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Lei strinse le labbra, ostinatamente. — Non posso lasciar perdere. Non riesci a capire che tu… Il tuo bisogno fa soffrire anche me, perché anch’io ti voglio, e non posso, non oso… Andrew, ascoltami. No, lasciami finire: ricordi quello che ti ho chiesto, il giorno delle nostre nozze? Che se per te questo sarebbe stato difficile, dovevi… dovevi prendere un’altra?

Andrew la guardò attraverso lo specchio e aggrottò la fronte, irritato. — Credevo di averlo chiarito una volta per tutte, Callista. In nome di Dio, credi che m’interessi una delle ancelle o delle serve? — Le aveva dato fastidio, che lui avesse ballato con Ferrika? Aveva forse pensato…

Callista scrollò la testa e disse, con un filo di voce: — No. Ma se potesse servire a qualcosa… Ne ho parlato a Ellemir. E lei mi ha detto… che è disposta.

Andrew la fissò, sbigottito e costernato. — Dici sul serio?

Sì, lei diceva sul serio. Glielo rivelava la sua aria grave, e del resto lui sapeva che non era capace di uno scherzo del genere. — Ellemir? Lei è l’ultima, proprio l’ultima… È tua sorella! Come potrei farti una cosa simile?

— Credi che mi renda felice vederti così avvilito, sapere che un ragazzetto come Dezi può svergognarti in quel modo? E come potrei essere gelosa di mia sorella? — Lui fece un gesto di ripugnanza, e Callista gli tese la mano. — No, Andrew, ascoltami. È la nostra usanza. Se tu fossi uno di noi, sarebbe normale che io e mia sorella ti… ti dividessimo in questo modo. Anche se le cose stessero., come dovrebbero essere, tra noi, e se io fossi malata, o incinta, o semplicemente non… non ti volessi… È una consuetudine molto antica. Hai sentito la ballata di Hastur e Cassilda? Perfino nella ballata si racconta che Camilla ha preso il posto della sua breda tra le braccia del dio, e perciò è morta quando lui è stato aggredito. E così la beata Cassilda è sopravvissuta al tradimento di Alar e ha partorito il figlio del dio… — La sua voce si spense.

Andrew ribatté, seccamente: — Questo può andare benissimo nelle vecchie ballate e favole, ma non nella vita.

— Neanche se io lo volessi, Andrew? Mi sentirei meno colpevole per ogni giorno d’indugio che si aggiunge alla… alla tua sofferenza.

— Questo lascialo a me. Non hai nessuna ragione di sentirti colpevole. — Ma Andrew distolse gli occhi, stanco e sconfitto. Callista si alzò, lasciandosi ricadere i capelli fino alla cintura; poi li prese lentamente a manciate, dividendoli per intrecciarli. Disse, irrigidendosi: — Non lo sopporto più.

Andrew replicò, gentilmente: — Allora spetta a te, porvi fine. — Prese una ciocca dei suoi capelli e se la portò alle labbra, assaporandone la finezza, la delicata fragranza. Quel contatto gli diede le vertigini. Aveva promesso di non cercare di farle fretta. Ma per quanto tempo ancora, per quanto tempo…?

— Tesoro, cosa posso dirti? È una prospettiva tanto spaventosa, anche adesso?

Il tono di Callista era desolato. — So che non dovrebbe esserlo. Ma ho paura. Non credo di essere pronta…

Lui la cinse con le braccia, delicatamente. Disse, quasi in un bisbiglio: — Come puoi saperlo, se non provi? Vuoi venire a dormire accanto a me? Soltanto questo: ti giuro che non ti chiederò nulla che tu non ti senta pronta a darmi.

Lei esitò, torcendosi una ciocca di capelli, e disse: — Non… non sarà peggio, per te, se dovessi decidere che… che non posso, che non sono ancora pronta?

— Devo giurartelo, amor mio? Non ti fidi di me?

Lei rispose, con un sorriso straziante: — Non è di te che non mi fido, marito mio. — Queste parole mozzarono il respiro nella gola di Andrew.

— Allora…? — La teneva tra le braccia, senza stringerla. Dopo molto tempo, quasi impercettibilmente, lei annuì.

Dolcemente, la sollevò tra le braccia e la portò al proprio letto. Disse, adagiandola sui cuscini: — Allora, se pensi così, non è la prova che è venuto il momento, tesoro? Ti prometto che sarò delicato…

Callista scosse la testa, mormorando: — Oh, Andrew, se fosse davvero così semplice! — I suoi occhi si riempirono di lacrime. All’improvviso gli cinse il collo con le braccia.

— Andrew, farai una cosa se te la chiedo? Qualcosa che forse non vorrai fare? Andrew, lo prometti?

Lui disse, spasimando d’amore: — Non so pensare a niente, su questo mondo o su qualunque altro, che non sarei disposto a fare per te, Callie. Mio tesoro, mio amore, qualunque cosa, qualunque cosa che possa rendertelo più facile.

Lei lo guardò, tremando. — Allora ecco — disse. — Colpiscimi, fammi perdere i sensi. Prendimi con la forza, questa volta, quando non potrò resistere…

Andrew arretrò, guardandola inorridito, senza capire. Per un attimo, letteralmente, non riuscì a esprimere lo sbigottimento e la ripugnanza. Alla fine disse, balbettando: — Devi essere impazzita, Callista! In nome di Dio, come potrei fare una cosa simile a una donna? E soprattutto a te!

Lei lo guardò disperata. — Hai promesso.

Andrew s’incollerì. — Cosa sei, Callista? Che assurda, perversa… — Gli mancarono le parole. Dunque, fredda verso la sua gentilezza, lei chiedeva la sua crudeltà?

Callista continuava ancora a piangere silenziosamente. Captò quel pensiero e rispose: — No, no, non ho mai pensato che tu lo volessi. Ma era l’unico modo in cui potevo pensare di… Oh, Avarra abbia pietà di me: avrei dovuto morire, avrei dovuto morire…

Si girò, nascondendo la testa nel cuscino, e cominciò a piangere così disperatamente che Andrew si sentì atterrito. Si sdraiò accanto a lei e cercò di prenderla tra le braccia, ma lei si svincolò con violenza. Sconvolto, invaso da una sofferenza grande quasi quanto quella di Callista, la strinse, la tenne contro di sé, accarezzandola per calmarla, cercando di stabilire un contatto con la sua mente: ma lei aveva abbassato la barriera. La tenne così, in silenzio, lasciando che piangesse. Alla fine, Callista si abbandonò tra le sue braccia, come non aveva più fatto da quando lui l’aveva portata fuori dalle caverne di Corresanti: e gli parve che una barriera interiore si fosse dissolta. Lei sussurrò: — Sei così buono, con me, e io mi vergogno tanto.

— Ti amo, Callista. Ma credo che tu abbia esagerato tutto, sproporzionatamente. Credo che sbagliamo, ad aspettare: e più attenderemo, peggio sarà. — Andrew sentì il lieve contatto nella mente e comprese che adesso lei l’accoglieva con gioia, come in quei momenti di solitudine e di paura. Callista disse: — Non avevo paura, allora.

Andrew replicò con fermezza: — Da allora non è cambiato nulla: solo, ti amo di più.

Non sapeva molto delle inibizioni sessuali, ma sapeva che esisteva uno stato di frigidità patologica, e quel poco che aveva appreso della preparazione di una Custode confermava i suoi sospetti: Callista doveva aver subito un totale condizionamento contro ogni specie di reazione sessuale. Non era così ingenuo da credere che una delicata seduzione avrebbe dissipato tutte le paure di Callista e l’avrebbe trasformata in una moglie ardente e appassionata, ma gli sembrava che fosse l’unico modo per cominciare. Se non altro, ciò avrebbe potuto rassicurarla.

Adesso erano profondamente in contatto. Andrew percepiva che lei non provava neppure un’ombra dell’eccitazione fisica così forte in lui, ma sapeva che era assetata della vicinanza che poteva porre fine alla fredda separazione tra loro. L’attirò a sé, dolcemente. La voleva, sì, ma non contro la sua volontà. Voleva che lei partecipasse alla tempesta passionale che lo faceva tremare. Le parole erano inutili. Callista alzò il volto verso di lui, posandogli le labbra sulle labbra, con timida esitazione, e improvvisamente Andrew si sentì inquieto. Non si era mai trovato con una donna inesperta. Eppure sentiva — adesso che erano in profondo contatto mentale — lo sforzo immane che lei stava compiendo per non ritrarsi. Si sentiva scoppiare di tenerezza. Callista era docile tra le sue braccia, lo toccava timidamente, senza tentare di nascondere la propria mancanza di reazione. Non era la passività dell’ignoranza (ovviamente comprendeva ciò che Andrew si aspettava da lei), ma non c’era la mimima traccia di eccitazione fisica.