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«C1!» esclamò 3BO. «Tu non puoi neanche immaginare che cosa mi è successo...»

«Glielo dirai dopo», scattò Han.

Il comandante Thanas ignorò la sua guardia metallica e procedette con lo sguardo fisso in avanti, il volto privo di espressione di un uomo che si aspetta una punizione brutale. Oltrepassò Leia ai piedi della rampa e si mise sull’attenti, per quanto è possibile a qualcuno che è ammanettato a un droide protocollare.

«Suppongo che tu non ti aspetti i miei complimenti.» Il governatore Nereus gli si mise davanti, con le mani dietro la schiena e un atteggiamento arrogante. «Qualche anno fa, quando comandavo un incrociatore, un comandante che aveva consegnato la sua nave al nemico è stato messo contro il muro più vicino e fucilato.»

Leia fece un passo avanti. «Lo abbiamo portato con noi solo per provare che è in mano nostra, governatore. Non è suo prigioniero. È nostro prigioniero. E così, a quanto sento, lo è anche lei.»

«Voglio vedere come farete a trattenerci entrambi.»

«Nello spazio non avete più neanche una nave. Dica al presidio di arrendersi, e lei e tutta la sua gente potrete lasciare Bakura liberamente... e subito.» In quel momento una pattuglia di caccia Ala-X uscì dalle basse nuvole scure.

Il governatore Nereus rivolse a Leia un sorriso placido. «Forse dimenticate che comando ancora una forza di terra di tremila uomini. Inoltre, mentre parliamo, migliaia di soldati imperiali sopravvissuti alla battaglia stanno atterrando su tutta Bakura nelle scialuppe di salvataggio. Una sola nave si è arresa a voi. Questo è tutto.»

«Abbiamo sistemato la Dominarti in un’orbita stazionaria, governatore», ritorse Leia con uno sguardo di gratitudine rivolto a Han. «Tutti i suoi cannoni sono puntati contro il presidio di Salis D’aar. So che non è stata costruita per un assalto planetario, ma certo causerebbe dei danni considerevoli se le dessimo l’ordine di sparare. E anche se la lasciassimo andare, lei non potrebbe trattenere Bakura per sempre contro la volontà della gente che vi abita.»

«No? Governare contro la volontà della gente è la normale politica imperiale. E funziona benissimo in tutta la galassia.» Il governatore Nereus teneva le sue mani in vista e aperte. Evidentemente il fulminatore di Han lo aveva reso più nervoso di quanto non stesse dimostrando a parole.

Qualcuno spinse Leia da sinistra. Gaeriel avanzò fra Han e il governatore Nereus, tenendosi al di fuori della linea di fuoco. Leia non l’aveva mai vista tanto sicura di sé. Si era legata lo scialle sopra la gonna, in modo da non essere ostacolata, e teneva un fucile blaster sotto una spalla. Era carico e pronto per essere usato. Finalmente Leia capì che cosa ci vedeva Luke in quella donna. «Governatore», annunciò Gaeriel, «anche se il suo tradimento non dovesse avere altro effetto, ho intenzione di fare un piccolo gesto personale. Da questo momento mi dimetto dal servizio imperiale.»

Nereus teneva le mani lungo i fianchi, accanto alle strisce che ornavano i suoi pantaloni. «Non puoi farlo. Tu appartieni all’Impero.»

«Penso proprio di no, eccellenza.» Parlò con calma, ma Leia vide che i suoi occhi spaiati erano gonfi, come se avesse pianto. Se era per Luke che aveva sofferto, c’era una bella sorpresa per lei. «Principessa Leia, la prego di accettare le mie congratulazioni per la vostra vittoria...» Gaeriel si tese, impallidendo come se avesse visto un fantasma. Leia si girò facendo perno su un piede.

Luke era al centro della rampa d’accesso del Falcon, con la spada laser in mano, ma spenta, e contro l’interno scuro del Falcon sembrava un’ombra leggera vestita di grigio. Leia era pronta a scommettere che il suo sorriso aveva qualcosa a che fare con la bocca aperta e gli occhi spalancati di Gaeriel. La donna snella accanto a lei s’illuminò tutta e mormorò: «Ciao, Jedi».

Qualunque cosa fosse che Wilek Nereus si era preparato a dire, la dimenticò istantaneamente. «No!» esclamò, con il volto pesante distorto da un’espressione di orrore. «Non puoi essere qui! Torna a bordo! Ci infesterai tutti! Non ti rendi conto...»

Luke fece un passo avanti. «Gaeriel Captison appartiene a Bakura, non all’Impero.»

Il governatore Nereus si voltò verso Gaeri. Con una velocità che Leia non si sarebbe mai aspettata data la sua età e la sua mole, le strappò dalle mani il fucile blaster.

Luke si piegò, in guardia. Han aveva già estratto il fulminatore. Nereus sparò due volte. Uno dei colpi rimbalzò sullo scafo del Falcon. Quell’altro lampeggiò verso Luke, incontrando una lama bianco-verdastra che era comparsa improvvisamente lungo il suo cammino e fu rimbalzato esattamente nella direzione di provenienza.

Wilek Nereus cadde a terra, gli occhi spalancati. Anche Luke inciampò. Gaeriel lanciò un urlo. Leia si immobilizzò. Alzati, Luke!

C1 si precipitò in avanti con tutta la velocità di cui disponeva, fischiando e ciangottando. Lentamente, Luke si rimise in piedi. Tenne la spada dritta davanti a sé e per un momento l’unico suono che Leia riuscì a udire oltre il battito del suo cuore, fu il suo quieto ronzio. Luke fece segno al piccolo droide di fermarsi. Han si chinò sul governatore, fulminatore in mano, ma Nereus non si muoveva più.

Leia scavalcò il cadavere del governatore imperiale dirigendosi verso il primo ministro di Bakura. Captison si mise sull’attenti, riacquistando tutta la sua fermezza. «Primo ministro Captison», cominciò Leia, «da questo momento Bakura è indipendente. Se la sua gente vuole riunirsi all’Impero...» fece un gesto con la testa verso il comandante Thanas, «noi ce ne andremo e vi lasceremo a condurre i vostri affari in pace. Il comandante Thanas potrà incaricarsi di difendervi contro gli Ssi-ruuk, se dovessero tornare prima che l’Impero vi abbia mandato un nuovo governatore. Potete continuare da soli, sapendo che gli Ssi-ruuk possono ritornare. Ma se sceglierete di unirvi all’Alleanza Ribelle, possiamo cominciare da subito a negoziare una tregua permanente.»

Captison fece un saluto a Leia, e poi a Luke. «Vostra altezza... comandante... vi ringraziamo. Non è molto probabile, comunque, che il presidio imperiale si arrenda tanto facilmente.»

Luke scese lentamente lungo la rampa. Leia sperava che nessuno degli altri indovinasse che era la debolezza, e non la dignità, a rallentarlo tanto. «Abbiamo già accettato la resa del comandante Thanas», annunciò, «che include la Dominant, le forze di terra, e il presidio imperiale.»

Leia trattenne il fiato e attese che il comandante Thanas contraddicesse la baldanzosa affermazione di Luke. Il magro ufficiale imperiale si accigliò, ma non disse niente. Era lui che non voleva parlare, o era stato Luke a impedirglielo?

«Comandante Thanas», disse Luke, «da questo momento è libero. Se i cittadini di Bakura chiederanno all’Impero di andarsene, toccherà a lei supervisionare il ritiro delle truppe.»

Thanas annuì e sollevò il polso. Il braccio di 3BO lo seguì.

«Lascialo andare, 3BO», ordinò Luke.

Il droide tirò fuori un circuito di apertura e lo agitò sopra le manette di Thanas.

Luke si avvicinò e alzò lo sguardo su Thanas. «Prenda il comando dei suoi uomini, signore. Ricordi, il nuovo equipaggio della Dominant ci sta guardando.»

Thanas aprì la bocca come per parlare, ma poi sembrò cambiare idea. Un velivolo da pattuglia a doppio scafo piombò giù dal cielo nuvoloso e atterrò vicino al Falcon. Due poliziotti bakurani balzarono fuori, conducendo a due mani una barella a repulsione. Si diressero in fretta verso il cadavere di Nereus.