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Dirigendosi a nord a tutta velocità, Han vide del fumo che proveniva dalle vicinanze del complesso Bakur. Qualche secondo più tardi una faccia luminosa apparve a mezz’aria sopra la sua mappa olografica della città. «Attenzione. A tutti i residenti. È stato appena decretato il coprifuoco. Lasciate l’area e le strade. Le forze di sicurezza spareranno per uccidere i capi ribelli e stordiranno i loro seguaci per arrestarli. Il coprifuoco avrà effetto immediato a partire da questo momento.»

Che cosa stava succedendo? Apparve un secondo viso. «Questa misura fa seguito all’arresto del primo ministro Captison e del senatore anziano Orn Belden per sospetta attività sovversiva, assieme al capo ribelle Leia Organa. Il governo imperiale si aspetta piena collaborazione da parte della cittadinanza. Gli invasori ssi-ruuvi potrebbero attaccare da un momento all’altro. La collaborazione con qualunque forza estranea verrà punita severamente e immediatamente.»

Leia, in arresto? Han ignorò il resto del messaggio diffuso dalla testa scorporata, che continuava parlando di chiusura anticipata dei negozi e di zone della città nelle quali era proibito l’accesso. Era ovvio che gli Imperiali avevano paura di una reazione violenta da parte dei Bakurani.

Ma lui aveva una sua reazione violenta personale a cui dare inizio. Accelerò a manetta, borbottando: «Me la pagherai per questo, Nereus».

Ma come? Non sapeva nemmeno dov’era Leia.

Anche se lo speeder filtrava l’aria in ingresso, c’era odore di bruciato nella cabina. Atterrò con uno stridio di freni sul tetto del complesso Bakur e si gettò verso l’ascensore più vicino. Come prima, due soldati erano di guardia davanti ai loro appartamenti. I loro elmetti lo seguirono mentre Han entrava a passo di marcia. Probabilmente avevano intenzione di non lasciarlo più uscire.

3BO era all’interno e attendeva con infinita pazienza meccanica. «Generale Solo», esclamò. «Grazie al cielo è arrivato lei. La senatrice Captison mi ha riportato qui, ma ha portato C1 nel suo ufficio. Il suo bullone di costrizione...»

«Non ora. Trovami Leia.»

«Ma, generale, gli Ssi-ruuk stanno venendo a prendere padron Luke... e poi attaccheranno... immediatamente!»

«Lo sappiamo. Andrà tutto...» Han fermò di botto la sua corsa, nel bel mezzo del soggiorno. «Aspetta, che cosa vuoi dire con ‘attaccheranno’?»

«Entro un’ora. Dobbiamo...»

«Come fai... no. Dopo. Dov’è Leia?»

Il droide si raddrizzò in tutta la sua altezza. «Ci ha lasciato nell’ufficio del primo ministro Captison, con l’incarico di tradurre...»

«Lo so dove vi ha lasciato.» Han si mise a camminare vorticosamente per il soggiorno, rimbalzando di tanto in tanto contro un campo di repulsione. «Leia e Captison sono stati arrestati. Hai avvisato Luke dell’accaduto?»

«Ho cercato, signore, ma...»

«L’ho lasciato al posto di ristoro accanto alla piattaforma dodici. Inserisciti nel computer centrale. Scopri dove hanno portato Leia. E fallo ora!»

«Generale Solo, solo C1 è equipaggiato per effettuare un’interfaccia diretta. Io no.»

Han sentì il sangue salirgli alle guance. «Allora mettiti lì in piedi e premi quei maledetti pulsanti come un essere umano. È per questo che ti hanno costruito in quel modo.»

3BO barcollò fino al terminale principale. Han guardò quello che stava facendo da sopra le sue spalle per un po’, ma 3BO lavorava troppo in fretta. Allora controllò la carica dei suoi fulminatori ed esaminò il vibrocoltello. Guardò fuori della finestra e poi diede un’occhiata in camera di Leia. Era tutto in ordine. Non l’avevano rapita da qui, allora.

«Generale Solo.» La voce di 3BO gli arrivò attraverso tutto il soggiorno.

«Cosa?» Han si precipitò accanto al droide. «L’hai trovata? Hai trovato Luke?»

«Ho lasciato un messaggio per padron Luke presso il personale del centro ristoro, ma si sono dimostrati alquanto maleducati e ho qualche dubbio che sarà in grado di riceverlo. Ma la padrona Leia...»

«Quale area di detenzione? Dove?»

«Sembra che sia stata portata in una piccola installazione ai piedi delle montagne qui vicino. Una residenza privata, credo.»

«Dove si trova rispetto a qui? Fammi vedere.»

3BO trovò una mappa e la mostrò sullo schermo. Han prese nota della direzione e della località... Distava una ventina di minuti di speeder, uno speeder veloce, naturalmente. «Okay. Adesso mostramelo più da vicino.» 3BO cambiò videata. Una rete di sicurezza circondava un edificio a forma di «T» con un grande corridoio centrale e un’ampia area ricreativa. Dieci camini, tutti adatti allo scarico della combustione della legna: un posto dall’atmosfera molto all’antica, se non fosse stato per il parcheggio di speeder vicino all’angolo nord-est dell’area recintata. «Già», notò Han. «Casa di campagna, adatta alle spedizioni di caccia e alle feste private, scommetto. Riesci a entrare nei loro sistemi di sicurezza?»

3BO premette qualche altro tasto. «Credo di esserci riuscito, signore.»

«Spegnili tutti.»

3BO assunse una posa riflessiva, con una mano che gli toccava il mento. «Se posso permettermi, generale Solo, spegnere i sistemi di sicurezza metterà in allarme l’intera installazione.»

«Va bene. Chiudi qualunque cosa che li possa avvertire del mio arrivo. E scopri quante guardie ci sono laggiù.»

«Dieci.» 3BO toccò qualche altro tasto. «Sembra che le misure di sicurezza siano state mantenute al minimo. Se posso permettermi di speculare, direi che il governatore Nereus abbia intenzione di tenere la maggior parte delle sue guardie attorno a sé per tutta la durata dell’attuale crisi.»

«Ha tutta l’aria di un’altra trappola.» D’altra parte, forse Nereus semplicemente non voleva trovarsi l’Alleanza alla gola. Forse voleva solo liberarsi di Captison e in quanto a Leia, non vedeva l’ora di lavarsene le mani. Prima lasciava il suo pianeta, meglio era per lui.

O forse 3BO aveva ragione e si trovavano semplicemente davanti a un uomo spaventato. A volte ci voleva un codardo per scovarne un altro.

Estrasse il suo fulminatore e si diresse verso la porta a grandi passi. «Andiamo, ferraglia dorata, dobbiamo passare davanti a due guardie.»

«Signore! La prego, almeno questa volta, si prenda un minuto per pianificare le sue mosse! Minimizzi i suoi rischi!»

Han esitò. «Minimizzare i rischi? E come?»

«Invece di aprirsi la strada a colpi di fulminatore, signore, potrebbe impiegare qualche tipo di sotterfugio.»

«Che tipo di sotterfugio avevi in mente?»

Le dita metalliche di 3BO fecero un lieve rumore tintinnante quando si batté le mani sul petto. «Io non ho una grande facoltà immaginativa. Le sue energie creative, invece, potrebbero facilmente venire impiegate...»

«D’accordo, sta’ zitto, lasciami pensare.»

Passò in rassegna le risorse a sua disposizione. Due fulminatori, un vibrocoltello e 3BO.

Già. 3BO. Sempre che riuscissero a passare oltre le guardie della porta, c’era una cosa che Han avrebbe trovato davvero utile: un codificatore gerarchico che potesse aggirare i circuiti di sicurezza impostati per riconoscere le impronte digitali, retinali e vocali. Erano illegali quanto una gemma di fuoco di Lowickan e impossibili da fabbricare sulla maggior parte dei mondi, perché i circuiti gerarchici quasi dappertutto erano a prova di droide. «Hai proprio ragione», ammise, rivolto verso 3BO. Corse verso il sedile a repulsione più vicino, aprì il pannello di manutenzione ed estrasse il circuito gerarchico principale. «Ecco», ordinò. «Cancellami questo e imprimici sopra un codice imperiale di apertura. Li troverai nel computer principale.»

«Signore!» 3BO strillò con la voce terrorizzata che saliva vertiginosamente d’altezza. «Ci fonderanno tutti se oso contraffare...»

«Fallo», ringhiò Han. «In questo posto non hanno droidi e quindi non avranno nemmeno misure di sicurezza anti-droide. Dovrebbe essere facile come bere un bicchier d’acqua.»