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«Ci avrebbe assassinato nello stesso istante in cui avessimo cominciato a ignorarlo. Adesso abbiamo un paio di minuti, usiamoli!»

«Attenti», urlò una voce sconosciuta nell’orecchio destro di Han. Han aumentò l’energia nei deflettori di dritta. Le forze combinate dei Ribelli e degli Imperiali erano quasi riuscite a chiudere un arco attorno a due degli incrociatori alieni, ma gli Ssi-ruuk opponevano una strenue resistenza. Lo spazio nero era illuminato dalle scintille che rimbalzavano sulle navi, sugli scudi, mentre la potenza di fuoco degli Ssi-ruuk si concentrava sulle navi ribelli che occupavano tutti i punti chiave dell’attacco... proprio come lui aveva previsto.

«Dominarti a Falcon. Chiudete quel varco a zero-due-due.»

La Dominant aveva sconfitto tutti i suoi attaccanti, ma ora andava alla deriva verso dritta. Han sorrise, la sua ipotesi era che i razzi laterali del grosso incrociatore avevano ceduto di nuovo. Forse Luke avrebbe potuto essere in salvo ancora per un po’ di tempo. Voltò la sua nave verso il nord solare. Il varco in questione era abbastanza grande da farci passare uno Star Destroyer. «Ce l’abbiamo», rispose al comandante Thanas. «Gruppo rosso, e tutti voi. Seguitemi.»

Dietro il Falcon, come uno stormo d’anatre, quattro caccia Ala-X e cinque caccia TIE si erano messi in formazione. Ognuna delle due formazioni si teneva rigorosamente dalla sua parte del Falcon.

«Dominant», arrivò una voce dal canale imperiale, «stanno contrattaccando! Troppa potenza di fuoco alla mia...»

Silenzio. Han fece schioccare le dita. Se c’era una cosa che odiava era quando un ragazzo ci rimetteva le penne. Ma mentre le perdite aumentavano, erano soprattutto le navi ssi-ruuvi a sparire. Le forze umane non sarebbero state sconfitte facilmente.

Qualcosa colpì un vascello di pattuglia imperiale. «Falcon a Digit Six. State tutti bene?» Il pattugliatore non rispose. Oscillando paurosamente, accelerò per buttarsi contro il piccolo incrociatore alieno. Un’ora dopo, Han stava ancora evitando i residui della collisione e si sentiva molto prossimo all’esaurimento di tutte le sue energie. Thanas era duro con i suoi piloti, ma la battaglia ormai era sua.

Un sensore si accese. Fra le navi ssi-ruuvi era appena cominciato a passare un massiccio flusso di comunicazioni. Han attivò il programma di traduzione di 3BO su uno degli schermi secondari. Con in mano la copia del programma di Captison, il comandante Thanas probabilmente si aspettava di conoscere il momento esatto in cui il comandante alieno avrebbe comandato la ritirata... ma si aspettava anche che gli alleati non lo avrebbero saputo.

Lo schermo secondario di Han lampeggiava con un unico messaggio, ripetuto all’infinito dalla nave di comando ssi-ruuvi. «Disimpegnatevi, ritirata. Disimpegnatevi, ritirata. Disimpegnatevi...»

Han colpì freneticamente i suoi pannelli di comando, tagliando le navi imperiali dai suoi canali di trasmissione. «Navi ribelli», ordinò, «i Flautati si stanno ritirando. Mettete i deflettori al massimo... e tenete d’occhio gli Imperiali. A tutti i capi squadriglia, allontanate le vostre navi dai caccia imperiali. Manchisco, sei a portata della Dominant. Allontanati!»

«Si stanno ritirando? E Luke?» esclamò Leia. «È ancora a bordo? Non possiamo sparare su quell’incrociatore.»

Han dirottò tutta la sua energia dalle armi ai deflettori. «E noi qui che non possiamo sparare agli Imperiali per primi.» Un contrabbandiere con una coscienza non aveva un gran futuro davanti. A quanto pareva, l’Alleanza se lo doveva tenere. «Non sappiamo chi è ai comandi dell’incrociatore di Luke», aggiunse. «E comunque, ci sono ancora quattro navi vedetta che gli viaggiano vicino.» Era l’unica grossa nave ssi-ruuvi che non si stava ritirando. Per il resto, dappertutto davanti a lui, le navi dalla forma strana si stavano rimpicciolendo.

Il Falcon tremò dalle lampade ioniche all’iperguida. Han balzò indietro dai suoi controlli temporaneamente ionizzati. Alle sue orecchie risonò un ringhio di Chewbacca. Nel campo di stelle davanti a lui ci fu un lampo di fuoco: un secondo colpo della Dominarli. Han sbatté le palpebre. «Flurry?» urlò. «Manchisco? Manchisco, mi senti?»

Ma la Flurry era ormai soltanto scariche elettriche e rottami. «L’hanno presa», esclamò Han. Il nostro unico incrociatore. Cieli liberi per te, Manchisco. Scosse un pugno in aria in direzione di Thanas e ringraziò mentalmente Chewie per avere convinto quei tecnici bakurani ad aggiungere potenza ai deflettori del Falcon. Se avesse potuto, avrebbe distrutto lui stesso la Dominant, se avesse potuto e se la sua coscienza, laggiù alla torretta quadrinata inferiore, l’avesse lasciato sparare per primo.

Leia sembrò di nuovo parlare all’interno del suo cranio. «Be’, generale, adesso sei tu al comando.»

Han riaprì la frequenza di comando. «Grazie di niente, Thanas», urlò. Poi passò alla frequenza intersquadriglia. «Ecco! Avete visto tutti. L’Impero ha appena violato la tregua. Siamo di nuovo in guerra, noi contro loro. Ricordatevi della Morte Nera. Entrate in formazione dietro il Falcon.»

«Falcon, qui capo Rosso. Siamo a circa mille kappa da te e abbiamo caccia TIE su tutti i nostri schermi.»

«Be’ , sparategli, allora», abbaiò Han. «Wedge, dove sei?»

Il più grosso degli incrociatori ssi-ruuvi rotolava su se stesso con una traiettoria irregolare, ancora difeso dalle navi vedetta. Han non riusciva a immaginare come avrebbe potuto difendere Luke... o anche solo se osava farlo. Luke poteva aver fatto scappare l’intero equipaggio, ma non era detto. E di certo non era lui al comando di quelle quattro navi vedetta.

Nel frattempo, un altro grosso incrociatore a forma di uovo si stava girando laboriosamente. Un terzo fece un salto nell’iperspazio troppo velocemente perché fosse stato preceduto da alcun calcolo, in una fuga cieca.

«Dietro il pianeta rispetto a te. O almeno lo ero», rispose la voce di Wedge. «Ti ho sentito appena. Aspetta...» Dopo un paio di secondi, parlò di nuovo: «C’è un sacco di attività TIE a otto-nove-due-due. Forse dovresti controllare che cosa stanno combinando.»

«E la Dominanti» esclamò Leia. «Vai dall’altra parte!»

Han sentì un mal di testa che si trasformava in un incubo mentre Thanas distruggeva una dopo l’altra le squadriglie ribelli e lui lentamente radunava i sopravvissuti in una doppia squadriglia piena di buchi. Lanciò un’occhiata all’incrociatore ssi-ruuvi che rotolava su se stesso. «Leia? Di’ a Luke che qua fuori ci sono dei guai seri.»

«Ci proverò!»

19

Gaeriel lasciò andare un urlo di vittoria mentre la flotta ssi-ruuvi si voltava e fuggiva, ma nell’arco di un minuto, tutti i puntini d’argento che rappresentavano le navi alleate sulla proiezione olografica del governatore Nereus divennero rosse. Una per una, cominciarono a svanire. Gaeriel si lasciò sfuggire un’esclamazione di sorpresa e balzò dalla sua sedia. «Non possono farlo!»

Wilek Nereus si stava rotolando fra le dita pesanti il gambo del calice pieno di nettare. «Che cosa non possono fare, senatrice?»

«Rivoltarsi contro... attaccare... i Ribelli!» Non solo ma doveva presumere che gli Ssi-ruuk in ritirata avevano ancora Luke come prigioniero, e che il giovane Jedi stava morendo e ancora non lo sapeva. Gaeriel trasse un profondo respiro, sperando che il suo tentativo di calmarsi avesse l’aspetto di una pausa deliberata. «Signore», ricominciò, «a nome del mio collegio elettorale, desidero presentare una formale protesta circa il comportamento delle forze armate, che devo presumere sia inerente ai suoi ordini. I piloti dell’Alleanza hanno rischiato le loro vite, alcuni di loro hanno donato le loro vite, per aiutarci a respingere gli Ssi-ruuk. È questa la nostra gratitudine?»