«Buonasera, Captison. Vostra altezza. Generale. Comandante.» Lo sguardo di Nereus scivolò, oleoso, lungo la tavola. «Buonasera, Gaeriel.»
L’arrivo del consommé rese superflua una risposta. Quando Luke fu di nuovo libero di rispondere, il senatore Belden aveva coinvolto in una discussione la signora Captison, Leia e il primo ministro (bene: Leia avrebbe avuto l’occasione di coltivarsi sia Belden sia i due Captison). Il governatore Nereus si era sporto all’indietro per lasciare che una delle sue guardie del corpo/aiutanti gli sussurrasse qualcosa in un orecchio. Gli occhi di Han seguivano Leia.
Solo la senatrice Gaeriel Captison sembrava disponibile. Luke trasse un respiro: chi non risica non rosica. «Lei sembra avere dei forti preconcetti sui Jedi», osò.
Gli occhi misteriosi ammiccarono leggermente. Sulla sua fronte comparvero alcune leggere rughe.
«Vede», continuò Luke in fretta, «questa mattina, in senato, facevo il possibile per cercare di capire chi avrebbe potuto provare simpatia per l’Alleanza, non lo nego.»
«Io sono un funzionario dell’Impero, comandante.» Si toccò le labbra con un tovagliolo di stoffa e guardò in direzione di Belden. «È possibile che altri fra noi siano dei simpatizzanti della causa ribelle. Se è così, sono sulla strada sbagliata.»
Decisamente, avrebbe dovuto parlare con il senatore Belden. «Vogliamo aiutarvi a proteggervi dagli Ssi-ruuk», disse piano. «Questa mattina ho passato due ore al presidio, a parlare di strategia con il comandante Thanas. Se lui ha accettato la nostra presenza, almeno temporaneamente, non può farlo anche lei? Per il bene del suo popolo?»
«Siamo grati all’Alleanza per l’aiuto che ci fornisce.»
Deciso a continuare con la sua tattica diretta, posò il cucchiaio. «Forse lei pensa che le possa leggere nella mente, senatrice Captison. Non è così. Posso solo avvertire le sue emozioni e solo quando mi sforzo di farlo. Per la maggior parte del tempo vivo con le stesse limitazioni di tutti voialtri.»
«Non si tratta di questo», protestò lei, ma Luke sentì che si rilassava considerevolmente. Stava giocherellando con un pendaglio smaltato sospeso sul suo petto da una catenina d’oro. «Ho... dei problemi di natura religiosa ad accettare quelli come lei.»
Fu come un calcio nello stomaco. Ben e Yoda gli avevano insegnato che la Forza abbracciava tutte le religioni. «E l’Alleanza?» chiese.
«Lei ha ragione. In questo momento abbiamo bisogno di tutto l’aiuto disponibile.» Strinse la piccola mano a pugno sul piano del tavolo. «Mi scusi se le sembro ingrata. Gli Ssi-ruuk ci hanno terrorizzato, ma a lungo andare accettare il vostro aiuto potrebbe avere delle ripercussioni molto spiacevoli sul nostro futuro.»
«Come è successo ad Alderaan», concluse Luke piano. «Vi capisco. L’Impero governa attraverso il terrore.»
Gaeriel abbassò lo sguardo sul suo piatto. Tendendosi per un attimo, Luke avvertì un turbamento che doveva senz’altro essere il suo tentativo di dare una risposta.
«Mi dispiace», disse, precedendola. «Deve scusare le mie maniere. Non sono stato educato alla diplomazia.»
«Che sollievo sentirlo.» Per un attimo gli rivolse un sorriso sottile, incantevole. Gettò il suo autocontrollo alle ortiche, e si protese al massimo per avvertire appieno la sua presenza. Strati dopo strati: le profondità viventi della foresta tropicale di Endor, il calore avvolgente della notte su Tatooine e le lucenti ipnotiche profondità dello spazio, tutto questo gli venne in mente...
Conversazione! si ricordò. I domestici portarono il piatto principale, un vassoio di piccoli molluschi verdi e di vegetali a lui sconosciuti, dalla consistenza burrosa, serviti con ciotole di grano marroncino chiaro. Luke fece dei commenti sulla vegetazione, i due fiumi che circondavano la città, i pesci che nuotavano sotto di loro e cercò anche di farle dei complimenti per come era vestita. Lei rimase educata (ma di stante finché lui non chiese, mentre i domestici portavano via piatti e ciotole: «Mi piace molto il senatore Belden. È un amico di famiglia?»
«Sì. Da anni, nonostante tutte le sue eccentricità.» Evidentemente si trattava di un amico molto caro. Quella sua smorfia rigida si era improvvisamente dissolta. Gaeriel prese una caraffa che era stata deposta vicino al centro tavola e fece cadere alcune gocce di liquore nel calice davanti a lui. «Provi questo.»
Ecco, finalmente una reazione! Curioso, agitò il calice. Il liquido aderiva alle pareti come sciroppo.
«Avanti.» Gaeriel sollevò un sopracciglio. «Non le farà male. È il nostro miglior prodotto locale. Se rifiuta insulterà tutto Bakura.» Versò un’uguale porzione a se stessa e bevve.
Luke assaggiò il liquore. Il liquido si trasformò in fuoco nella sua bocca e nella sua gola. Poi avvertì il sapore, come fiori della giungla mescolati alla frutta più dolce che avesse mai provato.
Gli occhi della sua vicina scintillavano. Era ovvio che non le era sfuggita nessuna sfumatura della sua reazione. «Che cos’è?» sussurrò lui. Si rinfrescò la bocca con un sorso d’acqua.
«Nettare di namana. Lo esportiamo in grandi quantità.»
«Non mi meraviglia.»
«Ancora?» Tese la mano verso la caraffa.
«Grazie.» Luke sorrise. «Ma no. È un po’ forte per i miei gusti.»
Gaeriel rise e gli riempì comunque il bicchiere. «Probabilmente fra un po’ ci sarà un brindisi.»
Sempre che il governatore Nereus non riuscisse a provocare una rissa. «Spero di sì.»
Gaeriel gli passò un piatto trasparente che conteneva canditi giallo-arancio. «Forse preferirà il frutto di namana sotto questa forma.»
Appoggiò sulla lingua uno dei canditi. Una volta eliminato il fuoco dell’alcol, il sapore esotico fluiva più facilmente in bocca. Fiori tropicali... un certo sapore speziato... Chiuse gli occhi e studiò la sensazione che il dolce gli procurava.
Riaprì gli occhi di scatto.
«Se n’è accorto subito», notò Gaeriel sorridendo. «Se preparato nel modo giusto il frutto di namana induce un certo senso di euforia. La maggior parte della gente non se ne accorge immediatamente. Si sentono solo molto bene, senza sapere perché.»
«Dà assuefazione?»
La donna si risistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio. «Tutti i migliori dolci della galassia danno assuefazione. Stia attento.»
Decise di lasciar stare i canditi, sperando che le sue guance non fossero davvero rosse come se le sentiva. Eppure Gaeriel sembrava essersi molto aperta. «Non dovrei... chiederle informazioni sulle voci che corrono», confidò a bassa voce, piegando la testa vicino a lui, «ma non abbiamo avuto nessuna risposta da sua altezza imperiale da quando abbiamo mandato il messaggio di aiuto e quello che lei ha detto questa mattina è stato ripreso da tutti i media. È certo che sia morto?»
Un’improvvisa ondata di ostilità proveniva dalla destra di Gaeriel. Luke guardò dietro la sua testa china e vide che il governatore Nereus lo stava fissando. Geloso? si chiese. Che Nereus avesse dei progetti su Gaeriel?
Parlò a bassa voce. «L’imperatore era potente nella Forza. E così, fra l’altro, ho sentito la sua morte.» Era vero. Non era tutta la verità, ma era incontestabilmente vero.
Con sua sorpresa, la ragazza impallidì visibilmente. «Non sapevo... che sua maestà...»
Il governatore Nereus si voltò verso Chewbacca. Luke si rilassò. «Allora non sono solo i Jedi?» mormorò a Gaeriel. «La sua religione condanna chiunque abbia un forte controllo della Forza?» Che cosa avrebbe pensato se avesse saputo in che modo l’imperatore aveva tentato di ucciderlo? Più tardi, si promise fermamente. Quando saremo da soli. Si immaginò con piacere nell’atto di scagionare i Jedi e assieme puntare un dito accusatore contro il suo onorato imperatore.