Che cosa era successo a quel coraggioso nuovo mondo che era entrato nel ventunesimo secolo con tante orgogliose speranze? Ecco qui Paul Katterson, probabilmente uno degli uomini più alti e robusti del paese, che faceva dondolare le gambe al di là di una enorme area devastata, con un tremendo dolore alla bocca dello stomaco. Il mondo era morto, il mondo luccicante delle cromature e degli aerei a reazione. Un giorno, forse, ci sarebbe stata una nuova vita. Un giorno.
Katterson fissò le acque al di là del cratere. Da qualche parte oltre il mare c’erano altri paesi, anch’essi distrutti. E da qualche parte, in un’altra direzione, c’erano pianure sconfinate, erba, grano, animali selvaggi separati da centinaia di migliaia di montagne radioattive. La guerra si era divorata campi, pascoli e bestiame, piegando la resistenza di tutto il genere umano.
Si alzò e riprese a camminare attraverso le strade solitarie. Era buio, ed i pochi lampioni a gas gettavano una luce spettrale, come piccole lune in eclissi. I campi erano aridi e quello che restava dell’umanità si accalcava nelle città devastate, tranne quei pochi fortunati delle rare Oasi sparse qua e là per il paese. New York era una città di scheletri alla ricerca di un po’ di cibo.
Un ometto andò a sbattere contro Katterson. Katterson abbassò lo sguardo verso di lui e lo afferrò per un braccio. Un padre di famiglia, pensò, che si affrettava a tornare a casa dai propri figli affamati.
— Chiedo scusa, signore — disse l’ometto nervosamente, cercando di liberarsi dalla stretta di Katterson. Sul suo viso si leggeva la paura. Katterson si domandò se quell’ometto preoccupato temesse che il gigante volesse arrostirlo all’istante.
— Non voglio farle del male — disse Katterson. — Sto solo cercando del cibo, Cittadino.
— Non ne ho.
— Ma io sto morendo di fame — disse Katterson. — Lei mi sembra uno che ha denaro, un lavoro. Mi dia del cibo ed io sarò la sua guardia del corpo, il suo schiavo, qualunque cosa.
— Senti, amico, non ho cibo per nessuno. Ohi! Lasciami andare il braccio!
Katterson lo lasciò e guardò l’ometto lanciarsi giù per la strada. La gente cercava di evitare ogni contatto in questi giorni, pensò. Anche Malory era scappato nello stesso modo.
Le strade erano buie e vuote. Katterson si chiese se prima del mattino sarebbe diventato una bistecca per qualcuno e francamente non gliene importava. All’improvviso provò prurito al petto ed infilò la mano sporca sotto la camicia per grattarsi. La carne sopra i muscoli pettorali era stata quasi completamente assorbita scoprendo le ossa del torace. Si toccò le guance ispide, notando che la pelle era tesa sopra le mascelle.
Si voltò e si diresse verso la zona residenziale, girando intorno ai crateri, arrampicandosi sui mucchi di pietre. All’altezza della Cinquantesima Strada una jeep del governo si arrestò vicino al marciapiede a pochi metri di distanza. Ne scesero due soldati armati di fucile.
— È un po’ tardi per fare una passeggiata, Cittadino — disse uno dei soldati.
— Volevo prendere un po’ di aria fresca.
— Tutto qui?
— A lei che gliene importa?
— Non è che magari fai anche un po’ di caccia, eh?
Katterson si lanciò contro il soldato. — Tu, piccolo bastardo…
— Calma, spilungone — disse l’altro soldato tirandolo indietro. — Stavamo solo scherzando.
— Bello scherzo — disse Katterson. — Voi potete permettervi di scherzare… vi basta indossare l’uniforme per avere del cibo. Lo so come funziona per voi dell’esercito.
— Non più — disse il secondo soldato.
— Chi credi di prendere in giro? — chiese Katterson. — Sono stato un soldato regolare per sette anni, finché non ci hanno congedato nel ’52. So come vanno le cose.
— Ehi, in che reggimento eri?
— 306° Esploratori, soldato.
— Sei Katterson, Paul Katterson?
— Forse sì — disse Katterson piano. Si fece più vicino ai due soldati. — E allora?
— Conosci Mark Leswick?
— Accidenti se lo conosco — fece Katterson. — Ma tu come mai lo conosci?
— Era mio fratello. Mi parlava sempre di te… Katterson, il tizio più grosso in circolazione, diceva sempre. Con l’appetito di un bue.
Katterson sorrise. — E che fa ora?
L’altro tossicchiò. — Niente. Lui e alcuni amici costruirono una zattera e cercarono di raggiungere il Sud America. Sono stati affondati dalla Guardia Costiera appena fuori dal posto di New York.
— Oh. Maledizione. Un brav’uomo, Mark. Ma aveva ragione a proposito dell’appetito. Ho fame.
— Anche noi, amico — disse il soldato. — Ieri hanno sospeso le distribuzioni per i soldati.
Katterson scoppiò a ridere e l’eco risuonò per le strade silenziose. — Dannazione a loro! Per fortuna che non l’hanno fatto quando ero ancora in servizio; mi avrebbero sentito.
— Puoi venire con noi, se vuoi. Saremo fuori servizio non appena terminato questo pattugliamento e faremo un giro in centro.
— È un po’ tardi, vero? Che ora è? Dove state andando?
— Manca un quarto alle tre — disse il soldato quardando l’orologio. — Cerchiamo un tizio di nome Malory; si dice in giro che abbia del cibo da vendere e noi abbiamo preso la paga ieri. — Batté compiaciuto una mano sulla tasca.
Katterson ammiccò. — Lo sapete che genere di roba vende Malory?
— Sì — disse l’altro. — E allora? La fame è fame ed è meglio mangiare che morire. Ne ho visti di tipi come te, troppo testardi per scendere così in basso per avere un pasto. Ma presto o tardi cederai, credo. Non so, sembri molto testardo.
— Sì — disse Katterson, respirando più affannosamente del solito. — Credo di essere testardo. O forse non sono ancora abbastanza affamato. Grazie per il passaggio, ma io vado verso nord.
E si voltò, avviandosi con passo strascicato nell’oscurità.
C’era un unico posto in cui poteva andare.
Hal North era un uomo tranquillo, circondato dai libri, che si era incontrato abbastanza spesso con Katterson, anche se abitava piuttosto lontano, nella Centoquattordicesima Strada.
Katterson aveva un invito sempre valido per andarlo a trovare in qualunque momento del giorno o della notte, e poiché non aveva un altro posto dove andare, si diresse da lui. North era uno di quei pochi studiosi che ancora cercavano di perpetuare il sapere alla Columbia, che una volta era un tempio della cultura. Si riunivano in una delle aule diroccate, facendo tesoro di libri rovinati e scambiandosi opinioni. North aveva un minuscolo appartamento in un edificio ancora in piedi nella Centoquattordicesima e viveva circondato dai libri e da una ristretta cerchia di conoscenti.
Un quarto alle tre, aveva detto il soldato. Katterson camminava veloce, senza quasi notare gli isolati che si lasciava alle spalle. Raggiunse l’appartamento di North proprio mentre spuntava il sole, e bussò piano alla porta. Un colpo, un altro, ed un terzo un po’ più forte.