Damon sospirò. — Tuttavia può essere infranto. Io l’ho fatto. È stato difficile, non so dirti quanto… eppure mi sono finalmente costruito un’altra vita. E se tu dovessi perdere Callista in questo modo… meglio adesso che quando sarà troppo tardi per tornare indietro.
— Per me è già troppo tardi — replicò Andrew; e Damon annuì, con un sorriso turbato.
— Non voglio perdere anche te, amico mio — disse; ma pensò: Tu fai parte di questa nuova vita che mi sono costruito con tanta fatica. Tu, e Ellemir, e Callista. Non potrei sopportare un’altra amputazione. Ma non pronunciò quelle parole: si limitò a sospirare, restando accanto a Andrew. Nella serra, il silenzio si protrasse così a lungo che il purpureo sole, scendendo dallo zenit, perse forza, e Damon, con un altro sospiro, andò a regolare i collettori. Andrew gli chiese, di scatto: — Come puoi attendere con tanta calma? Cosa le sta dicendo quella vecchia?
Eppure aveva già imparato che!o spionaggio telepatico era considerato una delle colpe più vergognose in una casta di telepati. Non osava neppure cercare di porsi in contatto con Callista in quel modo. Sfogava la frustrazione camminando avanti e indietro.
— Calma, calma — protestò Damon. — Callista ti ama. Non si lascerà convincere da Leonie.
— Non ne sono più sicuro — ribatté Andrew, disperato. — Non vuole che la tocchi, che la baci…
Damon disse, gentilmente: — Mi pareva di avertelo spiegato: non può. Si tratta di… riflessi. Sono più profondi di quanto tu possa immaginare. L’abitudine di tanti anni non può essere annullata in pochi giorni; eppure posso dirti che si sta sforzando di superare questo… questo condizionamento profondo. Tu sai, vero?, che in una Torre sarebbe impensabile che lei ti prendesse la mano, come le ho visto fare qui, e lasciasse che tu le baciassi la punta delle dita. Hai un’idea della lotta che deve sostenere contro anni di addestramento e di condizionamento?
Suo malgrado, Damon stava ricordando un tempo della sua vita in cui aveva imparato, dolorosamente, a non ricordare: una lotta solitaria — tanto più terribile in quanto non era fisica — per soffocare i sentimenti verso Leonie, per soffocare perfino i pensieri, in modo che lei non intuisse mai ciò che le nascondeva. Non avrebbe mai osato immaginare un lieve contatto delle dita, come Callista aveva concesso a Andrew nel corridoio poco prima di salire da Leonie.
Con sollievo, vide che Ellemir era entrata nella serra. Lei passò tra le file di piante e s’inginocchiò davanti a un tralcio carico. Si rialzò, soddisfatta, e disse: — Se ci sarà un’altra giornata di sole, saranno maturi per le nozze. — Poi il sorriso le si spense quando scorse il volto teso di Damon e l’espressione disperata di Andrew. Si avvicinò in punta di piedi e cinse Damon con le braccia, sentendo che aveva bisogno della sua presenza, del suo contatto. Avrebbe desiderato confortare anche Andrew, quando lui disse, angosciato: — Anche se Leonie darà il consenso, cosa farà suo padre? Lui acconsentirà? Non credo che abbia molta simpatia per me…
— Ha simpatia per te — disse Ellemir. — Ma devi capire che è un uomo orgoglioso. Riteneva che Damon non andasse bene per me, ma io sono abbastanza adulta per fare ciò che voglio. Se mi avesse offerta a Aran Elhalyn, che scalda il trono a Thendara, ugualmente avrebbe pensato che non era degno di me. E per Callista, nessun uomo nato da donna andrebbe bene, neppure se fosse ricco quanto il signore di Carthon o se fosse il bastardo di un dio! E naturalmente, anche di questi tempi, è molto importante avere un figlio ad Arilinn. Callista doveva essere Custode di Arilinn, e per mio padre sarà duro rinunciarvi. — Andrew si sentì stringere il cuore. Ellemir proseguì: — Non preoccuparti! Credo che andrà tutto bene. Guarda, ecco Callista.
La porta in cima alla scala si aprì, e Callista scese nella serra. Tese le mani verso di loro, ciecamente.
— Non devo ritornare ad Arilinn — disse, — e mio padre ha dato il consenso alle nozze…
Poi crollò, singhiozzando. Andrew protese le braccia, ma Callista si scostò da lui e si appoggiò alla pesante vetrata, nascondendo il volto, con le fragili spalle scosse dalla violenza dei singhiozzi.
Dimenticando tutto tranne quella tristezza, Andrew fece per accostarsi; Damon gli toccò il braccio, e fece un cenno di diniego. Depresso, Andrew restò a guardare la donna che singhiozzava, incapace di sopportare la sua infelicità, incapace di rimediare in qualche modo, disperato e impotente.
Ellemir si avvicinò a Callista e la fece voltare, delicatamente. — Tesoro, non appoggiarti a quella vecchia vetrata quando ci siamo noi tre e puoi piangere sulle nostre spalle. — Asciugò le lacrime della gemella con l’orlo del grembiule. — Raccontaci tutto. Leonie è stata tanto terribile, con te?
Callista scrollò il capo, sbattendo le palpebre arrossate. — Oh, no, non avrebbe potuto essere più generosa…
Ellemir disse, scuotendo la testa con aria scettica: — E allora perché piangi come uno spettro che annuncia sventure? Noi stiamo qui ad aspettare, tormentandoci per timore che tu ci venga sottratta e ricondotta alla Torre: e poi, quando arrivi per dirci che è andato tutto bene, e noi stiamo per rallegrarci con te, cominci a piagnucolare come una serva incinta!
— No… — esclamò Callista. — Leonie… Leonie è stata generosa: credo che abbia capito, veramente. Ma nostro padre…
— Povera Callie — disse gentilmente Damon. — Anch’io so bene quanto può essere tagliente la lingua di tuo padre!
Andrew ascoltò quel vezzeggiativo con stupore e con un’acuta gelosia improvvisa. A lui non era mai venuto in mente, e quel grazioso abbreviativo, usato con tanta naturalezza da Damon, gli sembrava un’intimità che metteva in risalto il suo isolamento. Rammentò che Damon, dopotutto, era un amico di famiglia fin da quando Callista era bambina.
Callista alzò gli occhi e disse, calma: — Leonie mi ha liberata dal giuramento, Damon, e senza riserve. — Damon intuiva la lotta angosciosa dietro quella calma controllata, e pensò: Se Andrew la rende infelice, credo che l’ucciderò. Ma disse soltanto: — E con tuo padre, naturalmente, è andata in un modo diverso. È stato terribile, eh?
Per la prima volta, Callista sorrise. — Terribile, sì, ma Leonie è più testarda di lui. Ha detto che non è possibile incatenare una nuvola. E mio padre se l’è presa con me. Oh, Andrew, ha detto cose tremende: che hai abusato della sua ospitalità, che mi hai sedotta…
— Vecchio tiranno! — esclamò indignato Damon. Andrew strinse le labbra, con furia silenziosa. — Se lo crede davvero…
— Adesso non lo crede più — disse Callista, e nei suoi occhi si accese un riflesso della vecchia gaiezza. — Lei gli ha ricordato che io non ho più tredici anni; che quando le porte di Arilinn si sono chiuse per la prima volta dietro di me, lui ha ceduto per sempre il diritto di darmi in matrimonio o di rifiutarmi; che anche se Leonie mi avesse giudicata inadatta e mi avesse rimandata dalla Torre prima che diventassi maggiorenne e venissi dichiarata donna, sarebbe stata lei, non lui, ad avere il diritto di trovarmi marito. E ha aggiunto molte altre verità che mio padre non ha gradito per niente.
— Lode a Evanda che hai ripreso a ridere, tesoro — disse Ellemir. — Ma nostro padre, come ha accolto queste sgradite verità?
— Ecco, non gli sono piaciute, come puoi immaginare — rispose Callista. — Ma alla fine non ha potuto far altro che rassegnarsi. Credo che fosse addirittura contento di poter litigare con Leonie: l’abbiamo assecondato sempre troppo, da quando è stato ferito. Ha cominciato a comportarsi come al solito, e forse anche a sentirsi un po’ più se stesso. Poi, quando si è deciso a rassegnarsi brontolando, Leonie ha cominciato ad accattivarselo: gli ha detto che era fortunato ad avere due generi adulti che potranno dirigere la sua tenuta, in modo che Domenic possa prendere il suo posto in Consiglio, e due figlie che vivranno qui e gli terranno compagnia. Alla fine lui ha detto che Leonie gli aveva fatto capire che io non avevo bisogno di benedizioni per sposarmi, ma che tu dovevi andare a ricevere la sua benedizione.