— Quanto a questo — rispose Dezi, con un sorriso che sfiorava l’insolenza, — devi chiederlo a mio padre. Ma chiamo la Dama di Arilinn a testimoniare che sono un Alton e che possiedo in piena misura il dono del dominio.
All’invito di Lorill, Leonie si alzò, con un’espressione che dimostrava la sua riprovazione per quella procedura. — Non spetta a me designare gli eredi dei Comyn; tuttavia, poiché sono stata chiamata a testimoniare, devo dichiarare che Deziderio dice la verità: è figlio di Esteban Lanart e possiede il dono degli Alton.
Esteban disse, con voce pesante: — Sono disposto a riconoscere Dezi come figlio mio, se questo Consiglio lo vuole: l’ho condotto qui apposta. Ma non lo ritengo il tutore più appropriato per il mio giovane figlio e per il mio nipote nascituro. Damon è un uomo maturo, Dezi è un ragazzo. Chiedo a Dezi di ritirare la sfida.
— Con tutto il rispetto, padre — replicò Dezi, in tono deferente, — non posso.
Damon, ancora inginocchiato, si chiese cosa sarebbe accaduto. Secondo la tradizione, la sfida poteva essere risolta con un formale duello, oppure uno degli sfidanti poteva ritirarsi, oppure entrambi potevano presentare prove (che sarebbero state esaminate dal Consiglio) per dimostrare che l’altro non era idoneo. Lorill lo spiegò.
— Deziderio Leynier, nedestro di Alton, hai motivo di ritenere inadatto Damon?
— Sì. — La voce di Dezi era stridula. — Sostengo che Damon ha tentato di assassinarmi, per usurpare i miei diritti. Sapeva che sono figlio di Esteban, mentre lui è soltanto suo genero, e perciò mi ha privato della matrice. Solo il mio laran gli ha impedito di macchiarsi dell’uccisione di un fratello per matrimonio.
Oh, mio Dio, pensò Andrew, mentre il respiro gli si mozzava in gola. Che bastardo, che stramaledetto bastardo fetente! Chi, se non Dezi, poteva tramare una cosa simile?
Lorill Hastur disse: — È un’accusa estremamente grave, Damon. Tu servi onorevolmente i Comyn da molti anni. Non l’ascolteremo neppure, se tu puoi darci qualche spiegazione.
Damon deglutì e alzò gli occhi: si sentiva addosso gli sguardi di tutti. Disse con fermezza: — Ero legato per giuramento ad Arilinn: avevo fatto voto d’impedire ogni abuso commesso per mezzo delle matrici. L’ho tolta a Dezi, in forza di quel voto, perché lui aveva abusato del laran imponendo la propria volontà al matrimonio di mia sorella, Ann’dra.
— È vero — disse Dezi in tono di sfida. — Mia sorella Callista si è incapricciata di questo terrestre venuto dal nulla. Avevo solo cercato di liberarmi di questo individuo che ha gettato su di lei un malefico incantesimo, affinché lei potesse concludere un matrimonio degno di una dama Comyn invece di disonorarsi nel letto di una spia terrestre.
Si scatenò un subbuglio. Damon balzò in piedi, furioso, ma Dezi gli stava di fronte, con un’ironica aria di sfida. Sembrava che tutti, nella Camera di Cristallo, parlassero, gridassero, facessero domande nello stesso istante. Lorill Hastur ordinò invano, più volte, di fare silenzio.
Quando venne ristabilita una parvenza di ordine, disse, molto serio: — Dobbiamo indagare privatamente su questa faccenda. Sono state formulate accuse e controaccuse molto gravi. Per ora vi prego di disperdervi e di non parlare della cosa. I pettegolezzi non miglioreranno la situazione. Guardatevi dal fuoco acceso con noncuranza nella foresta: guardatevi dalle chiacchiere, anche tra i saggi. Ma state certi che approfondiremo la situazione e la sottoporremo al vostro giudizio fra tre giorni.
A poco a poco, la sala si vuotò. Esteban, mortalmente pallido, guardava con occhi tristi Damon e Dezi. Disse: — Quando i fratelli sono in disaccordo, gli estranei ne approfittano per allargare l’abisso tra loro. Dezi, come puoi fare una cosa simile?
Dezi strinse i denti e rispose: — Padre, io vivo solo per servirti. Dubiti di me? — Guardò Ellemir, aggrappata al braccio di Damon, e poi Callista. — Un giorno mi ringrazierai, sorella.
— Sorella! — Callista guardò Dezi negli occhi; poi gli sputò in faccia e gli voltò le spalle. Posando la punta delle dita sul polso di Andrew, disse con voce chiara: — Portami fuori da qui, marito mio. Questo luogo puzza di tradimento.
— Figlia… — implorò Dom Esteban, ma Callista gli voltò le spalle e Andrew non poté far altro che seguirla. Ma il cuore gli batteva all’impazzata, e i suoi pensieri sembravano riecheggiare un ritmo turbato: E adesso?
CAPITOLO DICIANNOVESIMO
Quando furono nelle loro stanze, Callista si girò verso Andrew e disse, con veemenza: — Ha ucciso lui Domenic! Non so come ci sia riuscito, ma ne sono sicura!
— Potrebbe averlo fatto in un unico modo — replicò Damon. — E quasi non oso credere che sia tanto forte!
Ellemir chiese: — Potrebbe aver forzato la mente di Cathal, spingendolo a colpire Domenic in un punto vulnerabile? Lui ha il dono degli Alton e può imporre il rapporto telepatico… — Ma sembrava esitante, e Callista scrollò il capo.
— Non poteva, senza uccidere Cathal o senza infliggergli lesioni cerebrali così gravi che le sue stesse condizioni sarebbero state rivelatrici.
Il volto di Damon era impenetrabile. — Dezi ha le facoltà necessarie per compiere il lavoro di una Custode — disse. — L’abbiamo visto tutti, quando gli ho tolto la matrice. Può dominare o modificare la pietra di un altro, adattarla alle proprie risonanze. Credo che quando è rimasto solo con Domenic, ferito ma vivo, non abbia saputo resistere alla tentazione di mettere le mani su un’altra matrice. E quando ha tolto la pietra a Domenic… — Rabbrividì, e Andrew vide che gli tremavano le mani. — Il cuore di Domenic si è fermato per il trauma. Un delitto perfetto, poiché non era presente una Custode e molti non sapevano neppure che Domenic possedesse la matrice. E questo spiegherebbe perché Dezi si tiene barricato contro di me.
La voce di Callista tremava. — Tra i telepati, dovrà restare barricato fino al giorno della sua morte: una sorte spaventosa!
Ellemir esclamò dignitosamente: — Ma meno spaventosa della morte che ha inflitto a Domenic!
— È molto peggio di quanto tu immagini — disse Damon, a bassa voce. — Ora che Dezi conosce il proprio potere, credi che Valdir sia al sicuro? Per quanto tempo Dezi lo risparmierà, adesso che soltanto Valdir sta fra lui e l’eredità di Alton? E quando si sarà assicurato la fiducia di Dom Esteban, quale altro ostacolo gli impedirà di ottenere la signoria del dominio?
Ellemir impallidì e si portò le mani sul ventre, come per proteggere il bambino. — Te l’avevo detto che avresti dovuto ucciderlo — replicò, scoppiando in pianto. Callista la guardò costernata.
— Sarebbe fin troppo semplice: qualche fragile vaso sanguigno che si spezza, e il bambino morirebbe dissanguato prima della nascita.
— No! — gridò Ellemir.
— Perché credi che siamo tanto cauti, quando istruiamo i controllori psi? — chiese Callista. — Le donne, nelle Torri, si guardano bene dal restare incinte durante il periodo del loro lavoro: ma qualche volta succede, naturalmente. E Dezi ha imparato là… Avarra abbia misericordia, sono stata io a istruirlo! E quando s’imparano i punti vulnerabili, quando s’impara a non danneggiare madre e figlio, diventa facile apprendere come colpirli.
— Io lo ritengo capace anche di questo — disse Andrew, intervenendo per la prima volta. — Ma non impiccherei neanche un cane senza avere prove più precise. Ma ci sarà mai il modo di dimostrarlo? — Anche se Dezi aveva ucciso Domenic togliendogli la matrice mentre era svenuto, bastava che gettasse via quel frammento di cristallo spento.