«Il tuo collegio elettorale?» Il leggero sorriso del governatore Nereus sollevava soltanto i bordi delle sue labbra effeminate. «Ti sei già messa in contatto con loro? Qualcuno ti ha dato lezioni di telepatia?»
Gaeriel ignorò l’accusa implicita e ripetuta di collaborazionismo e strinse i denti. «La mia gente è grata ai Ribelli per l’assistenza che ci hanno dato. Non vorrebbero vederci...»
Un comlink suonò. ««Sì?» chiese Nereus.
«Signore, i nostri sensori mostrano una trentina di persone raccolte all’incrocio fra il Decimo Circolo e la Strada Alta. Sembra che altra gente si stia unendo all’assembramento.»
«E mi disturbate per questo? Disperdeteli», scattò Nereus. Di nuovo Gaeri notò nelle sue dita un tremore che venne subito soppresso. Il governatore Nereus chiuse la trasmissione e prese un sorso dal suo calice. «L’assistenza dei Ribelli è ormai cosa del passato. Adesso dobbiamo pensare al futuro. Che cosa capiterebbe a Bakura se il comando imperiale venisse a sapere che abbiamo accettato dell’aiuto dalle forze ribelli?»
Gaeri serrò le mascelle. Eppie Belden stava conducendo Bakura alla ribellione, preparando i civili al ritorno delle truppe. In quanto a lei, non doveva più pensare a Luke... anche se, forse, se lo avesse aiutato invece che ostacolarlo, Bakura avrebbe già potuto essere libera dal giogo imperiale.
Ma come avrebbe potuto Bakura respingere gli Ssi-ruuk senza le risorse sia dei Ribelli sia dell’Impero? Quale scherzo crudele le aveva giocato il destino?
Nereus raccolse il suo cristallo sfaccettato con all’interno i due denti umani. «Mia cara, non hai ancora assaggiato il tuo nettare.»
Gaeri si chiese se si trattava di una minaccia. «Mi fa male la gola.»
«Ah, capisco. Non deve essere stato gradevole. Ti faccio le mie scuse. Non eri tu l’ospite predestinato.»
«Ma c’è qualcosa che non...» ti abbasseresti a fare, pensò Gaeri, ma si corresse in: «farebbe, per l’Impero?»
«Tu hai sempre sostenuto la presenza imperiale. Ti ho sentito parlare in modo molto eloquente dei benefici che provengono a Bakura dalla sua affiliazione all’Impero.»
«Sì, ne ho dette di cose del genere. Ho imparato bene a parlare la vostra lingua.» La lingua del tradimento.
«Ti ricordo che la tua educazione cosmopolita è stata pagata dall’Impero.»
«Cose per cui io e la mia famiglia l’abbiamo già ripetutamente ringraziata.»
«È un debito che tu non hai nemmeno cominciato a ripagare. Ora che ho avuto tempo per pensarci, sono sicuro che troverò un ruolo per te nel mio staff personale.» I suoi occhi si strinsero fino a diventare due fessure.
Se la rivolta di Eppie avesse avuto successo, quella sarebbe stata una minaccia a vuoto. Ma se la rivoluzione non aveva successo, però, Gaeriel avrebbe potuto servire Bakura sotto la copertura di un’uniforme imperiale. Che cosa aveva dovuto sopportare Leia Organa, ai tempi in cui era una senatrice imperiale?
Il governatore Nereus studiò l’ologramma dello spazio circostante Bakura, sorridendo. Ora i puntini rossi delle navi ribelli che «minacciavano» il sistema erano notevolmente diminuiti di numero.
«Ha ordinato al comandante Thanas di ucciderli tutti?» chiese Gaeriel amaramente.
Nereus spazzò via dalla sua scrivania d’avorio un pulviscolo che lei non riusciva a vedere, e che forse era solo immaginario. «Sì. Per il bene del tuo popolo. In quanto al comandante Skywalker, quella è un’altra faccenda. A questo punto le larve avranno cominciato a migrare. Hanno bisogno di un’abbondante provvista di sangue per superare lo stadio di pupa e l’aorta corre comodamente vicino ai tubi bronchiali. Non temere, non soffrirà a lungo. È un soggetto in eccellenti condizioni fisiche. Credo proprio che gli alieni lo porteranno con sé nella loro ritirata. Credo che conserveranno il suo corpo almeno per un giorno, il che darà tempo alle Tricoidi adulte di emergere e di infestare gli Ssi-ruuk. Le Tricoidi non vivono a lungo, ma sopravvivono grazie alla loro capacità di riprodursi in gran numero. Siamo liberi dalla minaccia dell’intecnamento, Gaeriel. Tu e il tuo collegio elettorale dovreste ringraziarmi.»
Niente, né la sua abitudine alla diplomazia, né la sua paura di Wilek Nereus e nemmeno il fatto di essere stata salvata dall’intecnamento, avrebbe mai potuto convincerla a ringraziarlo per aver assassinato in questo modo Luke Skywalker. E la senatrice Organa, e tutti i ribelli che erano venuti ad aiutare Bakura. Una volta che Bakura avesse capito che cos’era successo, il governatore Nereus avrebbe avuto bisogno di un’intera legione imperiale per soffocare la ribellione che ne sarebbe seguita... e grazie all’Alleanza non ci sarebbe stata nelle vicinanze una legione a cui fare appello. Avrebbe dovuto provare una sensazione di trionfo.
Invece la disperazione e un senso di vuoto la facevano rabbrividire. Luke l’aveva salvata dagli Ssi-ruuk e dal loro servo umano, ma non aveva più la possibilità di ringraziarlo o ricambiarlo. L’Equilibrio della sua vita sarebbe stato turbato per sempre, senza possibilità di riparazione. Gaeri strinse il suo pendente fra le mani e cercò di pensare alle tragedie che li aspettavano: una guerra civile, lunga e sanguinosa, le vite dei cittadini di Bakura contro la tecnologia avanzata dell’Impero, a meno che... forse... lei ed Eppie potessero liberare Bakura da Wilek Nereus. Indurì la sua anima e decise che doveva restare con lui e sperare che le desse la possibilità di fare qualcosa.
Han non aveva bisogno dello schema offensivo di un incrociatore per sapere che stavano perdendo. Era riuscito a raccogliere diversi caccia Ala-X e un caccia Ala-A in una formazione abbastanza efficiente, ma, per quanto lui e il suo equipaggio fossero bravi nell’usare le armi del Falcon, il comandante Thanas gli stava chiudendo intorno, uno spicchio alla volta, una classica sfera di inglobamento. Navi pattuglia e caccia TIE li minacciavano da tutte le direzioni, trascinando i Ribelli fuori dalla zona in cui la Dominant era cieca e conducendoli entro la portata del suo raggio traente. Anche se l’ammiraglia danneggiata del comandante Thanas stava ormai andando alla deriva, potendo contare solo sui razzi secondari, le sue batterie di turbolaser erano già puntate contro il Falcon. Le batterie che davano potenza ai loro deflettori erano quasi esaurite. Tutto quello che Han poteva fare era di spegnere tutti i sistemi e lasciare che si ricaricassero.
«Va bene, Leia», disse attraverso il comlink. «Ammettilo. Quel ‘brutto presentimento’ che hai avuto proveniva dal lato più furbo della Forza.» Fece una finta verso un caccia TIE, ma suo fratello maggiore, un pattugliatore dai fianchi sfregiati dai residui di carbonio, si mise sul suo vettore. Han indietreggiò. «A meno che qualcuno non abbia un’idea brillante, e in fretta, siamo tutti morti... ognuno, e ciascuna nave in questa forza d’attacco.»
Leia rispose dalla torretta inferiore: «Ci dev’essere qualcosa che avremmo potuto fare». Il cannone quadrinato rilasciava scariche di energia sempre più deboli. «Qualche modo in cui avremmo potuto...»
«È con degli Imperiali che abbiamo a che fare. Chiunque sia abbastanza in alto da dare ordini, in quelle navi là, è interessato a una sola cosa: vincere a ogni costo.»
«Stiamo cominciando a non considerare più Luke un fattore di quest’equazione», insisté Leia.
«Forse non lo è più», rispose Han, con voce pacata. «Il vettore di deriva di Thanas lo sta portando da un momento all’altro proprio accanto a quell’incrociatore ssi-ruuvi.»
Dalla torretta superiore, Chewie ruggì tutta la sua rabbia.
Qualcosa nello schema che si trovava di fronte a lui gli riportò alla memoria un tavolo da gioco di tanto tempo fa, in un posto molto, molto lontano. Un’idea brillante... «Ma se potessimo prendere la Dominant, i nostri caccia potrebbero essere in grado di sfuggire l’accerchiamento e disperdersi.»