Выбрать главу

— Voi mi avete chiamato in giudizio in base a leggi in vigore fin da quei tempi — ribatté Damon, — e l’edificio che ho costruito nel sopramondo è visibile a tutti i testimoni che hanno accesso a quel livello. E a quei tempi, questa era la legge e la prova. Io sono Custode. Ho creato la mia Torre. Accetterò la sfida.

Leonie impallidì. — Quella legge è decaduta fin dalle epoche del caos.

Tu vivi secondo leggi che avrebbero dovuto decadere molto tempo fa. Damon non pronunciò queste parole: ma Leonie le udì, come le udirono tutti i presenti che possedevano il laran. Lei disse, pallida come un teschio: — Così sia. Ti sei appellato all’antica prova del diritto e della responsabilità dei Custodi. Tu e Callista siete rinnegati di Arilinn, quindi spetta ad Arilinn raccogliere la sfida. Sarà un duello, Damon, e tu conosci la punizione se fallirai. Non soltanto tu e Callista, ma anche i vostri complici (se qualcuno di voi sopravviverà all’ordalia, il che è dubbio) verrete privati della matrice, e i vostri centri del laran verranno bruciati, in modo che viviate come esempio e ammonimento per chiunque aspirasse a tendere la mano, senza esserne degno, verso la carica e il potere di Custode.

— Vedo che tu conosci le conseguenze, Leonie — disse Callista. — Vorrei che le avessi conosciute altrettanto bene quando io sono stata nominata Custode.

Leonie non le badò: fissava Damon negli occhi.

— Accetto l’ordalia e le conseguenze, Leonie — disse Damon. — Ma devi comprendere che le attiri su di te e su Arilinn, se non dovessi sconfiggermi.

Lei ribatté furiosamente: — Credo che tutti noi saremmo disposti a rischiare ben altro, per punire l’insolenza di coloro che vorrebbero erigere una Torre proibita sulla nostra soglia!

— Basta!  — Lorill tese le mani per imporre silenzio. — Dichiaro la sfida e l’ordalia tra la Torre di Arilinn e la sua Custode, Leonie Hastur, e… — Esitò un attimo. — … e la Torre proibita e colui che se ne è autoproclamato Custode, Damon Ridenow. Avrà inizio domani al levar del sole.

Il volto di Leonie era di pietra. — Attenderò l’ordalia.

— Anch’io — disse Damon. — Al levar del sole, Leonie.

Porse una mano a Ellemir e l’altra a Callista. Andrew si avviò, un passo dietro di loro. Senza voltarsi, uscirono dalla Camera di Cristallo.

Al levar del sole. Lui aveva parlato con molto ardimento. Ma avrebbero potuto affrontare Leonie, e tutte le forze di Arilinn?

Dovevano farlo… o morire.

CAPITOLO VENTIDUESIMO

Quando ritornarono nell’appartamento degli Alton, per prima cosa Damon prese uno smorzatore telepatico e isolò la stanza di Dom Esteban. Spiegò a Ferrika ciò che stava facendo.

— Al levar del sole potrebbe esserci una… una perturbazione telepatica — l’avvertì, pensando quanto erano ridicolmente inadeguate quelle parole. — Così lui non si sveglierà e non vi verrà coinvolto: è troppo debole, per queste cose. Lo lascio alle tue cure, Ferrika: mi fido di te.

Avrebbe desiderato isolare anche Ellemir e il bambino dietro una barriera protettiva. Glielo disse, quando ritornò nelle stanze che dividevano con Callista e Andrew, e lei fece un lieve sorriso.

— Non sei migliore delle dame del Consiglio dei Comyn, marito mio, se credi che io vada protetta perché sono una donna e per di più incinta. Non capisci? Io so che dobbiamo batterci tutti insieme, per il diritto di vivere insieme e di dare ai nostri figli una vita migliore di quella che possono avere tanti figli e tante figlie dei Comyn. Credi che voglia vedere lui  — continuò, posandosi la mano sul ventre in un gesto espressivo, — costretto ad affrontare la rovinosa scelta che avete dovuto compiere tu o Callista o Leonie? Credi che non sia disposta a battermi come te?

Damon la strinse a sé: sentiva che l’intuizione di lei era più esatta della sua. — Tesoro, gli dèi non vogliano che sia io a negarti questo diritto.

Ma quando raggiunsero Callista e Andrew, comprese che la posta della battaglia imminente era qualcosa di più della vita e della morte. Se perdevano — e sopravvivevano — sarebbero stati peggio che morti.

— Verrà combattuta nel sopramondo — annunciò, — come l’ultima battaglia col Grande Felino. Dobbiamo essere tutti molto sicuri di noi stessi, perché solo i nostri pensieri possono sconfiggerci.

Ellemir ordinò la cena: mangiarono insieme, fingendo che fosse una festa e dimenticando che cercavano di acquistare le forze per un’ordalia. Callista era pallida, ma Damon notò con sollievo che mangiava di buon appetito.

Erano in due ad avere la preparazione e la forza dei Custodi. Ma poi gli venne un pensiero inquietante. Se perdevano sarebbe stato lo stesso; ma se vincevano sarebbe rimasta aperta una questione.

— Se vinceremo — disse, — io avrò conquistato il diritto di operare come voglio col cerchio da me scelto, e Ellemir in quanto mia moglie e Andrew in quanto mio vassallo giurato saranno sottratti all’interferenza del Consiglio. Ma tu, Callista, sei molto vicina all’eredità Comyn: più vicino di te ci sono soltanto due bambini, e uno deve ancora nascere. Il Consiglio sosterrà che è mio dovere, quale reggente di Alton, sposarti a un consorte adatto, uno di sangue Comyn. Una donna della tua età, a meno che lavori in una Torre, solitamente è sposata.

— Io lo sono — ribatté Callista.

— Breda, il tuo matrimonio non verrà considerato valido, se qualcuno lo contesterà. E credi davvero che il Consiglio non lo contesterà? Il vecchio Dom Gabriel di Ardais mi ha già proposto di darti in moglie a suo figlio Kyril…

— Kyril Ardais? — Callista dilatò le narici per lo sdegno. — Preferirei sposare un bandito degli Heller! Non parlo più con lui da quando era un bulletto e c’intimidiva tutti alle feste dei bambini, ma non credo che crescendo sia migliorato.

— Tuttavia è un matrimonio che il Consiglio approverebbe. Oppure potrebbero ricordarsi del vecchio desiderio di tuo padre e darti in moglie a Cathal, come lui intendeva dargli Ellemir. Ma di sicuro ti costringeranno a sposarti. Conosci la legge sul libero matrimonio come la conosco io.

E infatti lei la conosceva. Il libero matrimonio diventava legale solo quando veniva consumato, e se non c’erano figli poteva essere annullato con un atto del Consiglio.

— Per la misericordia di Avarra — disse Callista, girando lo sguardo sugli altri, — questo è peggio che essere messa a letto alla presenza di mezzo dominio di Alton… E io credevo che quello fosse imbarazzante!

Rise, ma non era una risata divertita. Ellemir disse, con dolcezza: — Perché credi che una donna venga messa a letto pubblicamente? Perché tutti possano vedere e sapere che il matrimonio è una realtà legale. Ma nel tuo caso è stato messo in questione. Senza dubbio Dezi avrà chiacchierato chissà quanto, possa essere dannato!

— Non dubito che ormai lo sarà — commentò Damon. — Ma il male è fatto.

— Vuoi dire — chiese Andrew, posando la mano su quella di Callista e notando con timore che lei la ritraeva, col solito gesto automatico, — che la provocazione di Dezi era vera? Il nostro matrimonio non è legalmente valido?

Damon annuì, riluttante. — Finché era vivo Domenic e Dom Esteban stava bene, nessuno avrebbe sindacato quello che facevano le sue figlie, lontano, fra le Colline di Kilghard. Ma la situazione è cambiata. Il dominio è nelle mani di un bambino e di un vecchio morente. Anche se Callista fosse ancora Custode, legalmente non potrebbero costringerla a sposarsi ma ricorrerebbero a tutti i metodi di persuasione, esclusa la forza. E poiché ha già restituito il giuramento, e ha rifiutato pubblicamente di ritornare ad Arilinn, il suo matrimonio riguarda il Consiglio.