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Leonie appariva esausta, tormentata. — Damon, Damon, lasciala ritornare da noi! È tanto orribile che diventi la Dama di Arilinn? Perché dovrebbe rinunciare per essere la moglie di un terrestre e per partorirgli figli mezzosangue?

Damon rispose (e sentì la propria voce tremare): — Se lei desiderasse diventare Dama di Arilinn, difenderei con la vita il suo diritto. Ma ha scelto diversamente. È la moglie di un uomo d’onore, che io sono fiero di chiamare fratello, e non voglio veder distrutta la loro felicità. Ma anche se Andrew non fosse mio amico, difenderei il diritto di Callista di disporre come vuole della sua vita. Abbandonare il titolo di Dama di Arilinn, se lo desidera, per diventare la moglie di un fabbricante di carbone dolce, nella foresta, o per impugnare la spada come dama Bruna, la sua antenata, e comandare le Guardie al posto di suo fratello! È la sua vita, Leonie, non la mia o la tua!

Leonie si nascose la faccia tra le mani. La sua voce era tremula, soffocata. — E allora così sia. Lei potrà scegliere, benché né io né tu abbiamo potuto farlo. Sceglierà quella che voi uomini di Darkover definite l’unica vita adatta a una donna! E sono io che dovrò soffrire per la sua scelta, portando il peso di Arilinn fino a quando Janine sarà abbastanza adulta, abbastanza forte per addossarselo. — Il suo volto era così vecchio e amareggiato che Damon si ritrasse.

Ma pensò che per lei non era un vero peso. Un tempo, forse, lei avrebbe potuto deporlo. Ma adesso non aveva null’altro: l’unica cosa che le rimaneva era il potere di vita e di morte su tutti gli sciagurati che rinunciavano alla loro esistenza per le Torri. Damon sapeva che per lei aveva molta importanza il fatto che Callista fosse costretta a umiliarsi e a supplicare per ottenere ciò che avrebbe dovuto spettarle di diritto!

Disse, indurendo la voce: — È sempre stata la legge. Ti ho sentito affermare che la vita di una Custode è troppo dura per essere sopportata senza pieno consenso. Ed è sempre stato così: una Custode è libera quando non può più svolgere il suo lavoro senza pericolo. L’hai detto tu stessa, che sei una Custode e sei responsabile solo di fronte alla tua coscienza. Ma cosa significa essere una Custode, Leonie, se la sua coscienza non impone un’onestà degna di una Custode, o di un’Hastur?

Ci fu un altro lungo silenzio. Infine lei disse: — Parola di Hastur, Damon, non so come si fa ad annullare il condizionamento. Tutte le mie ricerche negli annali mi hanno rivelato soltanto che nei tempi antichi, quando veniva applicato comunemente (cosa che è avvenuta dopo che le Torri hanno smesso di castrare le Custodi, in modo che la sacra fecondità di una Comynara non ne soffrisse neppure in teoria), quelle Custodi venivano inviate a Neskaya. Quindi ho cercato là i documenti. Theolinda, a Neskaya, mi ha detto che tutti i manoscritti sono rimasti distrutti quando la Torre è stata bruciata, durante le epoche del caos. E perciò, sebbene sia ancora convinta che Callista dovrebbe tornare da noi, c’è solo un modo per scoprire cosa si deve fare per lei. Damon, tu sai cosa significa la Ricerca nel Tempo?

Damon provò uno strano brivido di freddo, come se la trama stessa del sopramondo vacillasse sotto i suoi piedi. — Avevo sentito dire che anche quella tecnica era andata perduta.

— No, perché io l’ho usata. Il corso di un fiume era cambiato, e le fattorie e i villaggi lungo lo spartiacque erano minacciati dalle alluvioni o dalla siccità e dalla carestia. Ho fatto una Ricerca nel Tempo per scoprire esattamente dove scorreva cent’anni prima, in modo che fosse possibile riportarlo in un letto dove potesse fluire, senza sprecare energie nel tentativo di forzarlo in un canale artificiale. Non è stato facile. — La voce di Leonie era sottile, impaurita. — E tu dovresti spingerti più lontano di me. Dovresti ritornare ai tempi anteriori all’incendio di Neskaya, durante le ribellioni di Hastur. Erano tempi terribili. Credi che potresti raggiungere quel livello?

Damon rispose, lentamente: — So operare su molti livelli del sopramondo. Ce ne sono altri, naturalmente, cui non posso accedere. Non so come raggiungere quello dove si effettua la Ricerca nel Tempo.

— Posso guidarti io. Tu sai, naturalmente, che i sopramondi sono soltanto una serie di convenzioni. Qui, nel mondo grigio, è più facile visualizzare il tuo corpo fisico che si muove su una pianura, senza forme-pensiero e senza punti di riferimento. — Leonie indicò la sagoma fiocamente luminosa di Arilinn dietro di loro. — È più facile che avvicinarsi alla verità, e la verità è che la tua mente è una tenue rete di intangibili che si muovono in un reame di astrazioni. Questo l’hai imparato, naturalmente, durante il primo anno che hai trascorso nella Torre. Certo è possibile che il sopramondo sia vicino alla realtà oggettiva dell’universo più del mondo della forma, che tu chiami mondo reale. Eppure anche là un buon tecnico può vedere, a volontà, i corpi come ragnatele di atomi e di energia turbinante e di campi magnetici.

Damon annuì. Sapeva che era vero.

— Non è facile condurre la tua mente abbastanza lontano dalle convenzioni di ciò che tu chiami mondo reale, per liberarla dal tempo che conosci. Il tempo stesso, probabilmente, non è altro che un modo di strutturare la realtà affinché le nostre menti possano ricavarne un senso. Probabilmente, nella realtà assoluta dell’universo, della quale le nostre esperienze sono approssimazioni, non c’è l’esperienza del tempo come sequenza: passato e presente e futuro coesistono in un tutto caotico. Sul livello fisico (che naturalmente comprende anche quello in cui ci troviamo ora, il mondo delle immagini, dove la nostra visualizzazione ricrea costantemente il mondo che preferiamo vedere intorno a noi) ci è più facile muoverci lungo una sequenza personale, spostandoci da ciò che chiamiamo passato verso il presente e il futuro. Ma in realtà è probabile che anche un organismo fisico esista nella sua totalità contemporaneamente, e che il suo sviluppo biologico dall’embrione alla senilità e alla morte sia solo un’altra delle sue dimensioni, come la lunghezza. Ti sto confondendo?

— Non molto. Prosegui.

— Sul livello della Ricerca nel Tempo scompare interamente il concetto di sequenza lineare. Devi crearlo per te, per non smarrirti nella realtà caotica, e devi ancorarti in qualche modo per non far regredire il tuo corpo fisico attraverso le risonanze. È come vagare bendati in un labirinto di specchi. Preferirei fare qualunque altra cosa, in questo universo, piuttosto che ritentare. Eppure temo che solo in questo modo potrai trovare una soluzione per Callista. Damon, devi proprio correre questo rischio?

— Devo, Leonie. Ho fatto una promessa a Callista. — Damon non voleva svelare a Leonie la situazione in cui l’aveva fatta, né la sofferenza che lei aveva sopportato (mentre le sarebbe stato più facile morire) perché si era fidata di tale promessa. — Io non sono un Hastur, ma non posso venir meno alla mia parola.

Leonie sospirò profondamente, e disse: — Io sono un’Hastur, e una Custode, responsabile di tutti coloro che mi hanno fatto un giuramento, uomini e donne. E ritengo che, se spettasse a me scegliere, nessuna donna dovrebbe essere addestrata come Custode se prima non acconsentisse a farsi castrare, come avveniva anticamente. Ma il mondo va come vuole, e non come io vorrei. Mi assumerò la responsabilità, Damon: ma non posso assumerla interamente. Io sono l’unica Custode superstite di Arilinn. Spesso Neskaya è isolata dai relè perché Theolinda non è abbastanza forte, e Dalereuth si serve di un cerchio di meccanici, senza Custode: perciò mi rimorde la coscienza all’idea di tenere Janine al mio fianco, ad Arilinn. Già adesso non riusciamo ad addestrare tutte le Custodi che sarebbero necessarie, e spesso quelle che prepariamo perdono i poteri quando sono ancora giovani. Capisci perché ho un bisogno disperato di Callista?

Era un problema che non aveva soluzione: ma Damon non voleva che Callista diventasse semplicemente una pedina di quel gioco, e Leonie lo sapeva. Infine lei disse, stupita: — Quanto devi amarla, Damon! Forse è a te che avrei dovuto darla.