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Luke tirò il collo. Le luci qui erano di un giallo caldo, non bianco-azzurre. Proprio mentre notava il loro colore la macchina infilò un vialetto che terminava di fronte a un portico rischiarato da colonne luminescenti. Luke rimase a bocca aperta. Il grande edificio di pietra dietro quel portico era notevolmente più basso dei grattacieli di Salis D’aar: una casa privata nel bel mezzo del centro città, in un mondo dove la norma sembravano essere i condomini. Avrebbe tanto desiderato poter sgattaiolare via durante la cena per vedere come faceva una sola famiglia a occupare tutte quelle stanze.

Un uomo e una donna in tuta militare verde scuro aprirono le portiere: decisamente non Imperiali; probabilmente quello che restava delle forze armate della Bakura pre-Impero.

Luke uscì fuori per primo e si guardò intorno. Tutto sembrava a posto. Annuì a Han da sopra il tettuccio della macchina. A quel punto Leia e Chewbacca erano già fuori.

«Oh, eccovi», esclamò una voce femminile proveniente dal portico. «Benvenuti.»

Avvertì l’improvviso panico di Leia. Tendendo una mano verso la spada laser, cercò di capire quale minaccia si nascondesse nel portico.

Il primo ministro Captison, vestito di una tunica militare verde scuro con sciarpa intorno alla vita e treccia dorata dappertutto, si inchinò a Leia. «Mia moglie, Tiree», presentò. Una figura luccicante con una lunga cappa nera si avvicinò a loro. La signora Captison portava un vestito con cappuccio lungo fino a terra, color ebano e tempestato di perline lucenti; a parte la cappa nera, non somigliava affatto a Darth Vader. «Tiree, posso presentarti...»

Leia si inchinò alla donna, cercando di controllare con tutte le forze il proprio panico. Luke si accigliò. Questa ossessione di Vader la stava veramente trasformando.

Dalle presentazioni che Captison andava facendo era ovvio che la presenza di Chewie era stata una sorpresa per lui. Riprendendosi dal suo spavento, Leia gettò un’occhiataccia a Han, ma la signora Tiree Captison sembrò felice della novità. Infilò un braccio sotto l’alto gomito peloso di Chewie e annunciò: «È quasi pronto. Entriamo».

Leia ignorò Han e prese il braccio del primo ministro Captison. Luke lo notò e sentì che Han si era offeso. «Tranquillo», gli bisbigliò mentre entravano dietro a Leia. «Mostra a questa gente il tuo fascino.»

Han sollevò il mento. «Fascino», borbottò. «Cercherò.»

L’atrio era fiancheggiato sui due lati da alte colonne trasparenti luminose, come quelle del portico del senato, ma più sottili. Dietro le colonne, piante rampicanti in fiore coprivano mura di pietra bianca irregolarmente squadrata.

Leia fece una pausa per toccare una colonna, poi sorrise al primo ministro. «È da quando ho lasciato Alderaan che non vedo una casa così bella.»

«Questa l’ha costruita il capitano Arden, il fondatore della città. Aspetti di vedere il tavolo da pranzo, è un’aggiunta di mio nonno.» Sollevò un sopracciglio bianco.

Luke trattenne Han. «È solo politica.»

«Lo so. Non mi piace. Preferisco una sana sparatoria.»

Raggiunsero Leia all’entrata di una sala da pranzo circondata da alberi in vaso, con rami sottili e penduli. Altre pareti coperte di rampicanti circondavano gli alberi e al centro era una tavola più o meno triangolare, con gli angoli smussati per guadagnare altri posti a sedere.

Luke abbassò lo sguardo. Acque verde e azzurro si muovevano sotto un pavimento trasparente. Luci subacquee gettavano nella stanza le piccole ombre di pesci mobili e l’occasionale sgusciare dì una lunga creatura serpentina.

E infine, nel bel mezzo della tavola c’era una catena montuosa in miniatura, scolpita in un minerale translucido e illuminata da dentro, come le colonne. Minuscoli fiumi azzurri scendevano dai suoi fianchi.

Un’abitudine ormai inveterata lo costrinse a scandagliare la stanza alla ricerca di menti ostili. A metà del tavolo avvertì...

Lei... a meno che non ci fossero su questo pianeta due donne capaci di elettrizzarlo così senza nemmeno dover incontrare il suo sguardo. Era già seduta, con le spalle alla porta.

«Delizioso», mormorò Leia.

La moglie di Captison si girò a guardarla. «Grazie, mia cara.» Entrò maestosamente nella sala, si tolse la mantella con una mezza giravolta e la tese a un domestico, apparentemente camminando sull’acqua. Gli alberi lungo le pareti coperte di rampicanti alzarono i rami come braccia levate al cielo. Luke si chiese se era stato il movimento della donna a far scattare quella reazione, e se davvero erano alberi di natura flessibile e quasi animale, o se erano semplicemente artificiali.

Luke avanzò, attirato quasi controvoglia. Domestici umani (su quel pianeta doveva ancora vedere un droide) si allontanarono in fretta dalla tavola dopo avere, probabilmente, risistemato la tavola per far posto a Chewbacca. Captison accompagnò Leia alla sedia accanto alla sua lungo uno dei lati. La signora Captison occupò l’ultima sedia libera lungo lo stesso lato. Un uomo anziano che indossava un amplificatore vocale sul petto (Luke riconobbe il senatore Belden) era già seduto nell’angolo. «Accomodati dietro il senatore, caro», disse la signora Captison a Chewbacca.

Luke sorrise nonostante tutto. Mai avrebbe pensato di sentire qualcuno che si rivolgeva a un Wookiee con l’appellativo «caro». Chewbacca chinò la testa e guaiolò. Gli avevano lasciato a disposizione quasi tutto quel lato del tavolo. Niente sedie a repulsione qui. L’ambiente era formale e antiquato.

«Avete fatto un buon lavoro», disse l’uomo anziano in direzione di Luke. «Ecco, adesso ho l’occasione di ringraziarvi. Eravamo già pronti a cercare rifugio sulle montagne quando siete arrivati voi.»

Han si sedette accanto a Leia all’altro posto d’angolo. Questo lasciava a Luke una sola possibilità e cioè sedersi alla sinistra di quel bagliore nella Forza. Si sedette, raccolse tutta la sua compostezza e girò la testa verso destra.

Gaeriel Captison si era ritratta da lui quanto possibile. Sul suo vestito verde scuro portava uno scialle dorato che le copriva le spalle snelle.

«Nostra nipote Gaeriel, comandante», presentò il primo ministro. «Non credo che le sia stata presentata in senato. Sa, le cose erano state fatte così di fretta.»

«Non importa, zio Yeorg», rispose la ragazza. Prima che Luke riuscisse anche solo a dirle «buonasera», si era già voltata verso Chewbacca. «Se preferisce sedere accanto ai suoi amici, sarei lieta di fare cambio con lei.»

Luke suggerì subliminalmente a Chewie che gli sarebbe piaciuto molto se fosse rimasto lì dov’era. Chewie emise un ululato soffocato.

«Dice che gli va bene così», tradusse Han. «Faccia attenzione, signora Captison. Quando un Wookiee fa amicizia, è per la vita.»

«Sarei onorata della sua amicizia.» La donna si sistemò una collana di pietre blu a tre fili sul corpetto di pallido oro.

Luke si costrinse a non guardare in direzione di Gaeriel fino a che la questione dei posti non fosse stata risolta. Mentre tutt’attorno al tavolo le conversazioni fra gli ospiti cominciavano, si voltò verso di lei.

Preso di sorpresa, guardò meglio. La senatrice Gaeriel Captison aveva un occhio verde e uno grigio. Entrambi si strinsero. «Come sta, comandante Skywalker?»

«È stata una giornata lunga», rispose piano, cercando di chiudere i suoi sensi alla Forza per impedire che il sapore seducente della sua presenza monopolizzasse la sua attenzione. L’ingresso di un altro gruppo di persone gli impedì di proseguire. Fiancheggiato da due soldati in uniforme nera di gala, il governatore Nereus si diresse verso il terzo angolo della tavola e si sedette. I suoi soldati fecero un passo indietro contemporaneamente, poi si misero in posizione di riposo dietro di lui.

Tutto sembrava così terribilmente formale... e c’era un odore delizioso nell’aria. Lo stomaco di Luke brontolò, facendolo sentire più che mai un ragazzo di campagna. Meraviglioso, pensò. Quello che ci vuole, adesso, è proprio che mi renda ridicolo di fronte a questa gente e metta Leia in imbarazzo. Forse avrebbe dovuto lasciare che sua sorella gli insegnasse a come comportarsi in queste occasioni. C’era una tregua in ballo, quella sera.