«Signore?» Il pilota di Thanas alzò lo sguardo, preoccupato. «C’è qualcosa che non va?»
Pter Thanas sbatté le palpebre. Per qualche ragione, l’immagine di Luke Skywalker aveva attraversato i suoi pensieri. Scosse la testa, sforzandosi di dimenticarla, e prese la sua difficile decisione. Doveva distruggere la minaccia del contagio, a qualunque costo per lui e per la nave.
Con un gesto deciso spinse in avanti la leva della velocità.
Leia si chinò verso Han. «Un bacio per la buona fortuna?» chiese.
«Certo.» Le sue labbra sarebbero state l’ultima cosa che avrebbe sentito.
Stava per toccarle quando Leia si tirò indietro di colpo. Luke!» esclamò. Chewbacca lanciò un ruggito di allarme.
«Che cosa, Chewie?» Han si girò di scatto verso i sensori frontali. Secondo quegli schermi, la Dominant si stava buttando in avanti con una rapidità irrazionale. «Dobbiamo essere stati colpiti di nuovo», esclamò. «Abbiamo ancora i sensori ionizzati.»
Chewie ululò: cambia rotta!
Han reinserì l’intero sistema dei sensori, poi afferrò i controlli generali. La cabina di pilotaggio del Falcon passò tanto vicina al pattugliatore che entrambe le antenne laterali delle due navi vennero divelle.
«A tutte le squadriglie, seguiteci!» urlò. «C’è un varco nel blocco!» Si voltò per parlare a Leia: «Porteremo in salvo le navi ribelli, poi torneremo indietro per finire la Dominant».
Leia non rispose.
Leia aveva appoggiato la testa contro il sedile e si stava concentrando sul proprio respiro. Aveva sentito l’improvviso allarme di Luke e il suo sforzo, e ora era paralizzata dalla sua debolezza.
Han gridò nel microfono: «Gruppo Rosso, gruppo Oro, chiudete la formazione. Stanno mettendosi fra di noi!»
Sul visore, le forze imperiali si stavano muovendo. Più in là, dietro di loro, quattro caccia Ala-X e un Ala-A non riuscirono ad attraversare il varco prima che si chiudesse. Leia non riusciva più a mettere a fuoco il suo sguardo. «Dov’è il pattugliatore che volevamo speronare?» chiese. Le mani le tremavano.
«Circa dieci chilometri alla nostra dritta.»
Chewie lanciò un urlo pieno di esultanza.
Luke ? Leia afferrò i braccioli. Che cosa ti sta succedendo ?
Luke si coprì gli occhi che si riempivano di lacrime e trasse diversi respiri superficiali. Lo irritava terribilmente sapere che a Thanas non importava chi avrebbe vinto. Avrebbe volentieri spazzato via Pter Thanas con tutta la sua forza dall’universo. E lo stesso dicasi degli Ssi-ruuk. Sì, stava perdendo il controllo. Non gli importava più di niente. Tutto quello che voleva era smettere di tossire.
La Dominant continuava ad avvicinarsi, crescendo visibilmente in grandezza sul visore.
«Dev, quest’incrociatore è armato?»
«Penso di sì.» Dev tese una mano verso di lui.
«Trova...» Di nuovo la tosse lo scosse. «Trova la stazione di battaglia.» Luke lasciò che Dev lo aiutasse ad alzarsi in piedi.
«Stai bene?»
Luke non stava bene per niente. Si sentiva in bilico, pericolosamente vicino al lato oscuro, ma nemmeno di quello sembrava importargli molto. Lasciami stare, Yoda. «Ho bisogno di una maschera a ossigeno.»
«Le loro non ti andrebbero bene.»
«Lo so. Devo cercare di fare qualcosa.» Aveva appena l’energia necessaria a concentrare di nuovo la sua attenzione e riconquistare il controllo. Una forza pari alla sua rabbia sgorgò dal suo cuore, scura e potente.
Respirando affannosamente, gettò da parte quell’energia. Nella sala del trono dell’imperatore, aveva toccato il potere del lato oscuro. Avrebbe potuto distruggere Darth Vader... condividere il trono, dominare la galassia... ed essere distrutto con la seconda Morte Nera, se non avesse gettato via la sua spada laser. Adesso stava forse per vendersi per una tentazione tanto minore?
Guardò fuori dal visore. La Dominant aveva appena distrutto un altro caccia Ala-X. Mi fidavo di te, Thanas, mi fidavo di te. Aveva avuto delle grandi speranze per quell’uomo. Aveva forse sbagliato a leggere il suo carattere nella Forza? In quanto a Leia e Han potevano essere sfuggiti alla morte per il momento, ma finché i banchi di energia del Falcon non si ricaricavano, non potevano andare lontano. Toccava a lui salvarli.
E avrebbe potuto salvarli facilmente, se...
Ci saranno sempre quelli che sono forti per il male. Si ricordò delle parole che aveva detto a Gaeri. E più forte diventi, più cresce la tentazione.
Da sopra di lui, su un altro ponte, delle presenze aliene attirarono improvvisamente la sua attenzione.
«Ho trovato le armi!» gridò Dev.
Luke si liberò della paura e del desiderio e si rilassò di nuovo nella Forza, ignorando volontariamente quel canto di sirena che lo chiamava a una forza veloce e a un potere irresistibile. Aveva rinunciato all’oscurità. Quello, non Thanas, era il nemico; ed era dentro di lui che viveva. Raggiunse Dev. «Puoi mostrarmi uno schema della battaglia?»
«Posso provare.» Dev si spostò a un’altra stazione e cominciò a premere pulsanti. «Credo di avere assunto il controllo di un cannone ionico. Prova a puntarlo con quella ruota. Sbrigati.»
Luke guardò il visore sopra di sé. La Dominant sarebbe stata a portata di fuoco nel giro di pochi minuti. «Proviamo a vedere che portata abbiamo.» Voltò i suoi comandi in modo da fronteggiare lo schema di battaglia di Dev. «Primo bersaglio.» Girò la ruota di puntamento e sparò. Sullo schermo di Dev non accadde niente. Si rilassò ancora di più nella Forza e sparò.
«Ecco!» Dev indicò una traccia di energia luminosa fra i detriti della battaglia.
«Lo vedo.» Ora un po’ più a sinistra, allargare il raggio, e...
Una delle tre navi vedetta di guardia alla Shriwirr implose. Le altre due ruppero la formazione e rimpicciolirono fino a ridursi a due puntini di luce in lontananza.
Ora tutto si riduceva all’autodifesa: un duello fra incrociatori danneggiati...
Sopra di lui si udirono dei rumori. Luke si buttò di lato e accese la spada laser. Uno Ssi-ruu marrone e tre P’w’eck, ciascuno armato di un proiettore ionico, atterrarono sul ponte. Senza fermarsi a pensare, Luke cominciò a menare fendenti con la spada impugnata con entrambe le mani.
Dev indietreggiò incespicando. «Padrone!» urlò.
Firwirrung si allontanò dal Jedi e agitò verso di lui il moncherino. «Traditore!» cantò. «Traditore di tutto quello che tenevi più caro!»
Dev aveva puntato il fulminatore sottratto al P’w’eck che aveva ucciso, ma non riusciva a sparare contro Firwirrung. Avevano diviso la stessa tavola, aveva dormito nel nido di Firwirrung, come un animale domestico ai piedi del padrone. Gli occhi gli si riempirono di lacrime. Che cosa doveva fare?
«Traditore!» urlò Firwirrung. «Bestia ingrata!» Impugnando il proiettore ionico con la mano sbagliata, lo Ssi-ruu spazzò con un colpo spietato e accurato le spalle di Dev.
Dev si afflosciò. Cadde sulla schiena, pentendosi amaramente del suo momento di debolezza. Troppo tardi, troppo tardi. Tese il collo, che era l’unica cosa che poteva fare. Lo Ssi-ruu piroettò verso Luke. «Attento!» urlò Dev.
Di nuovo, i pensieri di Luke stavano per tradirlo. Il tuo odio ti ha reso potente, disse la voce rotta dell’imperatore, come una ragnatela che ancora infestava la sua memoria.
Aveva bisogno di potere... e ne aveva bisogno adesso. Muovendo la sua spada alla cieca, uccise il terzo e ultimo P’w’eck. Mentre Dev cadeva, lo Ssi-ruu puntò il suo proiettore verso Luke.
Facendo appello a tutta la sua forza di volontà, Luke soffocò la rabbia e la paura. Ora il nemico era l’aggressività: il veloce potere che evocava poteva farlo trionfare sul momento, ma chi si lasciava tentare era sedotto e tradito. Non passerò al lato oscuro! Non lo farò, a costo di morirne. Luke saltò in aria eseguendo una breve mezza capriola e afferrò con entrambe le mani gli orli della botola da cui erano scesi gli Ssi-ruuk sapendo che, appena fosse atterrato il grosso Ssi-ruu, lo avrebbero finito. Ma da solo non poteva fare altro. Questa era la fine.