«E uno anche di qua... no, tre!»
Erano circondati. «Allora era davvero una trappola.» Han fece una smorfia. «Così possono abbatterci e liberarsi di noi una volta per tutte.»
«Mentre tentiamo la fuga», assentì Leia.
«Tieniti forte!» Han girò lo speeder verso le colline, descrivendo una curva diabolicamente stretta. Due altri veicoli imperiali comparvero davanti a loro. Han tirò una leva che comandava l’altitudine, salendo e contemporaneamente girando. Leia si girò sul sedile e sparò a uno degli speeder. Si sentiva come un animale braccato con il branco di cani che si avvicina sempre di più e niente con cui difendersi tranne le unghie e i denti.
Lo stomaco le fece una giravolta dentro mentre Han rovesciava lo speeder al termine della curva. «Niente da fare», urlò. «Hanno dei modelli militari.» Una cosa luccicante e rumorosa, una striscia di energia proveniente da un cannone laser, gli passò vicino a tribordo.
Perdendo altitudine con velocità spaventosa, Han guidò lo speeder verso gli alberi. «Quando dico salta, salta. Nasconditi dietro le rocce o...»
«Han!» gridò lei. «Arrivano i rinforzi!» Un paio di minuscole sagome a forma di X scesero dalle rade nuvole nel cielo azzurro. Un caccia Ala-X aveva il doppio della velocità e potenza di fuoco di quegli speeder terrestri...
Immediatamente Han riprese altitudine. «Appena li vedranno...»
E infatti, un attimo dopo gli Imperiali erano spariti. «Vorrei che avessimo un comlink», borbottò Leia. «Sembra quasi che qualcuno li abbia mandati da noi. Luke?»
«Non mi sorprenderebbe affatto», borbottò Han. Seguì l’affluente fino a uno dei grandi fiumi. Un caccia Ala-X si mise in posizione a ore tre rispetto a lui, l’altro a ore nove, più in alto.
Leia salutò con la mano. Dentro l’abitacolo, una mano snella guantata di nero rispose al saluto.
La loro scorta sembrava fuori posto, incongrua, qui vicino a una verde superficie planetaria. Leia ripensò a Yavin e alla base dei Ribelli nascosta nella boscaglia dove aveva atteso che la prima Morte Nera li attaccasse e li distruggesse.
Dove il fiume si incurvava verso sud-est, a nord di Salis D’aar, entrambi i caccia risalirono verso lo spazio. «Non vogliono essere visti vicino alla città», osservò Leia. «I Bakurani si metterebbero in allarme.»
«Mi fa piacere che da qualche parte c’è qualcuno con un po’ di cervello», rispose Han.
Grazie, Luke. Era solo un’ipotesi, ma Leia si sentiva sicura che fosse stato lui.
«La rotta più breve per raggiungere il Falcon è attraversare la città», comunicò Han. «Se i locali cercano di fermarci per violazione del coprifuoco, giuro che gliela farò vedere.»
La viabilità di superficie di Salis D’aar, compreso il ponte sospeso che collegava l’estrusione di quarzo bianco su cui sorgeva la città con la sponda occidentale del fiume, era bloccata da veicoli in lento movimento: probabilmente intere famiglie che scappavano con tutte le loro proprietà terrene verso le montagne, coprifuoco o non coprifuoco. Leia avrebbe voluto avere il tempo di fermarsi al complesso. Le piangeva il cuore al pensiero di lasciarsi dietro il braccialetto degli Ewok, ma non valeva la pena di rischiare la vita per andare a prenderlo.
Incontrarono poco traffico aereo. «Tutti quelli che potevano andarsene volando l’hanno già fatto», concluse Han.
«Dove sono i droidi?»
«C1 probabilmente è ancora nell’ufficio di Captison.» Poi spiegò cosa aveva fatto con 3BO.
Leia rise, immaginandosi l’arrivo del droide al Falcon. «Spero solo che Chewie non gli abbia sparato prima che potesse aprire bocca.»
«Aveva un comlink. Sono sicura che ha saputo cavarsela.»
Nuvolette grigie, residuo di centinaia di decolli, costellavano tutto lo spazioporto. Han guidò a velocità da brivido in mezzo al fumo e atterrò praticamente sopra il Falcon. Non c’era nessuno a sorvegliarlo a parte un solitario Wookiee. «Dov’è 3BO?» domandò Leia.
Chewbacca sbuffò e ringhiò. «Cosa hai fatto?» replicò Han. «Chewie, ma dovevamo trasferire il suo programma di traduzione della lingua dei Flautati nel computer del Falcon!»
Chewbacca ululò in tono di scusa.
«Già, avrei dovuto. Be’, cerca di rimetterlo a posto.»
Ah, allora Chewie gli aveva davvero sparato prima di lasciarlo parlare. Be’, era troppo tardi per poterci fare qualcosa. Leia corse su per la rampa dietro Chewbacca. «Spero che abbiate fatto rifornimento», esclamò cadendo nel sedile dall’alto schienale.
Chewbacca ruggì. «Ha il serbatoio pieno ed è pronto a viaggiare fin dentro il cuore», tradusse Han mentre entrava nella cabina di pilotaggio zoppicando. «Fai quello che puoi con 3BO, Chewie. Leia, allaccia le cinture.»
Il sedile di Leia cominciò a vibrare. I motori cominciarono a ruggire.
«Un momento, Chewie! Hai fatto delle modifiche?» gridò Han.
Il suo copilota rispose con un guaito proveniente dal retro.
«Oh.» La voce di Han sembrava apprezzare. «Sì, quello farà comodo. E dove lo hai sistemato?»
Chewie riapparve nel corridoio, ruotò gli occhi verso pannelli superiori, e poi rispose.
«Hai tagliato fuori che cosa?»
«E adesso che c’è?» chiese Leia.
«Ah, lui ha convinto un tecnico bakurano a fornirci dell’altra potenza per i deflettori di energia, ma con questo ha sovraccaricato il moltiplicatore dell’iperguida. Appena saremo fuori di qui», insisté, puntando un dito contro Chewie, «quello ritorna a essere sistemato secondo le specifiche. Le mie specifiche.»
Tutto quello che Leia chiedeva, ora, era la massima velocità a propulsione normale. «Il Falcon è quasi pronto», annunciò con voce secca. «Muoviamoci.»
17
«Ora la gamba sinistra.»
Gaeriel obbediente, agitò le dita del piede sinistro.
Il medico imperiale si accigliò, inclinò indietro la testa di Gaeri spingendola con inesorabile gentilezza professionale e riesaminò la leggera bruciatura che attraversava la sua gola. «Mi sembra che sia qualche tipo di ionizzazione del sistema nervoso, dall’aspetto. O almeno questo è quello che scriverò nel mio rapporto.»
Gaeriel tossì. «Posso andare, ora?»
«No, mi dispiace. Ci hanno chiesto di tenerla qui ancora un po’ in osservazione.»
«Che cosa sta succedendo? Ho sentito una sirena.»
«Hanno colpito la stazione orbitale.»
Dunque era cominciata. Gaeriel si guardò attorno nella stanza spoglia. Quattro pareti bianche, un alto soffitto, nessuna finestra, una porta. La pattuglia d’emergenza l’aveva riportata al complesso distesa su una barella a repulsione. Prima di allora, il suo ricordo più vivido era di Luke che avanzava verso quattro assaltatori. Poi l’allarme della difesa civile. Poi il droide l’aveva trascinata fuori verso la sicurezza e lei era rimasta distesa per un tempo apparentemente infinito, fino a che la pattuglia di emergenza non aveva raggiunto il posto di ristoro. A quel punto, Skywalker e gli Ssi-ruuk erano scomparsi dentro la navetta imperiale... e lei riusciva di nuovo a muoversi.
Ma era finita, l’umanità era condannata. Avevano preso Luke. Non riusciva a immaginare neppure un Jedi che potesse essere abbastanza forte da resistere da solo contro tutti loro... qualunque cosa sperassero di fare con lui. Avrebbero forse tentato di trasformarlo in un superdroide? Poteva anche darsi che fallissero.
Ma anche se ci fossero riusciti, lei avrebbe preferito morire qui su Bakura che come prigioniera degli Ssi-ruuk. La sua depressione si trasformò in risolutezza. Niente e nessuno ormai poteva minacciarla.
Il medico uscì. Gaeri scivolò dal lettino e zoppicò fino alla porta. I suoi muscoli sembravano tutti funzionare di nuovo, ma fra le intenzioni e il movimento che seguiva passava uno scomodo intervallo. Toccò il pannello sensore della porta.
Sbarrato.
Non potevano avere intenzione di trattenerla lì a lungo. La stanza non aveva neppure... Adesso che si era fatta venire in mente i servizi, avrebbe preferito non averci mai pensato. Ripensò a Eppie, che stava conducendo una rivoluzione da una tastiera nel suo squallido appartamento. Avrebbe fatto in tempo? Il complesso Bakur si estendeva attraverso tutto il cuore di Salis D’aar, con dozzine di entrate diverse: come pensava di riuscire a controllarlo... ma davvero era questo che aveva intenzione di fare? In fondo, tutto quello che aveva bisogno di controllare era Wilek Nereus. Il comandante Thanas e le forze spaziali avevano già lasciato il pianeta, impegnate nella difesa di Bakura...