«Non entrerò là dentro, se non in presenza di almeno un testimone» ribatte Kay Scarpetta.
12
Lucy non dorme più nella suite al secondo piano, ma in una delle camere più piccole al primo, con la porta chiusa a chiave. Si racconta che è per motivi professionali che non dorme più nel letto in cui Henri è stata aggredita, un letto molto grande con una testiera dipinta a mano, al centro di una stanza gigantesca con vista sull’oceano. Potrebbero esserci ancora degli indizi, sostiene: benché lei e Rudy siano stati molto puntigliosi nelle ricerche, potrebbero comunque essersene lasciati sfuggire qualcuno.
Rudy ha preso la Modena, con la scusa di fare benzina. In realtà Lucy sospetta che il suo piano sia un altro, che voglia farci un giro per vedere se qualcuno lo segue. Probabilmente spera di attirare l’attenzione della bestia, dell’uomo che ha disegnato l’occhio. Anzi, gli occhi. Dev’essere lì, appostato da qualche parte a guardare, a tenere sotto controllo la villa. Magari non si è reso conto che Henri non c’è più, ma continua a sorvegliare la casa e le Ferrari. Potrebbe essere lì a spiare anche in questo momento.
Lucy si avvicina al letto sfatto, con le costose lenzuola di seta che pendono sulla moquette color ruggine e i cuscini in un angolo, nel punto esatto in cui erano quando ha trovato Henri priva di sensi, dopo aver salito le scale di corsa. Lì per lì ha creduto che fosse morta. Non sapeva cosa pensare. Tuttora non sa cosa pensare, ma in quel momento si è presa uno spavento tale che ha chiamato il 911. E ha scatenato un putiferio. A quel punto, infatti, è stata costretta a fare i conti con la polizia, che invece avrebbe fatto meglio a tenere lontana, visto che gran parte delle attività che svolge l’Ultimo Distretto non sono propriamente legali, perché il fine a volte giustifica i mezzi.
Rudy è ancora arrabbiato con lei perché ha chiamato la polizia. La accusa di essersi lasciata prendere dal panico. È vero, non avrebbe dovuto chiamare il pronto intervento. È stato un errore. Avrebbero potuto — dovuto - gestire la situazione loro due. Henri non è una persona qualunque, è una donna che lavora per l’Ultimo Distretto. Anche se l’ha trovata nuda e priva di sensi, Lucy non avrebbe dovuto chiamare la polizia. Aveva accertato che non era morta, no? E neanche in pericolo di vita, visto che respirava e aveva le pulsazioni abbastanza regolari. Non perdeva nemmeno troppo sangue. Un po’ dal naso, okay, ma niente di particolarmente grave. Benton glielo ha detto chiaramente, quando lei ha accompagnato Henri ad Aspen con il suo jet privato: Henri è stata aggredita e forse ha anche perso i sensi, ma solo brevemente. Dopo, ha fatto finta.
“Non ci credo” gli ha risposto Lucy. “Non rispondeva a nessuno stimolo.”
“È un’attrice” le ha ricordato Benton.
“Non più.”
“Lucy, faceva l’attrice di professione, prima di entrare nella polizia. Forse ha continuato a recitare anche dopo. Forse non è capace di fare altro che recitare.”
“Ma perché avrebbe dovuto fingere? L’ho toccata, le ho parlato, ho cercato di svegliarla… Perché avrebbe dovuto far finta di essere incosciente? Perché?”
“Per vergogna, per rabbia. Chi lo sa?” le ha risposto lui. “Forse non ricorda con precisione che cosa le è successo, lo ha rimosso, ma ha delle emozioni al riguardo. Può darsi che si vergogni della propria imprudenza. Oppure che ti voglia punire.”
“E di che cosa? Non le ho fatto niente! Ma cosa dici? È viva per miracolo e pensa: ‘Già che ci sono, punisco Lucy’?”
“La gente fa cose strane.”
“No, non ci credo” ha ribadito Lucy. Più insisteva, meno Benton le credeva, probabilmente.
Si avvicina alla vetrata, composta da otto alte finestre. Le tapparelle sono abbassate e Lucy preme il pulsante per alzarle e guarda fuori. Vuole vedere se le salta all’occhio qualcosa di strano. È una bella giornata. Lei e Rudy sono partiti da Miami stamattina presto. Lucy non entrava in casa da tre giorni. La bestia ha avuto tutto il tempo di spiare e di introdursi abusivamente nel giardino; è tornata a cercare Henri ed è entrata nella sua proprietà per appendere il disegno dell’occhio alla porta di servizio. Vuole ricordare a Henri che è ancora lì in agguato. Nessuno l’ha vista, nessuno ha chiamato la polizia. Lucy pensa che il suo è un quartiere di menefreghisti, di persone che non battono ciglio se i vicini hanno i ladri in casa o rischiano di finire ammazzati: l’importante è che nessuno rompa loro le scatole.
Lucy guarda il faro dall’altra parte della baia e medita se andare a parlare con la sua vicina. Non conosce nemmeno il suo nome, ma sa che è una donna curiosa, che non esce mai di casa e fotografa il suo giardiniere dalla finestra, probabilmente per farle causa nel caso Lucy decidesse di piantare un albero che le rovina la vista o fare altri cambiamenti a lei sgraditi. Se Lucy avesse avuto il permesso di sistemare un po’ di filo spinato sopra ai muri di cinta, la bestia non sarebbe entrata tanto facilmente nella sua proprietà e forse non sarebbe riuscita ad arrivare nella camera del secondo piano in cui Henri era a letto con l’influenza. Invece la sua vicina aveva fatto un sacco di storie e le aveva impedito di ottenere l’autorizzazione. E così Henri ha rischiato di morire e la persona che le ha graffiato la Ferrari è riuscita ad attaccarle il disegno con l’occhio sulla porta di servizio.
Lucy guarda dalla finestra la piscina, il mare azzurro e calmo nella Intracoastal Waterway e più increspato e verdastro al largo, oltre la baia. La bestia potrebbe essere arrivata in barca, aver ormeggiato davanti alla villa ed essere salita dall’apposita scaletta. Sarebbe arrivata proprio nel patio, davanti alla porta di servizio. Lucy non crede che sia venuta lì via mare, però. Probabilmente la bestia non sa neppure portare una barca. Non sa perché, ma ne è sicura. Si volta e va verso il letto. Nel cassetto del comodino di sinistra c’è la Colt .357 Magnum di Henri, un’arma bellissima, in acciaio inossidabile, che le ha regalato lei. Henri sa sparare e non è una vigliacca. Lucy è convinta che, se Henri avesse sentito entrare in casa la bestia, le avrebbe sparato, influenza o non influenza.
Abbassa di nuovo le tapparelle, spegne la luce ed esce. Fuori dalla camera ci sono una piccola palestra, due cabine armadio e un enorme bagno color occhio di tigre con vasca per idromassaggio. Non c’è ragione di sospettare che l’aggressore di Henri sia entrato nella palestra, negli armadi o nel bagno, ma Lucy va a controllare per l’ennesima volta, facendo attenzione a quello che sente. E, come sempre, non sente nulla nella palestra e negli armadi, ma in bagno ha una sensazione che la turba. Osserva la vasca e le finestre che danno sull’oceano e sul cielo della Florida. Cerca di immedesimarsi nella bestia. Non sa perché, ma l’istinto le dice che anche la bestia ha guardato quella lussuosissima vasca da bagno.
Le viene in mente una cosa e fa qualche passo indietro. E se la bestia, arrivata in cima alle scale, avesse girato a sinistra invece che a destra e si fosse ritrovata nel bagno anziché in camera da letto? La mattina dell’aggressione c’era il sole e dalle finestre entrava sicuramente un sacco di luce. Se la bestia ha aperto la porta del bagno, anche per sbaglio, avrà certamente visto la vasca e forse si sarà soffermata a osservarla un momento, prima di voltarsi silenziosamente verso la stanza da letto, dove Henri riposava, sudata, con la febbre alta, le tapparelle abbassate per non far entrare la luce.