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Dama Cassilda, una donna bruna e graziosa che aveva all’incirca l’età di Ellemir ed era anche lei visibilmente incinta, le porse la mano. — Vieni con me, mia cara.

Ellemir guardò Cassilda Hastur e poi Damon. — Posso parlare, nobile Hastur?

Lorill annuì.

La voce di Ellemir era lieve e infantile come sempre, ma aveva un tono incrollabile. — Ringrazio le matrone per le loro premure, ma le rifiuto. Voglio restare con mio marito.

— Mia cara — disse Cassilda Hastur, — la tua devozione ti fa onore. Ma devi pensare a tuo figlio.

— Io penso a mio figlio — ribatté Ellemir. — A tutti i nostri figli, Cassilda: ai tuoi e ai miei, e alla vita che sognamo per loro. Nessuno di voi si è preso la fatica di pensare, di pensare veramente a ciò che sta facendo Damon?

Damon, che l’ascoltava incredulo (le aveva aperto il proprio cuore, la notte in cui aveva guarito le vittime del congelamento, ma non aveva creduto che lei l’avesse compreso davvero), le sentì dire:

— Voi sapete tutti, come lo so io, quanto è difficile trovare telepati per le Torri, di questi tempi. Anche coloro che possiedono il laran esitano a rinunciare alla vita e a vivere chiusi tra quattro mura: e chi può biasimarli? Neppure io vorrei farlo. Voglio vivere ad Armida, e avere figli che vivranno là dopo di me. E non voglio vedere le loro vite rovinate da quella terribile scelta, sapere che saranno costretti a sottrarsi all’uno o all’altro dei doveri verso il loro dominio. Ma ci sono tante cose che i telepati potrebbero fare, e non le fa nessuno. Non è necessario che vengano compiute tutte dietro le mura di una Torre: anzi, alcune non si possono compiere là dentro. Ma poiché tanta gente crede che quello sia l’unico modo per usare il laran, il lavoro non viene effettuato, e la gente dei dominii è costretta a soffrire per questa carenza. Damon ha trovato il modo di renderlo accessibile a tutti. Il laran non dev’essere una specie di… di magia misteriosa, nascosta dentro le Torri. Se io, che sono una donna, non addestrata, minore tra due gemelle, posso imparare a servirmene un po’, come appunto è avvenuto, allora molti altri possono impararlo. E…

Margwenn Elhalyn si alzò. Era pallidissima. — Dobbiamo stare ad ascoltare queste… queste bestemmie? Noi che abbiamo dedicato la vita alle Torri dobbiamo star qui a sentir bestemmiare la nostra scelta da questa… da questa donna ignorante che dovrebbe essere a casa sua, accanto al focolare, a preparare un corredino, e non davanti a noi, a parlare come una bambina sventata di cose che non può capire!

— Aspetta — disse Rohana Ardais. — Aspetta, Margwenn. Anch’io sono stata addestrata in una Torre, e poi mi è stato imposto di rinunciare al lavoro che amavo per sposarmi e dare figli maschi al clan di mio marito. Ciò che dice dama Ellemir non è sciocco. Ascoltiamola senza interrompere.

Ma Rohana venne zittita da grida d’indignazione. Lorill Hastur richiamò tutti all’ordine, e Damon ricordò, con una stretta al cuore, che anche Lorill era stato addestrato nella Torre di Dalereuth ed era stato costretto a rinunciare quando aveva ereditato la carica di Reggente del Consiglio. — Tu non hai diritto di parlare in Consiglio, dama Ellemir. Puoi andartene con le matrone che abbiamo designato perché si prendano cura di te, o puoi restare qui. Non hai altra scelta.

Lei si aggrappò al braccio di Damon. — Io resto con mio marito.

— Mio signore — disse Cassilda Hastur, con voce turbata, — ha il diritto di scegliere, quando la scelta può mettere in pericolo il bimbo che porta in seno? Ha già abortito una volta, e il nascituro è erede degli Alton. La sicurezza del bambino non è più importante del suo desiderio sentimentale di restare accanto a Damon?

— In nome di tutti gli dèi, Cassilda! — protestò dama Rohana. — Non è una bambina! Sa benissimo cos’è in gioco. Credi che sia una bestia, e che condurla lontano dal padre di suo figlio possa renderla indifferente alla sorte che gli toccherà? Siediti e lasciala in pace!

Intimidita, la giovane dama Hastur si sedette.

— Damon Ridenow, scegli. Sei disposto a consegnare la tua matrice senza protestare oppure dovremo togliertela?

Damon guardò Ellemir, aggrappata al suo braccio; Callista, che sfolgorava, ingioiellata, in atteggiamento di sfida; Andrew, un passo dietro di lui. E disse, a loro, non a Lorilclass="underline" — Posso parlare a nome di tutti voi? Callista, vuoi ritornare ad Arilinn, affidata alle cure di Leonie?

Leonie guardava Callista con avida impazienza, e all’improvviso Damon capì.

Leonie non si era mai concessa di amare. Ma poteva amare senza rischi Callista, votata come lei alla verginità a vita, con tutta la sete repressa dei suoi sentimenti frustrati. Non c’era da stupirsi se non poteva permettere che Callista se ne andasse, se l’aveva messa nell’impossibilità di abbandonare la Torre. Il suo amore per la giovane donna non aveva nulla di sessuale: ma era amore, autentico com’era stato autentico l’amore senza speranza di Damon per lei.

Callista taceva, e Damon si chiese quale sarebbe stata la sua scelta. Arilinn le appariva più allettante di ciò che le offrivano, meno sconvolgente, meno dolorosa? E poi comprese che il silenzio di Callista era ispirato solo dalla pietà, dalla riluttanza a rifiutare l’amore e la protezione offerti da Leonie, dall’esitazione a ferire la donna che alla Torre aveva circondato di tenerezza quella bambina così sola. Quando Callista parlò, aveva le lacrime agli occhi.

— Ho restituito il mio giuramento, non lo riprenderò. Anch’io resterò con mio marito.

E adesso, veramente, erano una cosa sola! La voce di Damon risuonò carica di sfida.

— Allora ascoltatemi! — Attirò a sé Ellemir, in un gesto protettivo. — A nome di mia moglie ringrazio le nobili dame dei Comyn, ma nessuno al di fuori di me si prenderà cura di lei, finché avrà vita. Quanto a Andrew, è mio vassallo giurato; e tu stesso, Lorill Hastur, durante la costruzione dell’astroporto, hai stabilito che i terrestri potevano concludere accordi privati con i darkovani, e viceversa, e che tali accordi sarebbero stati considerati validi come qualunque altro contratto stipulato ai sensi della legge dei dominii. Ho scambiato con Andrew il giuramento dei bredin, e sono personalmente responsabile del suo onore come del mio. Questo significa che, come reggente di Alton, ritengo il suo matrimonio con Callista valido quanto il mio con Ellemir. — Si rivolse a Leonie. — Quanto a me, io sono un Custode, e responsabile solo di fronte alla mia coscienza.

— Tu? Custode? — La voce di Leonie era carica di disprezzo. — Tu, Damon?

— Tu stessa mi hai guidato nella Ricerca nel Tempo, e Varzil il Buono mi ha nominato tenerézu.  — Volutamente, Damon usò l’antica forma maschile della parola.

Lorill disse: — Non puoi chiamare a testimoniare un uomo che è morto da centinaia d’anni.