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— Ma adesso che è incominciato le andrà tutto bene, no? — chiese ansiosa Ellemir, e Damon rispose: — Speriamo. — Fose l’eccitazione della notte precedente, per quanto abortita, aveva ridestato alcuni dei canali ostruiti; se Callista era maturata all’improvviso, forse la sofferenza e il disagio fisico potevano essere i normali disturbi della pubertà. Ricordava, dagli anni trascorsi nella Torre, che le giovani donne addestrate come future Custodi — e addirittura tutte le donne che lavoravano con la meccanica psi a un livello superiore a quello del controllo — andavano soggette a dolori mestruali ricorrenti, e qualche volta tormentosi. Callista, seguendo i suoi pensieri, rise lievemente e disse: — Ad Arilinn distribuivo tè di fiordoro e rimedi del genere alle altre donne, e mi consideravo fortunata perché ero immune dai loro disturbi. A quanto sembra, sono entrata a far parte della schiera delle donne normali, almeno in questo! So che abbiamo tè di fiordoro, nella distilleria: Ferrika lo dà a metà delle donne della tenuta. Forse andrà bene anche per me.

Ellemir disse: — Vado a preparartene un po’. — Tornò dopo qualche minuto con una tazzina di fumante infuso. Aveva un forte aroma di erba. Per un momento, la voce di Callista rifletté un’eco della sua gaiezza di un tempo.

— Non l’ho mai assaggiato. Spero che non sia disgustoso.

Ellemir rise. — Ti starebbe bene se lo fosse, sciagurata, visto che distribuisci decotti del genere senza sapere che gusto hanno! No, anzi, ha un sapore gradevole. A me non è mai dispiaciuto, berlo. Però ti farà venir sonno, quindi sdraiati e lascia che faccia effetto.

Ubbidiente, Callista bevve il fumante liquido e si assestò sotto le coperte. Ellemir prese un ricamo e si sedette accanto a lei. Damon disse: — Vieni, Andrew, adesso è tutto a posto. — E si scostò per lasciarlo passare.

Al pianterreno, nella distilleria, Damon cominciò a frugare tra le erbe, le essenze, gli apparecchi. Andrew, guardando i recipienti dalla forma strana, i mortai e i pestelli e le bottiglie allineati sugli scaffali, i mazzi di erbe secche, di foglie, di steli, di baccelli, di fiori e di semi, chiese: — Sono tutte medicine?

— Oh, no — rispose distrattamente Damon, aprendo un cassetto. — Quelle — fece, indicando un mucchietto di semi pestati, — sono spezie da cucina, e Callista prepara un incenso per aromatizzare l’aria, e lozioni cosmetiche e profumi. La roba che si può acquistare nelle città non vale neppure la metà di quello che si fa qui, secondo le vecchie ricette.

— Cos’era la bevanda che Ellemir ha dato a Callista?

Damon scrollò le spalle. — Il fiordoro? Un blando tonico muscolare, che fa bene per i crampi e gli spasmi di ogni genere. Non può farle male: lo danno anche alle donne incinte e ai neonati con le coliche. — Ma si chiese, preoccupato, se poteva aiutare Callista. Un’interferenza così grave nei processi fisiologici… Com’era possibile che Leonie avesse fatto una cosa simile?

Andrew captò quel pensiero, chiaramente come se Damon l’avesse formulato a voce. — Sapevo che le Custodi subivano certe alterazioni fisiche. Ma questo…?

— Anch’io sono scandalizzato — disse Damon, rigirando tra le mani un mazzetto di fogliaspina. — Non è certo la consuetudine, ai giorni nostri. Credevo che fosse contrario alle leggi. Naturalmente Leonie aveva le migliori intenzioni. Hai visto le alterazioni delle correnti nervose, no? Alcune ragazze soffrono moltissimo per le mestruazioni, e probabilmente Leonie non voleva vederla star male. Ma a che prezzo! — Fece una smorfia e ricominciò ad aprire i cassetti. — Se Callista l’avesse scelto liberamente… Ma Leonie non gliel’aveva detto! È questo che non riesco a comprendere né a perdonare!

Andrew provava uno sbigottimento insidioso, un orrore fisico. Perché, dopotutto, doveva sconvolgerlo tanto? Le modificazioni fisiche non erano cose inaudite. A quasi tutte le donne che facevano parte degli equipaggi delle astronavi imperiali, e che comunque venivano rese sterili dalle radiazioni dello spazio profondo, si risparmiava il fastidio delle mestruazioni. I trattamenti ormonali, le rendevano inutili, per le donne che non intendevano avere figli. Perché doveva sentirsi tanto turbato? Non era sconvolgente… ma lo sembrava a Damon! Non si sarebbe mai abituato a quella specie di vita in una vasca di pesci rossi? Non era neppure capace di pensare con la sua testa?

Damon frugava tra i mazzi di erbe. Disse: — Devi capire. Callista ha compiuto i vent’anni. È una donna adulta, che per anni ha svolto un lavoro difficile e altamente tecnico in qualità di meccanico delle matrici. È una professionista, specializzata nella più impegnativa attività di Darkover. E adesso tutta la sua preparazione, tutte le sue conoscenze, non servono più a nulla. Sta lottando col decondizionamento e col risveglio sessuale, e ha tutti i problemi emotivi di una sposa novella. E adesso, oltre a tutto questo, scopro che fisicamente è stata mantenuta nelle condizioni di una ragazzina di dodici o tredici anni! Per Evanda! Se avessi saputo…

Andrew fissò il pavimento. Più di una volta, dopo il terribile fiasco di quella notte, aveva provato ciò che a suo avviso doveva provare uno stupratore. Se Callista, fisicamente, era una ragazzina impubere… Sentì una fitta di orrore.

Damon disse, gentilmente: — No! Non lo sapeva neppure lei. Non dimenticare che per sei anni ha vissuto come una professionista adulta ed esperta. — Eppure sapeva che neanche questo era del tutto vero. Callista doveva essere stata ben conscia dell’enorme e insopprimibile abisso tra lei e le altre donne. Forse Leonie aveva risparmiato qualche sofferenza fisica alla sua protetta: ma a che prezzo?

Be’, era un buon segno che il ciclo mestruale si fosse imposto spontaneamente. Forse, col tempo e la pazienza anche le altre barriere si sarebbero dissolte. Prese un mazzo di fiori secchi e li fiutò, cautamente. — Oh, eccoli qui. Kireseth… No, non fiutarli: giocano strani scherzi, alla mente umana. — Provò un lieve senso di colpa, al ricordo. Il tabù contro il kireseth, tra gli operatori psi, era assoluto, e lui aveva la sensazione di aver commesso un delitto maneggiandolo. Disse, rivolgendosi più a se stesso che a Andrew: — Con questo posso preparare il kirian. Non so distillarlo come fanno ad Arilinn, ma posso ricavarne una tintura… — Stava pensando alle varie possibilità: una forte soluzione di resine sciolte in alcool. Forse, con l’aiuto di Ferrika, avrebbe potuto fare un’unica distillazione. Posò i fiori, immaginando che il profumo giungesse alle radici del suo cervello, distruggesse l’autodominio, abbattesse le barriere tra la mente e il corpo…

Andrew camminava irrequieto avanti e indietro. Aveva la mente colma di orrore. — Damon, Callista doveva sapere ciò che poteva succedere.

— Certo, che lo sapeva — disse Damon, senza ascoltarlo veramente. — Già prima di compiere i quindici anni aveva imparato che nessun uomo può toccare una Custode.

— E se ho potuto spaventarla così terribilmente… Damon! — All’improvviso Andrew fu vinto dall’orrore e dalla ripugnanza che si erano impadroniti di lui quella notte. Abbassò la voce. — Sai cosa voleva che facessi? Mi ha chiesto… di farle perdere i sensi e di violentarla mentre… mentre non poteva resistere. — Cercò di esprimere almeno in parte l’orrore che l’aveva preso; ma Damon si limitò a guardarlo, pensieroso.

— Forse sarebbe stata una soluzione, se è per questo — disse. — Callista è stata molto acuta, a pensarlo. Dimostra che ha un’idea dei problemi in gioco.

Andrew non seppe reprimere un’esclamazione inorridita: — Dio santo! E tu lo dici con tanta calma!