Выбрать главу

Di nuovo il trauma, lo sbalordimento: e Andrew comprese, in una rivelazione improvvisa, che in una cultura telepatica condividere la sofferenza aveva un significato diverso.

Lei proseguì, con un sorriso fuggevole: — E non ti rendi conto che anche Damon e Ellemir partecipano a tutto questo, e che sarebbero infelici anche loro se dovessero condividere la tua infelicità?

Lui si stava facendo strada lentamente fra quei pensieri, come in un labirinto. Non era facile. Aveva creduto di essersi liberato di gran parte dei suoi pregiudizi culturali. Ma era come sbucciare una cipolla: togliere uno strato portava soltanto alla scoperta di uno strato più profondo, inespugnabile.

Ricordò quando si era svegliato nel letto di Ellemir e aveva visto Damon ritto accanto a lui, e s’era aspettato i suoi rimproveri, quasi li aveva desiderati. Forse voleva che Damon s’infuriasse perché un uomo del suo mondo si sarebbe infuriato, e lui voleva incontrare qualcosa che gli fosse familiare. Perfino il rimorso sarebbe stato un sollievo…

— Ma Ellemir? Tu ti aspettavi questo da lei, semplicemente. Nessuno l’ha consultata, le ha chiesto se era disposta.

— Ellemir si è lamentata? — chiese Callista, sorridendo.

No, diavolo, pensò Andrew. Sembrava che le piacesse. E anche questo lo turbava. Se lei e Damon erano così felici del loro matrimonio, com’era possibile che lei trovasse tanto piacere venendo a letto con lui? Provò un senso di rabbia e di colpa: ed era anche peggio, perché sapeva che Callista non capiva neppure questo.

Lei disse: — Ma certo: quando io e Elli ci siamo sposate e abbiamo deciso di vivere sotto lo stesso tetto, l’abbiamo tacitamente accettato. Certo tu sai che se uno di noi avesse sposato un uomo che l’altra non… non poteva gradire, avremmo…

Andrew si sentì squillare nella mente un campanello d’allarme. Non voleva pensare alle ovvie conseguenze di quelle parole.

Callista continuò: — Fino a qualche secolo fa, il matrimonio com’è adesso non esisteva, semplicemente. E non era considerato che una donna avesse più di un figlio o due dallo stesso uomo. Le parole patrimonio genetico comune significano qualcosa, per te? C’è stato un periodo, nella nostra storia, in cui certe facoltà preziose, certi caratteri ereditari, sono andati quasi perduti. Si riteneva giusto che i figli avessero il maggior numero possibile di combinazioni genetiche, per evitare la perdita accidentale dei geni importanti. Perciò allora non c’era il matrimonio, nel senso in cui lo intendiamo oggi. Contrariamente agli abitanti delle Città Aride, qui le mogli non sono costrette a ospitare le concubine: ma ci sono sempre altre donne. Cosa fate voi terrestri quando vostra moglie è incinta, se è in stato di gravidanza avanzata, troppo pesante, o stanca, o sofferente? Pretendete che una donna sforzi i propri istinti per accontentarvi?

Se fosse stata Ellemir a rivolgergli quella domanda, Andrew avrebbe avuto la sensazione di segnare un punto a proprio vantaggio: ma Callista non l’aveva detto in tono di sfida. — I pregiudizi culturali non sono razionali. Il nostro ci vieta di dormire con altre donne. Il vostro proibisce i rapporti sessuali durante la gravidanza: e per me non ha senso, a meno che la donna stia male.

Callista scrollò le spalle. — Biologicamente, una femmina gravida non desidera rapporti sessuali: molte non li sopportano. Se le vostre donne sono state condizionate culturalmente ad accettarlo, come prezzo per conservare l’interesse sessuale del marito, posso dire soltanto che mi dispiace per loro! Tu me lo chiederesti, quando io non vi trovassi più nessun piacere?

All’improvviso, Andrew rise. — Amor mio, tra tutte le nostre preoccupazioni, questa possiamo accantonarla fino a quando verrà il momento. Anche qui da voi c’è il nostro detto «attraverseremo quel ponte quando ci arriveremo»?

Anche Callista rise. — Noi diciamo: cavalcheremo quel puledro quando sarà abbastanza cresciuto per portare la sella. Ma davvero, Andrew, voi uomini terrestri…

Lui disse: — Dio mi aiuti, amore, non so cosa facciano gli altri uomini. Non credo che potrei chiederti di fare qualcosa che tu non volessi. Probabilmente… probabilmente accetterei il lato positivo e quello negativo. Credo che certi uomini, in questi casi, vadano a caccia altrove ma facendo in modo che la moglie non lo sappia. È un altro vecchio detto: occhio non vede, cuore non duole.

— Ma in una famiglia di telepati non è possibile un inganno simile — disse Callista. — E io preferirei sapere mio marito felice tra le braccia di una che lo facesse per affetto verso di noi, una sorella o un’amica, piuttosto che andasse a cercare un’avventura con una sconosciuta. — Ma adesso era più calma, e Andrew intuì che portare il discorso su un problema più remoto l’aveva rasserenata. Lei disse: — Io preferirei la morte, piuttosto che farti soffrire.

Come lui aveva fatto prima, Callista si portò alle labbra le sue dita e le baciò lievemente. Disse con un sorriso: — Ah, marito mio, la tua morte mi farebbe soffrire molto più di qualunque altra cosa che tu potessi fare.

CAPITOLO TREDICESIMO

Andrew cavalcava tra la neve che si andava sciogliendo, mentre cadevano ancora alcune folate leggere. Dall’altra parte della valle vedeva le luci di Armida, un brillio dolce contro la massa della montagna. Damon diceva che quelle erano soltanto colline: ma per Andrew erano monti, e altissimi. Udiva parlare a bassa voce gli uomini che lo seguivano, e sapeva che anche loro pensavano al fuoco e al cibo e alle loro case, dopo otto giorni trascorsi nei lontani pascoli a ispezionare i danni causati dalla tempesta di neve e le condizioni delle strade e del bestiame.

Aveva accolto con gioia quella possibilità di restare solo insieme a quegli uomini che non potevano leggere i suoi pensieri. Non si era ancora abituato completamente a vivere in una famiglia di telepati, e non aveva ancora imparato a schermarsi da un’intrusione accidentale. Percepiva soltanto un rivoletto lontano e sottile di pensieri, da quegli uomini: pensieri superficiali che non lo turbavano. Ma era lieto di tornare a casa. Varcò le porte del cortile, e i servitori vennero a prendere le briglie del suo cavallo. Lui lasciò fare senza riflettere, anche se talvolta, quando ci pensava, gli dava un po’ fastidio. Callista gli venne incontro, scendendo di corsa la scalinata. Andrew si chinò a baciarle la guancia, e poi scoprì, sebbene nel cortile fosse molto buio, che aveva abbracciato Ellemir. Ridendo, condividendo il divertimento di lei per il suo abbaglio, l’abbracciò forte e sentì sulla bocca la bocca di Ellemir, calda e familiare. Salirono la scalinata tenendosi per mano.

— Come stanno tutti, Elli?

— Abbastanza bene, anche se mio padre è a corto di fiato e mangia poco. Callista è con lui, ma ho pensato che qualcuno doveva venire a riceverti. — Ellemir gli strinse la mano. — Mi sei mancato.

Anche Andrew aveva sentito la sua mancanza: e provò una fitta di rimorso. Maledizione, perché sua moglie aveva una gemella? Chiese: — Come sta Damon?

— Ha molto da fare — rispose Ellemir, ridendo. — Se ne sta sprofondato tra i vecchi annali dei dominii, dei membri della nostra famiglia che sono stati Custodi o tecnici ad Arilinn o a Neskaya. Non so cosa stia cercando, e lui non me l’ha detto. In questi ultimi dieci giorno l’ho visto pochissimo.

Nell’atrio, Andrew si sfilò il pesante mantello e lo consegnò al maggiordomo di sala. Rhodri gli tolse gli stivali incrostati di neve e gli porse un paio di stivaletti foderati di pelliccia. Con Ellemir al braccio, Andrew entrò nella Grande Sala.

Callista era seduta accanto al padre, ma quando lo vide entrare s’interruppe, depose l’arpa su una panca e gli andò incontro. Si muoveva quietamente, e lo strascico della veste azzurra ondeggiava dietro di lei. Senza volerlo, Andrew si trovò a paragonare la sua accoglienza con quella premurosa di Ellemir. Tuttavia la guardò affascinato. Ogni movimento di Callista l’incantava ancora, lo riempiva di desiderio. Lei gli tese le mani, e al contatto di quelle dita fresche e delicate Andrew si sentì ancor più sconcertato.