Leia lo controllò con un rivelatore d’armi. «Sembra pulito», annunciò. Nel frattempo il giovane magro che aveva accompagnato il comandante Thanas aveva puntato un sensore medico in direzione del corpo di Luke. Luke rimase fermo, mentre pensava che Thanas doveva aver scelto quel particolare ufficiale medico per il suo aspetto giovanile, i suoi grandi occhi, il suo mento glabro, e in generale il suo aspetto inoffensivo. «Che cosa c’è in quella borsa?» chiese Leia aspramente.
«Equipaggiamento medico. Materiale per la cura delle ustioni. Il comandante Skywalker ci ha chiesto...»
«Per di qua.» Luke si voltò, dando le spalle al portello stagno.
Il medico lasciò cadere il suo sensore in una tasca. «Skywalker è pulito, comandante. Un’analisi preliminare mostra i segni di una grave bronchite meccanica, ma nessuna infiltrazione.» Scrollò le spalle.
Luke non aveva dubbi, ma la diagnosi del medico lo rassicurò. Lo condusse verso l’interno della nave.
3BO sedeva accanto al tavolo olografico. Dietro di lui, su una cuccetta singola, Dev era sdraiato, immobile. 3BO si alzò in piedi. «Salve», cominciò allegramente. «Io sono...»
«Zitto», mormorò Leia. «Prendi questo paio di manette e attaccati il comandante Thanas a un braccio. Poi accompagnalo alla stiva di carico di poppa. Fino a nuovo ordine, tu sei la sua guardia del corpo.»
Una delle manette si chiuse con un click attorno al polso di Thanas, l’altra era già chiusa sul braccio di 3BO. «Molto bene, vostra altezza. Venga con me, signore. Io sono D-3BO, droide protocollare...»
Luke condusse il giovane medico da Dev e con molta delicatezza tirò indietro il lenzuolo che copriva le braccia rovinate del giovane. «È in uno stato di trance jedi», disse Luke, «e non soffre... per adesso. Veda quello che riesce a fare per lui.»
«Cercherò», disse il medico, «ma, francamente, ho già incontrato il trauma di bruciature da energia.» Fece scorrere il suo analizzatore medico da tasca sopra lo stomaco e il petto di Dev e scosse la testa. «Posso fare ben poco. Potrebbe sopravvivere per un giorno, se è... non voglio dire fortunato. Se riprende conoscenza, soffrirà orribilmente. In quanto alla situazione degli organi interni... be’, non c’è niente che possa tenerlo in vita.»
«Per favore, cerchi di salvarlo. Ha cambiato idea sugli Ssi-ruuk.» E poi Dev aveva un potenziale così grande per la Forza. Doveva sopravvivere.
«Uh», rispose il medico, senza entusiasmo. Aprì la sua valigetta e cominciò a cercare qualcosa all’interno.
Luke riusciva a malapena a muoversi. Barcollando, raggiunse Han nella cabina di pilotaggio. «Abbiamo ricevuto un invito», annunciò Han, «da una signora di nome Eppie Belden. Sostiene di conoscerti. È con la tua amica Gaeriel, giù, al complesso Bakur. Da quello che ho capito c’è un prigioniero turbolento che vogliono affidare all’Alleanza.»
«Il governatore Nereus?» chiese Leia.
«Sembra di sì.»
L’ultima volta che Luke aveva visto Gaeri, C1 la stava trascinando via dal posto di ristoro. Improvvisamente si ricordò di quel pasto che avevano diviso. Queste nuove informazioni suggerivano che Gaeri era ancora viva. E che cosa era successo di Eppie, era riuscita a guarirsi da sola? Come avevano fatto a catturare il governatore Nereus? «Ce la fai a fare atterrare il Falcon sul tetto del complesso?»
Dietro di lui Leia rise. «Han può fare atterrare il Falcon su un cubetto di ghiaccio, se vuole.»
Luke si guardò in giro nella cabina di pilotaggio, contando le teste. «Devo presumere che hai chiamato dei rinforzi?» chiese ad Han.
«Oh, ho solo ordinato al nuovo equipaggio della Dominarli di mettersi in posizione in modo da poter sparare sul presidio imperiale di Salis D’aar. Ci vorrà un po’; la nostra squadriglia di caccia Ala-B la sta trainando in posizione. E abbiamo anche due piloti di caccia Ala-X che ci stanno raggiungendo per farci da copertura, tanto per stare sul sicuro.»
«Buon lavoro, Han.» E poi c’era la reputazione di Jedi di Luke. Dunque, se solo riusciva a non inciampare davanti a loro, gli Imperiali io avrebbero considerato una minaccia. Cercò di immaginare la faccia del governatore Nereus quando lo avrebbe visto scendere dal Falcon sano e salvo.
«La tua amica bakurana ha promesso di venirci incontro sul tetto. Vediamo se ci riusciranno.»
«Vado a distendermi.» Luke tossì per un’ultima volta. «Svegliatemi appena staremo per atterrare.»
Il Millennium Falcon scese verso Salis D’aar attraversando una spessa coltre di nubi. Sopra tutta la città e a occidente, fino a oltre uno dei fiumi, si estendeva una cappa di fumo. Han attivò uno dei sensori a distanza mentre deceleravano. Fra la testa di Han e quella di Chewie, Luke vide un gruppetto di persone dietro una barricata a prova di blaster, costruita sul tetto del complesso. Assieme a loro c’era una sagoma familiare. «C1!» esclamò. Un vortice di lunghe gonne verde-azzurro, che si allontanava dall’area dì atterraggio, gli segnalò la presenza di Gaeriel. Il Falcon atterrò dolcemente, appoggiandosi sui suoi retrorazzi. Lo zio di Gaeriel, il primo ministro, era in piedi accanto a un Wilek Nereus dall’aria arrogante e con i polsi liberi, ancora vestito dell’uniforme imperiale con i bottoni rossi e blu che dichiaravano il suo rango.
«A me non sembra che sia un prigioniero», borbottò Leia, indicando il visore. «Sono pronta a scommettere che il governatore Nereus non ha nessuna intenzione di concedere la resa del presidio di Salis D’aar. Potrebbe tenerci in scacco ancora per molto tempo, con quello.»
Han tese la mano verso i comandi dei laser inferiori.
«Non ci provare neanche.» Leia scosse la testa. «È il momento di tornare alla diplomazia.»
«E poi abbiamo il comandante Thanas», ricordò Luke. «Potrebbe pensarci lui a fare arrendere il presidio.»
Il Falcon toccò terra con un tonfo attutito.
«Specialmente se glielo dici tu», risposte Leia. «Come ti senti? Credi di poter... ?»
«No, non me la sento. È meglio che prenda tu il comando.»
«Va bene», disse Leia con tono deciso. «Ho organizzato parecchie cellule della resistenza, so che cosa succede se qui le cose vanno male.»
Leia afferrò i braccioli del suo sedile mentre Han saltava in piedi e allentava la fondina del fulminatore. «Okay, ferraglia dorata», gridò nel comlink. «Porta Thanas alla rampa d’accesso.»
Luke si alzò più lentamente. Leia riusciva quasi a vedere due persone diverse: una forte, baldanzosa, e vittoriosa, l’immagine che Luke intendeva proiettare... e una preoccupata, esausta e sofferente. Tanto stanco da poter fare degli sbagli.
Leia raddrizzò le spalle. «Vuoi restare a bordo finché non è chiaro come stanno andando le cose?» chiese.
«Sì... meglio di sì.» Luke si grattò il collo. «E comunque, Nereus probabilmente pensa di avermi ucciso.» Si sistemò di lato rispetto al portello principale e afferrò la sua spada laser. Da lì, poteva sentire senza essere visto. «Sta’ attenta.»
3BO apparve nel corridoio curvo. Il comandante Thanas lo seguiva passo passo. «Il vostro droide racconta delle storie interessanti», commentò Thanas seccamente. «Nonostante il fatto che insista, ripetutamente, che non ha il dono del narratore.»
Stavi cercando di rieducare il prigioniero, 3BO? Il comandante Thanas probabilmente si era dovuto sorbire un bel po’ di propaganda ribelle.
La rampa di accesso sibilò e si aprì. Leia scese per prima. Il gruppo sul tetto si era allineato attorno all’ultima barricata, con Captison in prima posizione, seguito immediatamente dal governatore Nereus e dalla due donne... e da C1. Han tenne una mano sul fulminatore. Una volta che Leia e Han ebbero raggiunto il tetto, Leia si voltò a guardare. 3BO li seguiva, ancora ammanettato a Thanas. Chewie chiudeva la retroguardia, con la sua balestra in mano e un dardo incoccato. Nell’aria c’era uno sgradevole odore di fumo.