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«Grazie del tuo invito», disse Luke con calma. «Ma preferisco restare qui. Chiedi ai tuoi padroni di sedersi. Parleremo.»

«Non possono sedere, amico mio. Saremmo onorati di accettare come ospite anche la tua amica. Ma dobbiamo affrettarci.» Gaeri sbiancò in volto quando lo Ssi-ruu azzurro avanzò, ma restò al suo posto. L’alieno tese una zampa dotata di artigli verso la sua spalla. Una cosa nera uscì dalle sue narici. Gaeri fece un verso di disgusto e alzò il fulminatore di Luke.

«Indietro», ordinò Luke. L’alieno voltò la testa. Un occhio nero, profondo, lo fissò. Le lingue nasali saettarono verso di lui. Luke incanalò l’energia della Forza nelle sue parole: «Lasciala stare». L’occhio sembrava vorticare come una tempesta di tenebra, attirando la sua attenzione, risucchiando la sua volontà. Era certo questo individuo, o uno come lui, che aveva soggiogato Dev Sibwarra.

Dev fischiò, rivolto all’alieno azzurro, un suono sorprendentemente simile ai pigolii di C1. La zampa del grosso Ssi-ruu azzurro cadde sulla spalla di Gaeri. Fischiò e schioccò il becco in una voce più bassa e modulata di quella di Dev, con una gamma più ampia e un tono più sonoro. «Dice che una compagnia femminile di certo ti sarà di conforto», tradusse Dev, «e sento che i tuoi sentimenti per lei sono profondi. Ti prego, chiedile di cooperare. Dobbiamo fare in fretta.»

C1 si scuoteva, ciangottando con furia elettrica. Luke si chiese che cosa stava dicendo agli Ssi-ruuk. Due soldati imperiali vennero avanti, bloccando a C1 la strada verso la porta.

Luke gridò ai soldati: «Non avete niente contro questa donna. È me che vogliono. Lasciate che se ne vada.»

«I Flautati la vogliono», osservò la voce di un soldato filtrata dal casco. «E questa volta i Flautati ottengono tutto quello che vogliono.»

Luke accese la spada laser e l’afferrò saldamente a due mani. «Non è detto.»

Dev indietreggiò. «Storditeli!» ordinò ai soldati.

Due fucili blaster si abbassarono su di lui, fori neri su uno sfondo di elmetti bianchi. Luke si accucciò e si voltò di lato, per presentare un bersaglio ridotto. «Stai giù!» Gaeri si buttò a terra. Non aveva usato il fulminatore. Meglio così: da quello che vedeva, avrebbe scatenato una tempesta di fuoco se l’avesse fatto. A quanto pareva, lo sapeva anche lei. Questo non era il suo elemento.

I soldati aprirono il fuoco da due direzioni perpendicolari. Luke si tese ancora di più nella Forza, affidandosi all’energia che fluiva attorno a lui. Sentì il suo corpo piroettare e la spada muoversi quasi da sola e avvertì il rimbombo di scariche di energia che si spegnevano sulle pareti sporche della sala. Si avvicinò, evitando i tavolini, verso un punto a metà strada fra i suoi avversari. Improvvisamente le scariche di energia cessarono, appena gli Imperiali si resero conto che stavano sparando l’uno sull’altro al di là di Luke.

Si tese nella Forza e toccò due menti ostili. Saltò.

Sotto di lui si incrociarono scariche bianco-azzurre di stordimento. Due soldati crollarono ciascuno su un suo lato. Luke tornò a girarsi verso gli alieni. Era lento e tardo: a quanto pareva risentiva ancora dell’attacco dell’imperatore. Tossì, poi prese fiato. «C1», urlò, «portala fuori di qui. Vai a cercare aiuto.»

C1 scivolò verso Gaeri. La donna si alzò sulle ginocchia e cominciò a strisciare verso la porta d’ingresso.

Dev Sibwarra allargò le braccia. «Amico Skywalker, le stai sottraendo una gioia incomparabile.»

«Preferisce la libertà.»

«Libertà?» Dev sollevò le sopracciglia. «Noi vi offriamo libertà dalla fame.» Indicò con un gesto una pila di piatti abbandonati su un tavolo, facendo alzare uno sciame d’insetti. «Dalla malattia, dal...» Luke avvertì un refluo di Forza sfiorargli il corpo. «Ah», esclamò Dev con voce che suonava autenticamente cordiale. «Allora è vero che il tuo intecnamento è già cominciato?»

Luke fece un passo indietro. «Che cosa?»

«La tua mano. Quella destra.»

Luke abbassò lo sguardo. Riparata a Endor, la mano prostetica sembrava di nuovo del tutto naturale. «Non è stata una mia scelta.»

«Ma non è forse migliore della mano naturale? Più forte, e immune dal dolore? Non capisci che stai cercando di rubare a tanti umani come te la vera vita, la vera felicità?» Dev si spostò verso il muro. Gli Ssi-ruuk si erano tolti le sacche. Ognuno ora teneva un oggetto a forma di paletta che Luke aveva già visto sporgere dalle loro bisacce. Quelli che gli erano parsi dei manici puntavano in avanti, mentre gli alieni le brandivano attraverso impugnature protette da una cocca.

Luke si spostò di lato. «Dev, avvertili che non posso stordirli con una spada laser. Se mi attaccano, dovrò ucciderli.»

«Non devi!» gridò Dev. «Se muoiono qui, lontano da un mondo consacrato, per loro sarà una tragedia eterna. Loro di certo non ti ucciderebbero se riuscissero a sconfiggerti. Prometti che tu non ucciderai loro.»

«No», insisté Luke. «Avvertili.»

Dev fischiò frenetico.

Gli alieni lo presero di mira. Gaeri era strisciata verso la porta, ma non era ancora abbastanza vicina. Se non li attaccava per primo, l’avrebbero catturata.

Era arrivato il momento di usare la Forza per la difesa. Per la difesa di Gaeri.

16

Uno degli alieni sollevò la sua paletta. Un sottile raggio argenteo uscì dall’estremità appuntita. Luke avanzò sicuro verso il raggio e lo colpì con la spada.

Non fu riflesso, ma solo leggermente deviato. Prima che potesse reagire il raggio lo investì. Lasciò sul suo torso una sensazione di leggero formicolio. Sollevato dal capire che non era successo niente di peggio, Luke afferrò meglio la spada laser. Il secondo alieno si spostò, uscendo dalla copertura fornita dal primo e aggiunse anche il suo raggio, puntato in basso verso le gambe. Il primo colpo non lo aveva ferito, ma un fecondo avrebbe potuto avere conseguenze diverse. Luke si spostò, riportando il secondo Ssi-ruu marrone dietro il primo. Uno dei raggi si interruppe. L’altro alieno imitò il suo movimento, avvicinandosi.

L’alieno azzurro si spostò di lato e proiettò un raggio attraverso tutto il corridoio centrale che divideva la stanza, confinando Luke in metà dello spazio precedente.

«No!» Gaeri si alzò sui gomiti e sparò all’alieno azzurro. Il suo colpo non andò a segno. L’alieno spostò il suo raggio su di lei. Una luce argentea illuminò la sua gola. Gaeri emise un grido strozzato, poi crollò a terra e rimase immobile.

Luke attaccò il piccolo alieno marrone con la «V» nera sulla fronte e abbatté la spada laser sulla sua arma misteriosa. Lo Ssi-ruu perse la zampa anteriore assieme al proiettore a forma di paletta. Fischiando selvaggiamente si girò e si allontanò da Luke.

«No!» Dev si tormentava le mani. «Non fargli del male!»

«Che cosa ha fatto a Gaeriel?»

«Non le è successo niente. Si rimetterà.»

Però per ora non si muoveva. Se Luke non li uccideva o disarmava tutti, l’avrebbero rapita. Il più grande dei due esseri marroni gli si avvicinò a passo di marcia, con le colossali zampe che si muovevano come pistoni giganteschi. Anche se Luke fosse riuscito a distruggere la sua arma, l’alieno avrebbe potuto calpestare lui o Gaeri a morte. Luke gettò la spada laser in aria facendole descrivere un ampio cerchio. Il grosso Ssi-ruu marrone cadde a terra decapitato mentre la spada tornava alla mano di Luke. «Fermati!» Piangendo, Dev corse verso l’alieno caduto.

L’alieno azzurro diresse di nuovo il suo raggio verso Luke... o meglio, verso il punto dov’era un momento prima. Luke saltò sopra il raggio, tese una mano e cercò di strappare l’arma all’alieno.

Così facendo tirò a sé la sua zampa. Il raggio incrociò la sommità della gamba destra di Luke.

Improvvisamente la sentì cedere sotto di sé, insensibile. Barcollando, Luke cercò di saltare all’indietro. Lottò per riacquistare l’equilibrio, per riprendere il controllo della Forza. Le loro armi facevano impazzire le terminazioni dei centri nervosi, dunque. Probabilmente Gaeriel era ancora cosciente. «C1, portala fuori di qui!» urlò.