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La voce di Lorill Hastur era profonda, solenne. — Questa mattina abbiamo reso omaggio all’erede degli Alton, tragicamente ucciso per disgrazia. Ma la via continua, e ora dobbiamo designare il nuovo erede. Esteban Lanart-Alton, vuoi… — Si corresse, guardando il vecchio sulla sedia a rotelle. — Puoi prendere il tuo posto tra noi? Se no, parla pure da dove ti trovi.

Dezi si alzò e spinse avanti la sedia; poi tornò al proprio posto, con molta discrezione.

— Esteban, t’invito a designare i nuovi eredi del tuo dominio affinché noi possiamo conoscerli e accettarli.

Esteban disse, quietamente: — Il mio erede più prossimo è il più giovane dei miei figli legittimi, Valdir-Lewis Lanart-Ridenow, nato dalla mia legittima moglie di catenas, Marcella Ridenow. — Accennò a Valdir di farsi avanti, e il ragazzo gli s’inginocchiò ai piedi.

— Valdir-Lewis Lanart-Alton — disse Dom Esteban, dandogli per la prima volta il titolo che spettava solo al capo del dominio e al suo erede più prossimo, — come figlio cadetto tu non hai prestato giuramento ai Comyn nemmeno per procura, e data la tua giovane età non può essere richiesto né accettato un tuo giuramento. Ti chiedo soltanto, quindi, se manterrai fedelmente i voti formulati in tuo nome, e se li ripeterai tu stesso quando avrai legalmente l’età per farlo.

La voce del ragazzo tremava. — Sì.

— Allora — (e Dom Esteban accennò a Valdir di alzarsi e l’abbracciò formalmente, baciandolo sulle guance) — io ti nomino erede di Alton. C’è qualcuno che lo contesta?

Gabriel Ardais, un uomo sulla sessantina, dal portamento di un militare ma grigio e scarno, col pallore della salute malferma, disse con voce aspra e stridente: — Io non contesto che il ragazzo sia legittimo e sano, e il mio figlio adottivo Valentine (che è stato suo compagno a Nevarsin) mi assicura che è sveglio e intelligente. Ma non mi va che l’erede di un dominio così potente sia un ragazzo minorenne. Le tue condizioni di salute sono incerte, Esteban: devi prendere in considerazione l’eventualità che tu non viva fino a quando Valdir verrà proclamato adulto. Perciò dev’essere nominato un reggente del dominio.

— Sono pronto a nominare il reggente — disse Esteban. — Il mio erede, dopo Valdir, è il figlio nascituro di mia figlia Ellemir. Col vostro permesso, miei signori, designerò suo marito, Damon Ridenow, reggente di Alton e tutore di Valdir e del bambino non ancora nato.

— Non è un Alton — protestò Aran Elhalyn, e Esteban replicò: — È un parente più stretto di molti altri: sua madre era la mia sorella minore, Camilla. È mio nipote, e ha il laran, e per matrimonio ha diritti nel dominio.

Aran disse: — Conosco il nobile Damon. Non è un giovane, ma un uomo responsabile che si avvicina alla quarantina. Ha sostenuto onorevolmente molti compiti spettanti ai figli dei Comyn. Ma non siamo stati informati in Consiglio di questo matrimonio. Possiamo chiedere perché le nozze tra un figlio dei Comyn e una comynara sono state concluse con fretta indecorosa, e col semplice vincolo del libero matrimonio?

— Non era periodo di sessione del Consiglio, e i due giovani non volevano attendere mezzo anno.

— Damon — disse Lorill Hastur, — se devi essere nominato reggente di un dominio sarebbe giusto che il tuo matrimonio venisse legittimato di catenas, secondo la legge del Consiglio. Sei disposto a sposare Ellemir Lanart con regolare cerimonia?

Damon rispose in tono gioviale, stringendo la mano di Ellemir: — La sposerò anche dieci volte, se vuoi, con tutti i riti che vorrai indicare, se lei mi accetta.

Ellemir rise, gaiamente. — Puoi dubitarne, marito mio?

— Allora vieni, Damon Ridenow di Serrais. — Damon avanzò nello spazio centrale della sala, e Lorill chiese in tono solenne: — Damon, sei libero di accettare quest’obbligo? Sei erede del tuo dominio?

— No, sono soltanto al dodicesimo posto in ordine di successione. Ho quattro fratelli più anziani di me, e tra tutti, credo, hanno undici figli maschi, o almeno erano tanti quando li ho contati l’ultima volta: forse ora sono più numerosi. E Lorenz è già nonno due volte. Giurerò volentieri fedeltà a Alton, se mio fratello, il signore di Serrais, me ne darà licenza.

— Lorenz? — chiese Lorill, lanciando un’occhiata verso il lato della sala dove sedevano i Ridenow. Lorenz scrollò le spalle. — Damon può fare quello che vuole. È adulto, e non è probabile che diventi erede di Serrais. È sposato con una dama del dominio di Alton. Acconsento.

Damon guardò Andrew, inarcando ironicamente un sopracciglio, e il terrestre captò il suo pensiero: È la prima volta, senza dubbio, che Lorenz approva completamente quello che faccio. Ma aveva un’aria solenne, come si conveniva alla circostanza.

— Allora inginocchiati, Damon Ridenow — disse Lorill. — Sei stato nominato reggente e tutore del dominio di Alton, come parente maschio più prossimo di Valdir-Lewis Lanart-Alton, erede di Alton, e del figlio nascituro di Ellemir, tua legittima consorte. Sei pronto a giurare fedeltà al signore del dominio, Tutore di Alton, e a rinunciare a tutti gli altri vincoli di fedeltà eccettuato quello che ti lega al re e agli dèi?

Damon disse, con voce ferma: — Lo giuro.

— Sei pronto ad assumerti la tutela del dominio qualora il suo legittimo capo risultasse incapace di agire come tale a causa dell’età, di malattia o d’invalidità, e a giurare che proteggerai e difenderai gli eredi prossimi di Alton con la tua vita, se così volessero gli dèi?

— Lo giuro.

Ellemir vide le gocciole di sudore che imperlavano la fronte di Damon: sapeva che lui non lo desiderava. Lo faceva soltanto per Valdir e per il nascituro, ma non lo desiderava. E tra sé, ardentemente, si augurò che suo padre comprendesse ciò che stava facendo a Damon.

Lorill Hastur disse: — Dichiari solennemente che, a quanto ti risulta, sei idoneo ad assumerti la responsabilità? C’è qualcuno che contesta il tuo diritto a questa tutela solenne sul popolo del tuo dominio, il popolo di tutti i dominii, il popolo di tutto Darkover?

Damon pensò: Chi potrebbe essere veramente idoneo per una simile responsabilità? Io no, Aldones, Signore della Luce, io no! Eppure farò del mio meglio, lo giuro davanti a tutti gli dèi. Per Valdir, per Ellemir e per suo figlio.

Disse, a voce alta e chiara: — Accetterò la sfida.

Danvan Hastur, comandante della Guardia d’Onore del Consiglio, avanzò a grandi passi al centro della sala, dove Damon stava inginocchiato nella luce d’arcobaleno. Con la spada in pugno, gridò a gran voce: — C’è qualcuno che contesta la tutela di Damon Ridenow-Alton, reggende di Alton?

Nel silenzio, una voce giovanile disse: — Io contesto. — Damon, sbalordito, captando la costernazione di Andrew che sedeva negli ultimi posti assegnati agli Alton, alzò la testa e vide Dezi farsi avanti e prendere la spada dalla mano di Danvan.

— Per quale motivo? — chiese Lorill. — E con quale diritto? Io non ti conosco, giovanotto.

Dom Esteban guardò sbigottito Dezi. Parlò con voce tremante: — Non ti fidi di me, Dezi, figlio mio?

Dezi non badò a quelle parole e al tono affettuoso. — Io sono Deziderio Leynier, figlio nedestro di Gwennis Leynier e di Esteban Lanart-Alton; come unico figlio adulto superstite del signore del dominio, rivendico il diritto di fungere da tutore di mio fratello e del figlio nascituro di mia sorella.

Lorill disse, severamente: — Non ci risulta nessun figlio nedestro riconosciuto di Esteban Lanart-Alton, eccettuati i due figli di Larissa d’Asturien, che sono privi del laran e quindi esclusi per legge da questo Consiglio. Posso chiedere perché non sei mai stato riconosciuto?