrotta!
La folla era sempre meno numerosa, notò Katterson. Si stava disperdendo in fretta e la gente si defilava e spariva. Il predicatore continuava a parlare. Katterson si alzò in punta di piedi e si voltò per guardare verso est, al di là della folla. Lasciò vagare lo sguardo per un momento e poi egli impallidì. Quattro figure sinistre percorrevano la strada con passo deciso.
Quasi tutti le avevano viste. Camminavano fianco a fianco al centro della strada, con il più alto che reggeva il sacco. La gente spariva rapidamente in tutte le direzioni e quando i quattro giunsero all’angolo della Quattordicesima con la Quarta Avenue, vicino alla piattaforma erano rimasti solo Katterson ed il predicatore.
— Vedo che sei rimasto solo tu, giovanotto. Sei già corrotto o fai ancora parte del Regno dei Cieli?
Katterson ignorò la domanda. — Vecchio, scendi di lì! — disse brusco. — I predatori stanno ritornando. Avanti, andiamocene prima che arrivino.
— No. Voglio parlare con loro quando saranno qui. Ma tu salvati, giovanotto, salvati finché sei ancora in tempo.
— Ti uccideranno, vecchio sciocco — ribatté duramente Katterson.
— Siamo tutti condannati in un modo o nell’altro, figliolo. Se è giunta la mia ora, io sono pronto.
— Tu sei pazzo — disse Katterson. I quattro erano ora a portata di voce. Katterson guardò un’ultima volta il vecchio e poi si lanciò attraverso la strada ed entrò in un edificio. Si guardò alle spalle e vide che non era stato seguito.
I quattro razziatori raggiunsero la piattaforma, e si misero ad ascoltare il vecchio. Katterson non riusciva a sentire le sue parole, ma vide che agitava le mani mentre parlava. I quattro sembravano ascoltarlo con attenzione. Katterson continuò a fissare la scena. Vide uno dei predatori rivolgersi al vecchio e poi quello che reggeva il sacco si arrampicò sulla piattaforma. Uno degli altri gli lanciò un coltello.
L’urlo fu penetrante. Quando Katterson osò di nuovo guardare, l’uomo alto stava ficcando nel sacco il corpo del predicatore. Katterson chinò il capo. Le trombe del giudizio svanirono in lontananza: capì che la resistenza era impossibile. Una corrente inarrestabile si era messa in moto.